9 Dicembre 2013

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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Indici in correzione in attesa di capire le strategie della FED

La Borsa di New York ha mostrato una performance negativa,soprattutto a causa dell’incertezza in merito alle future mosse della FED, innescata da una serie di rilevazioni economiche migliori del previsto, legate soprattutto al comparto Real Estate e a quello occupazionale, con “I” dati del Labour report diffusi Venerdì pomeriggio. L’indice Dow Jones è calato dell’1.23% nell’ultima settimana, lo S&P dell’1.7% .il Nasdaq chiude invece in moderato rialzo, +0.2%, soprattutto grazie alla progressione di Apple.

La tensione in merito alle prossime mosse della FED ha contagiato anche i mercati asiatici. Il Nikkei ha risentito soprattutto del rafforzamento dello Yen contro Dollaro, che ha pesato soprattutto sugli esportatori verso gli Stati Uniti. l’Australia anche questa settimana continua ad essere il peggior perfomer dell’area, con un calo questa volta superiore al 2.5% a causa di una serie di pubblicazioni di dati aziendali che hanno fatto crollare i titoli di numerose compagnie, vedi Quantas e di un report che indica una crescita economica ed un Trade Balance inferiori alle attese. L’India è questa settimana il miglior mercato dell’area orientale, dopo il successo del centro destra alle elezioni amministrative.

L’Europa ha mostrato in termini di indici aggregati, la peggior performance dei mercati azionari, con l’indice Eurostoxx 50 che fa segnare un -2.5% sugli ultimi 5 giorni.

Sui periferici l’upgrade dell’Outlook spagnolo da parte di Moody’s ha controbilanciato l’effetto del pronunciamento della Consulta sul sistema elettorale in Italia. I mercati hanno subito il “nervosismo da tapering” importato dagli Stati Uniti e anche il mancato accenno da parte di Draghi a misure aggressive straordinarie per indirizzare la crescita in Europa.

Il Dollaro continua a muoversi nel canale delimitato dai livelli di 1.354 e 1.364, con spostamenti erratici in entrambe le direzioni successivamente alla pubblicazione dei vari dati sia in America sia in Europa ma rimane comunque vicino ai livelli dei minimi dell’anno. Il Biglietto Verde rimane invece vicino al livello di 102 contro lo Yen

Nessun particolare cambiamento in merito al Comparto Fixed Income, dove l’unico movimento degno di nota è stata una certa pressione sui mercati emergenti ed una modesto aumento dei rendimenti della parte lunga della curva euro dopo l’intervento di Draghi. Il differenziale Bund/BTP decennale continua a muoversi tra i 230 e i 240 punti base.

 

Il Labour Report , dato più importante per la Federal Reserve

Gli Stati Uniti, nella settimana che ha preceduto la pubblicazione del Labour Report hanno visto la comunità finanziaria dividersi in attesa del dato più sensibile dell’ultimo periodo. Secondo alcuni analisti si tratta del classico caso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Una ripresa dell’occupazione è augurabile in quanto sintomo di ritorno alla crescita economica per alcuni. Per altri una crescita troppo netta porterebbe ad un avvicinamento alla data di inizio delle attività di tapering. Questo approccio spiega la variabilità dei listini a Wall Street che, dopo aver raggiunto i massimi storici dopo la nomina di Janet Yellen a prossimo presidente della FED, vedono le decisioni della Banca Centrale USA come l’unica vera determinante dei corsi. Sotto questa luce va letta la decelerazione dei mercati americani dopo il GDP ed i Jobless Claims di Giovedì pomeriggio: numeri migliori in termini di sussidi, avvicinano, nelle previsioni degli operatori l’inizio del rallentamento delle attività di acquisto di bonds da parte della FED. Dopo la presentazione dei dati venerdì pomeriggio, che hanno visto un miglioramento sostanziale del numero delle buste paga e una contrazione dello 0.2% del tasso di disoccupazione, passato dal 7.2% al 7%, i mercati hanno cominciato a reagire positivamente, segno , secondo alcuni osservatori, che le probabilità di vedere la FED cominciare ad agire è ormai già incorporata nella performance negativa della settimana.

 

L’Europa ed il commento di Draghi

Dopo la mossa a sorpresa dell’ultimo incontro della BCE,quando il Direttorio aveva deciso di ridurre i tassi di interesse, gli operatori avevano cominciato a ragionare sulla possibilità di tassi negativi sui depositi ma nulla di tutto ciò è emerso Giovedì dall’intervento di Draghi, che ha sottolineato come la Banca Centrale Europea sia pronta a mantenere a questo livello i tassi di interesse pur di supportare la fragile economia dell’Eurozona ribadendo che i Governi non devono fermare gli sforzi in corso per la riduzione dei deficit. La decisione di mantenere i tassi ai minimi storici è evidentemente influenzata dalle previsioni sull’inflazione che rimarrà per lungo tempo sul livello più basso degli ultimi anni.

 

Asia influenzata da movimenti Forex e da cambi di raccomandazione

La dinamica della borsa giapponese è stata indubbiamente influenzata dalle variazioni del cambio tra Yen e Dollaro, che ha pesato nettamente sugli esportatori nipponici soprattutto nella seconda parte della settimana. Ha invece guidato le sessioni di Lunedì e Martedì invece la raccomandazione di Goldman Sachs sul Giappone: Kathy Matsui Chief Japan Stategist di GS sostiene che il Sol Levante è sulla strada giusta per uscire dalla deflazione e l’incremento nei prezzi dei terreni è un elemento che si aggiunge alle ultime letture del CPI che vanno nella stessa direzione e permette alla banca americana di portare ad “overweight” il proprio giudizio su Tokyo.

Inoltre, l’ex ministro delle finanze Sakakibara, conosciuto come “Mr Yen” per gli sforzi prodotti per influenzare la valuta nipponica negli anni 90, ha affermato che gli investimenti in asset stranieri da parte dei fondi pensione giapponesi, strategia suggerita dall’Advisory Board del GPIF la scorsa settimana, potrebbe portare ad un livello Dollaro/Yen pari a 109.

Facendo invece riferimento alle tensioni tra Cina e Giappone dibattute nella nota della scorsa settimana, i numeri di Toyota in Cina sono notevoli il che significa che, nonostante le dispute territoriali che emergono puntualmente ogni due anni, con conseguente spiegamento dimostrativo di mezzi da combattimento da entrambe le parti, i flussi commerciali e l’appetito dei cinesi per prodotti del Sol Levante sembrano al momento vivere di vita propria. La revisione delle aspettative di Goldman Sachs per quanto riguarda l’estremo Oriente è stata completata da una nota all’interno della quale la banca d’affari americana ritiene che l’indice HShare ad Hong Kong, che è il benchmark per le imprese della madrepatria cinese quotate sulla borsa dell’ex Protettorato di Sua Maestà Britannica, possa essere in grado di mostrare una performance del 10 %, grazie al successo che le nuove politiche impostate da Pechino dovrebbero avere. L’Australia ha visto la propria crescita economica peggiore di quanto previsto ed ha subito una lunga serie di pesanti perdite su numerosi titoli, tra i quali spicca il -13% di Quantas dopo la pubblicazione di una perdita inaspettata.

La prossima settimana sarà leggera in termini di dati

Come di consueto la settimana che segue la pubblicazione del Labour Report è tradizionalmente scarna in termini di rilevazioni di carattere macroeconomico. Infatti verranno pubblicati in pratica solo i dati inerenti ai Wholesale Inventories e le Retail Sales, oltre ai consueti Jobless Claims settimanali.

 

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