27 Settembre 2017

Il selfie non ci fa belli come crediamo

di Laura Maestri
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Le ricerche condotte da più Università, negli USA e in Europa, giungono ad una medesima conclusione: non siamo bravi a capire cosa gli altri pensino di noi.

Uno fra i tanti test che conducono a questo inequivocabile risultato si incentra su un questionario sottoposto ai volontari, in cui si ponevano domande sulle proprie attitudini ed aspetti della personalità (sei pigro? Sei irritabile? Sei altruista?). Agli stessi partecipanti è stato successivamente chiesto di far compilare il medesimo questionario ad amici e parenti, riferendosi al volontario.

Il confronto fra quello che il partecipante ha dichiarato di sé, e la percezione da parte degli altri è frequentemente molto diversa, il che significa che in generale non abbiamo idea di come gli altri ci considerino realmente. Questa discrepanza fra come l’individuo si percepisce e come sia percepito dagli altri è definita dai ricercatori il “punto cieco”, che può essere ampio o più ristretto, a seconda di quanto il soggetto sia psicologicamente equilibrato e di quanto sia propenso a dare importanza al giudizio degli altri. In altre parole: se quello che gli altri pensano di noi è importante ma non determinante, probabilmente il punto cieco è più sottile e l’idea che abbiamo di noi stessi è più vicina a quella “pubblica”.

Naturalmente, le nuove tendenze sono costantemente oggetto di studio ed analisi, sempre nell’intento di arricchire la comprensione dei comportamenti sociali, rispetto a nuovi fenomeni.

La diffusione della tecnologia digitale in ambito fotografico ha sicuramente indotto nuove abitudini: la prima, ci facciamo fotografare molto di più.

La seconda, più recente, ci fotografiamo da soli.

La moda dei selfie si incastra perfettamente in questa ricerca, perché è la situazione ideale per studiare quanto la persona sia consapevole di ciò che gli altri pensino di lei.

Un recente articolo pubblicato su SAGE Journal of Personality Science si concentra sul popolo dei selfie, traendo una conclusione probabilmente poco sorprendente, ma comunque significativa: gli appassionati di selfie si percepiscono più attraenti di quanto li percepiscano gli altri.

La quantità abbondante di materiale a disposizione dei ricercatori ha fatto emergere un’ulteriore conferma di quanto sopra descritto: gli appassionati di selfie credono di essere più affascinanti e piacevoli nei loro autoscatti, piuttosto che nelle foto in cui compaiono, ma scattate da altri.

In realtà, i giudizi esterni molto spesso sostengono l’esatto opposto: per i più, la persona è “venuta meglio” nelle foto scattate da qualcun altro, a confronto delle immagini autoprodotte.

Eppure la maggioranza dei selfisti ritiene che i propri autoritratti esprimano al meglio la propria personalità: fascino, sensualità e simpatia sembrano essere qualità ben radicate nell’immaginario di chi persevera nell’autoimmortalarsi. Ma se chiedessero agli amici un parere sincero, probabilmente scoprirebbero che molte di queste foto non esprimono il meglio dell’autore: forse, prima di pubblicare – o di cancellare – una foto, sarebbe una buona idea chiedere un parere.

Comunicare bene in pubblico