19 Ottobre 2021

Contributi a fondo perduto per le Pmi agricole che innovano i sistemi produttivi

di Debora ReverberiLuigi Scappini
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L’agricoltura 4.0 si fa sempre più appetibile per le Pmi agricole.

Con la pubblicazione del D.M. 30.07.2021 nella Gazzetta Ufficiale serie generale n. 246 del 14.10.2021 è stato attivato il fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole istituito dall’articolo 1, comma 123, L. 160/2019 (c.d. Legge di Bilancio 2020) con una dotazione di 5 milioni di euro.

L’appeal della misura agevolativa, che prevede la concessione di contributi a fondo perduto, entro un limite di 20.000 euro a beneficiario, in misura variabile tra il 30% e il 40% delle spese ammissibili sostenute, è legato in particolare alla possibilità di cumulo con altri aiuti di Stato, anche in regime “de minimis” nei limiti dell’articolo 8 del Regolamento (UE) n. 702/2014 (c.d. Regolamento ABER).

L’agevolazione è rivolta alle Pmi agricole, secondo la classificazione dimensionale dell’allegato A al Regolamento ABER, attive nel settore della produzione primaria, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e aventi sede legale o un’unità locale ubicata in Italia.

Gli investimenti agevolabili consistono nelle spese di acquisto in proprietà e installazione di beni materiali e immateriali strumentali nuovi, localizzati presso la sede legale o l’unità locale italiana, inerenti alla trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e caratterizzati da autonomia funzionale o, in caso di moduli integrativi di impianti preesistenti, dall’introduzione di inedite funzionalità nel ciclo produttivo dell’impresa.

Nel dettaglio gli investimenti agevolabili afferiscono ai seguenti beni:

  • beni materiali strumentali ordinari, con riconoscimento di un contributo a fondo perduto del 30%;
  • beni materiali strumentali 4.0, compresi nell’allegato A annesso alla L. 232/2016 (c.d. Legge di Bilancio 2017) e riportati nell’allegato 1 del D.M., con riconoscimento di un contributo a fondo perduto del 40%;
  • beni immateriali strumentali 4.0 (software, sistemi, piattaforme e applicazioni), compresi nell’allegato B annesso alla L. 232/2016 (c.d. Legge di Bilancio 2017) e riportati nell’allegato 2 del D.M., con riconoscimento di un contributo a fondo perduto del 40%.

Per non incorrere in casi di inammissibilità delle spese o di successiva revoca dell’agevolazione concessa è bene tenere in considerazione i seguenti limiti:

  • gli acquisiti devono essere effettuati da soggetti terzi privi di relazioni con l’impresa e a normali condizioni di mercato;
  • non è ammissibile l’acquisizione in locazione finanziaria;
  • non sono ammessi investimenti in beni usati;
  • non sono ammessi investimenti in beni di costo unitario inferiore a 500 euro;
  • le spese ammissibili devono complessivamente ammontare a un importo pari almeno a 5.000 euro;
  • i pagamenti devono avvenire esclusivamente attraverso conti correnti intestati all’impresa beneficiaria e con modalità che consentano la piena tracciabilità e l’immediata riconducibilità dello stesso alla relativa fattura;
  • l’investimento deve essere avviato successivamente alla presentazione della domanda di contributo e perfezionato entro 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione;
  • l’investimento deve essere mantenuto, nel territorio della Regione di ubicazione della sede legale o unità locale, per almeno 3 anni dalla data di erogazione del saldo del contributo o, se successiva, di installazione dell’ultimo bene agevolato, fatti salvi i casi di sostituzione per obsolescenza o inutilizzo da comunicare al Mise;
  • l’attività economica interessata dall’investimento non può essere delocalizzata in Stati non appartenenti all’UE, ad eccezione degli Stati dello SEE, nei successivi 5 anni dalla data di ultimazione dell’investimento.

I contributi verranno concessi previa procedura valutativa a sportello nel rispetto dell’ordine cronologico delle domande pervenute e all’esito positivo della successiva fase istruttoria.

L’effettiva operatività della misura agevolativa resta ad oggi subordinata all’emanazione del provvedimento del Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Mise che definirà modalità e termini di presentazione delle domande.