26 Gennaio 2024

Sostenibilità e Principi ESG: la regolamentazione Europea

di Andrea Onori
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Nel corso dell’anno 2023 (che si è da poco concluso), il tema della sostenibilità e dei Principi ESG (Enviromental, Social, Governance) si può dire che sia “esploso”, nel senso che tutti ne abbiamo preso consapevolezza e tutti i players del sistema economico e finanziario ne hanno discusso, confrontandosi e iniziando a darne un effettivo corso, seppur non in modo univoco, nella quotidianità degli aspetti aziendali.

Il settore che ha dato maggior impulso alla “presa di coscienza” degli aspetti legati alla Sostenibilità e ai Principi ESG è stato quello finanziario-bancario; settore, tra i primi, se non il primo, che ha legato l’attività ordinaria di concessione dei finanziamenti ad una concreta attuazione, realizzazione, da parte delle aziende, di attività economiche sostenibili nel rispetto dei principi ESG.

Oggi vi è la consapevolezza che tali aspetti non possono più essere trascurati, anzi questi ultimi devono, senza ulteriori indugi, essere considerati elementi della vita aziendale non più prorogabili.

Il confronto degli Stakeholders interessati, relativamente agli aspetti disciplinari, nonché applicativi, ha fatto emergere alcune criticità dell’impianto tecnico-regolamentare, soprattutto con riferimento alla mancanza di uniformità delle regole di “valutazione” e di metodo al fine di poter poi effettivamente confrontare le singole attività tra aziende appartenenti allo stesso settore economico e/o tra settori trasversali.

Le Nazioni Unite, nel 2015, con l’approvazione dell’Agenda 2030, hanno approvato 17 obiettivi strategici per uno Sviluppo Sostenibile (inteso oggi come sostenibilità ambientale, sociale e aziendale) che permetta di “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Tali “Sustainable Development Goals” (SDGs) devono entrare a far parte, stabilmente, dei Piani strategici delle Aziende, avendo un impatto diretto sulla pianificazione e programmazione dei Modelli di Business.

Le performance in ambito di sostenibilità devono entrare sempre di più nei modelli di valutazione delle società, dovendo queste definire strategie di medio-lungo termine.

Da qui l’importanza crescente della rendicontazione ESG e della misurazione delle performance aziendali in tale ottica.

I più importanti motivi che rendono fondamentali la misurazione in base ai fattori ESG o di Sostenibilità sono:

  1. evitare il cosiddetto “Greenwashing”;
  2. migliorare la trasparenza della rendicontazione delle informazioni ESG agli stakeholders;
  3. permettere una migliore mappatura dei rischi ad essi associati mediante una corretta misurazione dei fattori ESG.

Il panorama normativo ha degli elementi base ben chiari e definiti, ma si sta lavorando per raggiungere delle norme comuni per l’applicazione omogena di tali concetti e principi.

Il quadro si sta definendo sempre di più.

Negli ultimi anni sono stati adottati importanti provvedimenti a livello europeo che hanno definitivamente messo le basi per una normazione unitaria e definita.

Nell’ultimo quinquennio sono stati emanati:

  1. Regolamento UE 2019/2088 “Sustainable Finance Disclosure Regulation” – SFRD –(Sostenibilità nell’ambito dei servizi finanziari)
  2. Regolamento UE 2020/852 “Regolamento sulla Tassonomia” (Classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili in tema ambientale);
  3. Regolamento Delegato UE 2021/2139 “Integrazione del Regolamento sulla Tassonomia” (Criteri di vaglio tecnico per determinare le condizioni per cui una attività economica contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici);
  4. Regolamento Delegato UE 2021/2178 “Integrazione del Regolamento sulla Tassonomia” (Precisazione del contenuto e della presentazione delle informazioni).

Il 2023 è stato caratterizzato da due importanti steps del percorso relativo al Reporting della “Sostenibilità”.

Il Primo, con l’entrata in vigore, a far data dal 5.1.2023, della Direttiva UE 2022/2464 “Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD – (Introduzione di obblighi di trasparenza più dettagliati per quanto riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità).

Tra le novità introdotte da questo provvedimento si segnalano:

  • la sostituzione dell’espressione “di carattere non finanziario” con “informazioni sulla sostenibilità”;
  • l’ampliamento del campo di applicazione;
  • l’introduzione di obblighi di rendicontazione più dettagliati;
  • l’obbligo di comunicare le informazioni sulla sostenibilità in una apposita sezione della “Relazione sulla Gestione” da parte dei soggetti destinatari della norma.

Si evidenzia, inoltre, il contenuto dell’articolo 5, Direttiva UE 2022/2464, nel quale viene indicata la scaletta temporale di applicazione della stessa per i diversi soggetti interessati:

  1. dall’1.1.2024 per le grandi aziende di interesse pubblico già soggette alla Direttiva NFRD. In Italia, per tutti i soggetti a cui si applicano le disposizioni del Lgs. 254/2016 di Recepimento della Direttiva NFRD, a partire dai report pubblicati nel 2025;
  2. dall’ 1.1.2025 per le grandi aziende di interesse pubblico non soggette alla Direttiva NFRD (con più di 250 dipendenti e/o euro 40.000.000 di Fatturato e/o euro 20.000.000 di Immobilizzazioni), a partire dai report pubblicati nel 2026;
  3. dall’ 1.1.2026 per le Pmi e le altre imprese soggette, a partire dai report pubblicati nel 2027 con possibilità di proroga al 2028.

Da ultimo, entro il prossimo 6.7.2024 gli Stati membri dovranno recepire le disposizioni contenute nella Direttiva CSRD.

Il secondo, con l’approvazione del Regolamento Delegato UE 2023/2772 “Integra la Direttiva 2013/34/UE con riferimento ai Principi di rendicontazione di sostenibilità” (Principi Europei di Rendicontazione di Sostenibilità – ESRS – European Sustainability Reporting Standard).

Tale ultimo provvedimento è stato pubblicato sulla G.U.U.E. del 22.12.2023 ed è entrato in vigore dallo scorso 1.1.2024 per gli esercizi finanziari con decorrenza da pari data o da data successiva.

Gli ESRS adottati specificano le informazioni che un’azienda deve comunicare in merito agli impatti, rischi e opportunità, che la sua attività economica e industriale ha in relazione alla sostenibilità ambientale, sociale e di Governance.

Le informazioni comunicate secondo gli ESRS standard consentono agli Stakeholders destinatari della comunicazione di sostenibilità di comprendere gli impatti rilevanti dell’impresa sulle persone e sull’ambiente.

Vi sono tre categorie di ESRS:

  1. Principi trasversali;
  2. Principi tematici (E, S e G);
  3. Principi settoriali.

I principi trasversali si applicano alle questioni di sostenibilità disciplinate da principi tematici e da principi settoriali.

I principi tematici riguardano un tema della sostenibilità (Ambientale – E, Sociale – S, Governance – G) e si articolano in temi, sottotemi e sottotemi specifici.

Da ultimo, i Principi settoriali si applicano a tutte le imprese di un settore e riguardano impatti, rischi e opportunità sostanziali, per tutte le imprese di un settore specifico e non sono coperti da principi tematici, nonché sono caratterizzati dal fatto di avere un alto grado di comparabilità.

Altro utile strumento operativo in ambito ESG – che ha visto la luce nel 2023 – è la “Small Business Sustainability Checklist” dell’IFAC (International Federation of Accountants) documento tradotto e reso pubblico dal CNDCEC lo scorso 28.12.2023.