24 Marzo 2017

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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La follia di Churchill

La follia di ChurchillChristopher Catherwood

Corbaccio

Prezzo – 18,00

Pagine – 286


Segretario per le colonie negli anni Venti, Winston Churchill commise un errore fatale che ha avuto ripercussioni nefaste fino ai giorni nostri. Al termine della prima guerra mondiale, infatti, la Gran Bretagna sostenne la nascita, dalle rovine dell’impero ottomano, di uno stato ibrido, composto di kurdi, sciiti e sunniti e governato dal leader hashemita Feisal, che non aveva alcun rapporto con quel territorio, ma che venne insediato per dare un “contentino” agli hashemiti dopo aver promesso loro la Siria e averla affidata invece al mandato francese. Questa decisione, di cui Churchill fu il regista, fu gravida di conseguenze: nel 1958 il governo di Feisal fu rovesciato da un colpo di stato cui seguirono regimi sanguinari culminati con Saddam Hussein.

 

Il cervello di Siddhartha – I segreti dell’antica scienza dell’illuminazione

Il cervello di Siddhartha – I segreti dell’antica scienza dell’illuminazioneJames Kingsland

Rizzoli

Prezzo – 19

Pagine – 360


V secolo a.C., India del nord: Siddhartha Gautama – il ricco figlio di re che si è fatto asceta itinerante e sarà conosciuto come il Buddha, l’illuminato – sviluppa un metodo basato sulla meditazione e la consapevolezza per padroneggiare la mente e raggiungere la pace interiore. Oggi, venticinque secoli dopo, nonostante l’uomo abbia trasformato radicalmente il mondo che lo circonda, c’è una cosa che non è ancora cambiata: il suo cervello. Uno strumento potente, che gli ha dato il predominio sulla natura, ma che contiene in sé anche alcune debolezze strutturali. I più recenti studi sul disagio mentale, infatti, hanno portato gli esperti del settore a sfumare la classica distinzione tra malattia e salute, e a ritenere che la causa delle difficoltà e del dolore così ampiamente sperimentati dall’uomo moderno sia almeno in parte attribuibile al modo in cui si è evoluta la nostra mente, alla sua “configurazione standard”. E se i problemi psicologici oggi più diffusi – distrazione, ansia, dipendenze – fossero già stati risolti dal Buddha, nell’antica India? Kingsland, apprezzato giornalista scientifico e buddhista praticante, ripercorre il viaggio spirituale di Siddhartha e contemporaneamente illustra i più recenti sviluppi delle ricerche condotte da neuroscienziati e psicologi clinici – molti dei quali intervistati nel libro – dalle quali risulta che la mindfulness, la meditazione praticata dai monaci buddhisti, può contribuire a riconfigurare il cervello, rendendolo più acuto, più sano e più felice, oltre a incrementare le difese immunitarie, contrastare l’invecchiamento e moderare gli effetti delle malattie degenerative che colpiscono il cervello. Un viaggio nella mente ricco di suggerimenti e ispirazioni, con sei brevi guide alla meditazione, per poter apprezzare da subito i benefici della mindfulness.

 

A futura memoria (se la memoria ha un futuro)

A futura memoria (se la memoria ha un futuro)Leonardo Sciascia

Adelphi

Prezzo – 24,00

Pagine – 205


Molto infastidiva Sciascia l’essere considerato un «mafiologo»: «Sono semplicemente uno che è nato, è vissuto e vive in un paese della Sicilia occidentale e ha sempre cercato di capire la realtà che lo circonda, gli avvenimenti, le persone» diceva. Così come lo infastidiva quell’«intuizione di letterato» che, nel migliore dei casi, gli veniva attribuita allorché scagliava taglienti ed eretiche verità contro il «folclore tenebroso» in cui venivano di solito assunti i fatti di mafia. Tirare il collo alla retorica e alla mistificazione, questo gli premeva. E regolarmente i suoi articoli scatenavano furenti polemiche – se non l’accusa, infamante, di fare «il gioco della mafia». Sicché non gli restava che citare l’amato Savinio: «avverto gli imbecilli che le loro proteste cadranno ai piedi della mia gelida indifferenza». Il fatto è – come dimostrano gli interventi qui radunati, fra cui quello sui ‘professionisti dell’antimafia’ – che Sciascia è lo scrittore italiano cui più che a ogni altro si attaglia l’aggettivo «scomodo»: che prenda posizione sulla morte di Calvi o sull’assassinio del generale Dalla Chiesa o sul caso Tortora o sul maxiprocesso di Palermo e sulle testimonianze di Buscetta e Contorno o, infine, sul rischio che l’antimafia si trasformi in strumento di potere, non potremo che riconoscere fino a che a punto sia rimasto fedele alla definizione che nel 1977 dava dell’intellettuale: «uno che esercita nella società civile … la funzione di capire i fatti, di interpretarli, di coglierne le implicazioni anche remote e di scorgerne le conseguenze possibili. La funzione, insomma, che l’intelligenza, unita a una somma di conoscenze e mossa – principalmente e insopprimibilmente – dall’amore alla verità, gli consentono di svolgere».

