30 Dicembre 2021

Troppe notizie sono il problema non la soluzione

di Assunta Corbo - giornalista, autrice e Founder Constructive Network
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All’inizio della pandemia, nel 2020, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che il mondo stava affrontando non una ma due grandi crisi: la pandemia da Sars Covid-19 da un lato e quella che ha chiamato infodemia dall’altro. Un diluvio di informazioni così travolgente che diventa impossibile per la gente comune capire cosa sia o non sia un’informazione credibile.

I giornalisti sono in prima linea nella generazione dell’infodemia. Invece di trovare soluzioni abbiamo scelto di scaricare enormi quantità di informazioni sui lettori e le lettrici. E lo abbiamo fatto utilizzando più piattaforme. In rete non ci sono limiti a quante storie possiamo pubblicare e nemmeno rispetto alla lunghezza dei contenuti proposti. Se nell’era pre-internet il giornalismo esisteva per offrire notizie alla comunità che non potevano essere trovate da nessun’altra parte, oggi chiunque abbia accesso alla rete si trova in un ambiente ricco di informazioni. Va da sé che il giornalismo efficace, oggi, deve rispondere a delle logiche differenti.


Il ruolo dei giornalisti oggi è quello di

condensare,

contestualizzare

e curare

l’enorme flusso di informazioni che troviamo

in rete e che sono accessibili a tutti.


In questo modo si riesce a evitare l’abisso dell’infodemia.

Ecco quello che siamo portati a considerare: 

  • i giornali cartacei vecchio stile sono quelli che assolvono al meglio questo all’esigenza di un giornalismo efficace. Sono spazi in cui le storie sono ordinate con cura e in cui si presta molta attenzione al poco spazio a disposizione. Il lavoro è svolto in redazione da persone che hanno il compito di elaborare le informazioni. Tutto ciò che i lettori devono fare è continuare a girare le pagine.
  • i media online sono quelli che maggiormente hanno contribuito all’infodemia. In un sito di notizie i lettori si trovano di fronte a ogni pagina con una vertiginosa serie di storie, ognuna delle quali potrebbe collegarsi a una dozzina di altre storie su una dozzina di altri siti web. Sono semplicemente troppe informazioni da prendere in una volta e la fatica decisionale inizia immediatamente. Molti lettori si perdono in questo flusso e finiscono per avere meno chiarezza e più emozioni contrastanti.

È evidente che non si possa tornare indietro e che l’informazione online sia una vera opportunità che ci chiama a prendere delle decisioni importanti. Da un lato come giornalisti dobbiamo prestare più attenzione alla quantità di notizie che divulghiamo e al come le presentiamo. Stiamo contrastando l’infodemia o vi stiamo contribuendo? Ciò che pubblichiamo deve essere significativo, di alta qualità e rispettoso del tempo del nostro pubblico. E come lettori abbiamo la possibilità di scegliere di non finire nell’abisso dell’infodemia: possiamo farlo selezionando con cura le nostre fonti e allenando la consapevolezza che troppe informazioni sono il problema non la soluzione.

LeRosa Assunta Corbo