24 Marzo 2014

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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a cura della Direzione Investment Solutions – Banca Esperia S.p.A.

Indici mondiali a due velocità

I mercati americani hanno mostrato una sostanziale tenuta e sono riusciti a controbilanciare la sorpresa negativa di una FED marcatamente più restrittiva con il sollievo proveniente da dati macroeconomici migliori delle attese, come il Philadelphia FED Index pubblicato giovedì, e da una situazione in Crimea che al momento sembra non aver causato disordini gravi.

Dow +1.38 %, S&P +1.39%, Nasdaq +1.16%.

I mercati asiatici recuperano, rispetto alle perdite della settimana scorsa. Il Giappone subisce maggiormente la volatilità proveniente dagli Stati Uniti, ma non riesce a recuperare completamente a causa della chiusura per festività di venerdi e dei movimenti valutari. Si stabilizzano le materie prime e, conseguentemente, anche l’indice di Sidney. In Cina l’attenzione rimane focalizzata sui possibili default societari, in assenza di dati macro di rilievo.

Nikkei -4%, Hang Seng -0.6%, Sidney +0.16% , Shanghai +2.16%.

L’Eurostoxx 50 ha mostrato questa settimana una dinamica rialzista, +1.66%, incoraggiata anche da dati macro abbastanza positivi, come l’inflazione Area Euro e la componente Actual dello Zew Index, ma anche da una serie di dinamiche societarie, come l’acquisizione da parte di Vodafone di Grupo Ono in Spagna o l’acquisto di alcuni asset di Unipol da parte di Allianz. Molto brillante la Borsa di Milano, che tenta nuovamente di riportarsi stabilmente sopra quota 21.000, grazie alla forza del comparto bancario e di Finmeccanica.

Il Dollaro questa settimana si è rafforzato contro Euro fino a 1.375, dopo aver trattato fino a 1.3950, mentre il movimento contro Yen è stato meno evidente, sempre all’interno del canale delimitato dai livelli di 101.8 e 102.4.

Grazie alle notizie provenienti dalla Grecia, è continuato il recupero dei periferici nei confronti dei mercati obbligazionari Core. Lo spread tra BTP e Bund a 10 anni è ora stabilmente sotto il livello di 180 Basis Point.

Referendum in Crimea: risultato come da programma. FOMC più aggressivo delle attese

Come era stato previsto da giorni, il risultato del referendum in Crimea ha visto il 95% dei votanti favorevoli all’ingresso nella federazione russa. Il tutto si è svolto senza particolari incidenti, grazie anche alla massiccia presenza militare di Mosca, e le reazioni da parte dell’occidente sono state piuttosto modeste, limitate all’applicazione di “sanzioni personali” a un set di 21 persone. Nella prima parte della settimana i mercati hanno reagito in modo decisamente positivo; alcuni analisti ritengono che i problemi in termini di volatilità potrebbero emergere una volta conosciuta l’entità delle eventuali sanzioni. Putin ha poi ufficializzato l’annessione della Crimea, sostenendo che la regione non ha mai cessato di far parte della Russia e che l’autodeterminazione dei popoli è un diritto che nella storia è già stato esercitato (vedi Kosovo). Il presidente russo ha però aggiunto, in tono conciliante, che non ha altre mire espansionistiche in Ucraina e che tenderebbe a ristabilire le relazioni diplomatiche col Paese (anche se ha definito come usurpatori i componenti dell’attuale governo). In effetti nella seconda parte della settimana qualche passo in questa direzione è stato fatto, ad esempio con la liberazione da parte dei russi dell’Ammiraglio Gaiduk, comandante della Marina Ucraina.

Negli Stati Uniti l’appuntamento più atteso, che ha fatto passare in secondo piano le tensioni di carattere geopolitico, era indubbiamente la riunione del FOMC che comportava tra l’altro la prima conferenza stampa del nuovo Presidente Janet Yellen. La riduzione, la terza, di 10 Mld USD era sostanzialmente attesa ma una certa dose di sorpresa è venuta dalla sostituzione del parametro quantitativo cardine della disoccupazione al 6.5%, con un range di indicatori più ampio. Inoltre il Board del FOMC ha modificato verso l’alto le previsioni i merito al livello dei tassi: 1% nel 2015 e 2.25 nel 2016, anche se il livello del Prodotto Interno Lordo per il 2014 è stato limato lievemente. In sostanza dalla FED un atteggiamento più “hawkish”, meno accomodante, nonostante alcuni fattori che avrebbero potuto indirizzare verso un atteggiamento meno aggressivo, come le già citate tensioni internazionali e l’impatto, non ancora del tutto chiaro, della difficile stagione atmosferica sulla crescita economica negli Stati Uniti.

In Cina l’attenzione è ancora puntata sui possibili default societari, che per la prima volta riguardano un immobiliare. In merito al flusso di notizie a questo proposito, numerosi analisti affermano che il processo in atto sia rigidamente gestito e controllato da PBoC per “pulire” le distorsioni di mercato, l’eccesso di debito e avvicinare lo standard cinese a quello dei mercati più sviluppati. Nella stessa direzione l’annuncio dell’allargamento della banda di oscillazione dello Yuan, che si riallaccia a tutti quei passi “evolutivi” necessari alla crescita dell’infrastruttura economica cinese contenuti nel documento programmatico redatto dopo il Plenum del Partito il mese scorso. Questa manovra, secondo alcuni analisti, potrebbe essere bilanciata da una riduzione della riserva obbligatoria. Il Giappone non ha presentato particolari spunti, in una settimana contraddistinta dalla chiusura di venerdì, e si è sincronizzato con le oscillazioni valutarie.

Anche gli indici europei si sono uniformati al movimento di “relief rally” derivanti dal referendum in Crimea, gestito senza disordini e spargimento di sangue, e sono riusciti a galleggiare anche dopo la sorpresa derivante da una riunione del FOMC più “hawkish” del previsto. L’indice ZEW è risultato più debole delle previsioni per la parte prospettica, mentre cresce l’avanzo commerciale italiano, che questo mese trae la sua forza soprattutto dall’export verso i partner della UE, con particolare riferimento ai flussi commerciali verso la Germania. Una serie di buone notizie è arrivata anche dalla Grecia, dove pare che il Governo abbia raggiunto un accordo con la Troika per lo sblocco di una Tranche del prestito da 10 Bn Euro. Inoltre sembra che prima delle elezioni di maggio potrebbe essere possibile una emissione a 5 anni del Tesoro Greco. Nel frattempo, per la prima volta dal 2009, si è assistito all’emissione di un bond senior bancario, con un bond a tre anni di Bank of Piraeus.

In settimana Real Estate in evidenza

La prossima settimana vedrà la pubblicazione di numerosi dati legati al Real Estate americano, con Cas/Shiller Home Price Index, New Home Sales e Pending Home Sales. Seguiranno i dati relativi agli ordini di beni durevoli, Personal Income e Personal Spending e livello del GDP. Chiuderà la settimana la pubblicazione dell’Indice di Confidenza elaborato dall’Università del Michigan.

 

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