 

Nel guscio

Nel guscioIan Mc Ewan

Einaudi

Prezzo – 19,00

Pagine -184


La gravidanza di Trudy è quasi a termine, ma l’evento si prospetta tutt’altro che lieto per il suo piccolo ospite. Ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c’è il legittimo marito di Trudy e suo futuro padre, John Cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civiltà delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare Claude. Dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed è lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. Certo, la scena non è quella corrotta e claustrofobica del castello di Elsinore. Certo, i due cognati fedifraghi, Trudy e lo zio Claude, non hanno regni nordici cui aspirare. Piuttosto a far gola ai due vogliosi amanti è l’edificio georgiano su Hamilton Terrace, decrepito ma d’inestimabile valore, incautamente ereditato da John, i cui pavimenti luridi e la cui onnipresente immondizia prendono il posto del marcio in Danimarca. Ma amletico è il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare, e amletico è pure il suo inesauribile flusso di pensieri dubitanti, gli stessi che hanno inaugurato al mondo la danza della modernità. Se nel testo shakespeariano l’origliamento, l’atto di spiare e raccogliere informazioni rovistando i recessi e gli anditi del regno, è spesso motore dell’azione, nel guscio l’udito è il senso privilegiato per ragioni fisiologiche, e a essere rovistati a pochissima distanza dal capo dell’inorridito narratore sono spesso e volentieri i recessi e gli anditi del corpo materno. Mentre all’orecchio non sempre affidabile del nostro eroe non-nato si dipana la tragica detective story, nella manciata di giorni che separano il suo «esserci» dal suo protetto «non-esserci» ancora, con il conforto di qualche buon vino giunto fino a lui dalle superbe degustazioni materne, e costantemente edotto sul mondo dai programmi radiofonici di approfondimento culturale che fortunatamente Trudy preferisce a quelli musicali, il nascituro ha tempo di riflettere su di sé, sulla complicata faccenda dell’amore, sul mondo, coi suoi orrori contemporanei e con le sue desiderate meraviglie. Ha tempo e curiosità sufficienti per farsi domande, interpretare i segni della sua realtà mediata, contemplare azioni e concludere che la sua sola salvezza, la salvezza dell’uomo, sta forse nell’esitazione.

 


Tra il Po, il monte e la marina. I Romagnoli da Artusi a Fellini.

Tra il Po, il monte e la marina. I Romagnoli da Artusi a Fellini.Pier Mario Fasanotti

Neri Pozza

Prezzo – 18,00

Pagine – 304


La Romagna ha dato i natali ad alcuni tra i personaggi più rilevanti della storia dell’arte e della letteratura del nostro paese. Dalla dantesca Francesca da Rimini, che incarna la forza possente e inesorabile dell’amore, al malinconico Giovanni Pascoli; da Leo Longanesi, un «cocktail agitatissimo di idee e iniziative», a Federico Fellini, che raccontava di essere nato su un tratto ferroviario del litorale romagnolo, ossia tra Viserba e Riccione: una bugia innocente, fantasiosa e facile da smontare visto che quel giorno, il 20 gennaio, i treni erano in sciopero. Ma la Romagna non è solo terra di artisti e letterati.  In Romagna ha visto la luce Pellegrino Artusi, «il padre della cucina italiana» che ha avuto certamente un ruolo non marginale nell’unificazione del nostro paese. In Romagna hanno vissuto gli «eroi neri» dall’umanità dolente, come il bandito Stefano Pelloni detto «Il Passatore»; Ettore Muti, «il più ignorante tra i gerarchi fascisti»; nonché il giovane Benito Mussolini, il cui primo vagito si udì a Dovia, una frazione di Predappio in provincia di Forlì. Dalla Romagna arrivano anche uomini di grande coraggio come l’aviatore Francesco Baracca, soprannominato «Cecchino», che attirò su di sé l’attenzione dei giornali con le sue spericolate imprese durante la Prima guerra mondiale, e il «pirata» Marco Pantani, la cui morte misteriosa ancora non smette di far discutere. Con una prosa scorrevole e ben documentata, Pier Mario Fasanotti costruisce una galleria di ritratti singolari di romagnoli che hanno fatto la storia del nostro paese. Un collage di personaggi della cultura, dello sport e della politica capaci di regalare al lettore una mirabile incursione nella «regione più italiana d’Italia».

Dottryna