15 Marzo 2018

L’ammortamento segue la vita utile del bene

di EVOLUTION
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L’ammortamento deve essere effettuato per tutte le immobilizzazioni materiali che non esauriscono la loro utilità nel tempo, sulla base della residua possibilità di utilizzazione, la quale non è legata alla “durata fisica” del cespite, ma alla sua “durata economica”, cioè al periodo in cui si prevede che sarà utile alla società. I due periodi difficilmente coincidono, pertanto, il redattore del bilancio dovrà tener conto di tutti i fattori che possono influenzare la vita economica del bene, al fine di realizzare un piano di ammortamento coerente con la residua utilizzazione del cespite.
Al fine di approfondire i diversi aspetti della materia, è stata pubblicata in Evolution, nella sezione “Bilancio”, una apposita Scheda di studio.

In materia di ammortamento, l’articolo 2426, comma 1, n. 2, cod. civ. stabilisce che il costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione.

La tecnica dell’ammortamento permette di ripartire, con un metodo sistematico e razionale, il costo di un’immobilizzazione durante il periodo della stimata vita utile del cespite: si deve trattare di un processo sistematico e metodico, e non di un procedimento di valutazione dei cespiti, né di un mezzo per stanziare fondi per la sostituzione dell’immobilizzazione materiale.

La procedura dell’ammortamento è prevista, in linea generale, per tutte le immobilizzazioni materiali la cui utilizzazione è limitata nel tempo. I terreni iscritti tra le immobilizzazioni materiali rappresentano sono una particolarità, in quanto in linea di principio non dovrebbero essere ammortizzati considerato che non esauriscono la loro utilità nel tempo, ad eccezione delle cave e dei siti utilizzati per le discariche (come indicato anche dall’OIC 16). È persino previsto che qualora il valore del fabbricato incorpori anche quello del terreno, quest’ultimo, determinato sulla base di stime, deve essere scorporato dal valore complessivo dell’immobile e quindi il processo di ammortamento si applicherà solo al valore del fabbricato al netto del valore attribuibile al terreno.

Passando all’aspetto operativo, l’ammortamento decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è disponibile e pronta per l’uso e il piano di ammortamento predisposto deve tener conto non solo dell’usura del bene e del trascorrere del tempo, ma anche di altri fattori che possono andare ad incidere sulla sua durata, quali l’obsolescenza, le politiche di manutenzione e le condizioni di previsto utilizzo. Inoltre, per la predisposizione del piano di ammortamento è necessario determinare i seguenti elementi:

  • il valore da ammortizzare;
  • la residua possibilità di utilizzazione;
  • i metodi di ammortamento.

È accettabile utilizzare la metà dell’aliquota normale d’ammortamento per i cespiti acquistati nell’anno, ma soltanto se la quota d’ammortamento ottenuta non si discosta significativamente dalla quota calcolata a partire dal momento in cui il cespite è disponibile e pronto per l’uso.

Il piano di ammortamento costituisce documentazione di supporto, ha natura extracontabile, e non deve essere esposto nel bilancio d’esercizio.

L’OIC 16 prevede i seguenti metodi di ammortamento:

  • il metodo a quote costanti, che si fonda sull’ipotesi “semplificatrice” che l’utilità dell’immobilizzazione materiale oggetto di ammortamento si ripartisca nella stessa misura per ogni anno di vita utile. Il metodo di ammortamento a quote costanti è il più diffuso, è di facile applicazione e facilita il processo d’interpretazione dei bilanci, agevolandone i confronti, e si ottiene ripartendo il valore da ammortizzare per il numero degli anni di vita utile;
  • il metodo a quote decrescenti, che va applicato quando l’immobilizzazione è maggiormente sfruttata nella prima parte della vita utile e realizza una migliore correlazione tra ammortamento del costo del bene e relativi benefici attesi. Si basa sull’ipotesi che la società tragga dalle immobilizzazioni materiali una maggiore utilità nei primi anni della loro vita, in quanto l’efficienza tecnica del bene tende a diminuire nel tempo, mentre i costi di manutenzione tendono ad aumentare a causa dell’invecchiamento dei cespiti stessi.
  • il metodo per unità di prodotto, che consiste nell’attribuire a ciascun esercizio la quota di ammortamento di competenza determinata dal rapporto tra le quantità prodotte nell’esercizio e le quantità di produzione totale prevista durante l’intera vita utile dell’immobilizzazione.

Non sono invece ammessi metodi di ammortamento:

  • a quote crescenti, in quanto tale metodo tende a porsi in contrasto con il principio della prudenza;
  • in cui le quote di ammortamento sono commisurate ai ricavi o ai risultati d’esercizio della società o di un suo ramo o divisione.
Nella Scheda di studio pubblicata su EVOLUTION sono approfonditi, tra gli altri, i seguenti aspetti:

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