10 Giugno 2024

Più attenzione ai Giovani nella vita di categoria: non sono solo il futuro, sono il presente

di Redazione
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L’Unione Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili torna sulla Riforma delle Professioni. Oggi EC News ospita alcune considerazioni, richieste ed indicazioni sulla prossima Riforma delle Professioni in discussione presso il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

L’obiettivo è valorizzare il patrimonio professionale delle nuove generazioni per affrontare il futuro con competenza. L’occasione per ripensare la figura del professionista che sempre di più diviene tramite tra il mondo dell’economia e le istituzioni. In un contesto che richiede nuove attitudini per guidare il mondo delle imprese verso le sfide del futuro.

 

Più attenzione ai Giovani nella vita di categoria: non sono solo il futuro, sono il presente

La riforma del D.Lgs. n. 139/2005 era chiesta da tutti gli attori della nostra categoria, da diverso tempo e per diversi e validi motivi.

Pertanto, va accolta sicuramente con favore la volontà del Consiglio Nazionale di proporre la modifica della norma che disciplina la nostra professione.

Allo stesso tempo, auspichiamo che la proposta possa tener conto di tutte le osservazioni che sono arrivate, o che arriveranno, dagli Ordini territoriali, dai Sindacati e dalle Casse di previdenza.

La riforma potrebbe avere un impatto notevole sulla professione e, soprattutto, sugli iscritti, perché – solo per fare alcuni esempi – vengono individuate nuove materie oggetto della professione, revisionate le incompatibilità e introdotte le specializzazioni.

Ciò premesso, l’UNGDCEC lo scorso 30 maggio è riuscita, nel poco tempo consentito, a partecipare alla consultazione attivata dal Consiglio Nazionale ed a inviare le proprie osservazioni alla bozza.

La proposta, nel suo complesso, introduce modifiche complessivamente condivisibili ma, comunque, migliorabili con il confronto tra tutti gli attori della categoria.

Fra i diversi punti trattati dalla bozza inviata dal Consiglio Nazionale, innanzitutto si è favorevoli all’ampliamento delle materie oggetto della professione proposto con il nuovo articolo 1- bis, considerando il continuo cambiamento delle nostre attività professionali (dal 2005 a oggi) e le nuove sfide che ci aspettano.

Avere un perimetro ampio, ma ben definito, fa sì che aumentino le tutele e non ci siano ambigue interpretazioni, contrasti con altre figure professionali (soprattutto quelle non ordinistiche).

Materia molto delicata riguarda, invece, le incompatibilità di cui all’articolo 4: l’Unione condivide la ratio di snellire le incompatibilità, perché sia la società in cui viviamo che la professione sono cambiate. Però una riflessione in più andrebbe fatta sul ruolo attivo del Commercialista in vere e proprie attività d’impresa, specie con riferimento alla qualifica di socio illimitatamente responsabile di società di persone che svolgano attività commerciale.

Per quanto riguarda l’introduzione dell’articolo 39-bis sulle specializzazioni, per le quali l’Unione è stata sempre favorevole, la norma va ben coordinata con i tanti albi, registri ed elenchi il cui numero andrebbe innanzitutto ridotto.

In attesa di un loro accorpamento, è necessario coordinare la formazione per le varie iscrizioni che è sovente ripetitiva e causa notevoli difficoltà e perdite di tempo per i colleghi, soprattutto quando si è costretti a ripetere la formazione già fatta per iscriversi in altri albi, registri e/o elenchi. Occorre quindi coordinare bene la qualifica di professionista specializzato, non solo con l’accesso diretto ai rispettivi albi, registri ed elenchi ma anche con gli obblighi formativi di aggiornamento professionale.

Una gestione centralizzata, o almeno ben coordinata, potrebbe non solo semplificare l’accesso alle informazioni ma anche garantire una maggiore coerenza nelle politiche di formazione e aggiornamento, favorendo una visione d’insieme che attualmente manca.

Sicuramente sarà un percorso complicato in quanto bisogna intervenire su diverse leggi e soprattutto coinvolgere diverse istituzioni, ma bisogna iniziare a proporre una soluzione migliorativa per i colleghi.

Per esempio, si potrebbe efficientare il sistema attraverso la creazione di una “Piattaforma Unica” gestita da una sola entità, magari dal nostro Consiglio Nazionale e dove tutti gli Ordini Territoriali e tutti gli Enti di Formazione Accreditati possano inserire e certificare la formazione di ogni iscritto.

Così certificate le ore di formazione, queste potrebbero essere valide per l’iscrizione in diversi albi, registri ed elenchi che spesso richiedono la stessa formazione, evitando così duplicare la formazione già fatta per l’iscrizione a un altro albo o per la formazione continua.

Per quanto riguarda i compensi professionali articolo 6 – bis è opinione condivisa la necessità di stabilire dei compensi minimi come tutela e salvaguardia della prestazione dei professionisti, magari coordinando il tutto con la norma sull’equo compenso e cogliendo l’occasione per correggere le storture emerse in quest’ultima.

Altri temi rilevanti per i giovani sono il tirocinio, l’esame di Stato e l’accesso alla professione: in riferimento a tali argomenti abbiamo proposto diverse modifiche e integrazioni.

Considerata l’importanza e la delicatezza dell’argomento per il futuro della professione sarebbe necessaria una revisione totale e coordinata anche con il mondo delle Università.

Per quanto concerne la retribuzione del tirocinante, articolo 44 comma 2, riteniamo che non sia giusto retribuire dopo sei mesi il tirocinante per un tirocinio che ormai è di diciotto mesi; inoltre, la previsione di un rimborso spese “forfettariamente concordato” è generica e, a nostro avviso, non tutela il tirocinante.

Queste, in sintesi, le nostre principali proposte di modifica con il fine di migliorare la bozza trasmessa. Proposte che potranno essere aggiornate e/o integrate in seguito al confronto annunciato fra il Consiglio Nazionale e gli altri Sindacati.

Come lo Statuto della nostra associazione ci ricorda, vogliamo ribadire con forza l’attenzione ai Giovani.

Troppo spesso sentiamo parlare dei giovani come il futuro della professione ma, spesso, in molti, si dimentica che i Giovani sono il presente.

Pertanto, i Giovani devono essere messi nelle condizioni, come gli altri, di dare il loro contributo di idee e la loro visione all’interno dei Consigli degli Ordini e del Consiglio Nazionale.

Per questo, sarà necessario che nella formazione delle liste, sia per le elezioni ai Consigli degli Ordini che al Consiglio Nazionale, debba essere prevista, oltre alla quota di genere – che riteniamo non vada ridotta come prevede attualmente la bozza di riforma – anche una quota generazionale, prevedendo che almeno 1/5 dei componenti dei Consigli debba essere composto da soggetti under 43. Inoltre, vanno ridotti gli anni di anzianità professionale per l’elettorato passivo sia per i Consigli degli Ordini che per il Consiglio Nazionale.

Queste ultime richieste non rappresentano solo una richiesta di parte ma una richiesta corale, perché siamo convinti che il contributo dei Giovani alla professione di dottore commercialista e di esperto contabile sia fondamentale per contribuire all’innovazione, all’efficienza e alla sostenibilità della nostra professione.

La loro capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie, di portare idee fresche e innovative rende i Giovani una risorsa preziosa per il futuro della professione, ma, soprattutto, per il presente.

Roma, 4 giugno 2024

La Giunta UNGDCEC