12 Febbraio 2019

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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Le ingannevoli sirene – La sinistra tra populismi, sovranismi e partiti liquidi

Massimo L. Salvadori

Donzelli

Prezzo – 13,00

Pagine – 128


«I populisti non guidano il popolo, lo trascinano. E riescono ad alimentare il suo risentimento, scuotendo nel profondo le istituzioni e screditando le forze politiche. La sinistra italiana, se non vuole rimanere disarmata, deve risalire la china che è sotto gli occhi di tutti. Ha bisogno di un partito autonomo e strutturato: non già di un partito della propaganda; piuttosto di un partito della conoscenza, della cultura e della partecipazione. E l’attenzione va rivolta soprattutto alle giovani generazioni». In questo piccolo libro «di battaglia», Massimo L. Salvadori, uno degli storici italiani più autorevoli, traccia un efficace quadro d’insieme del percorso che ha portato, lungo il secondo Novecento e in questo primo scorcio del nuovo millennio, alla crisi sempre più violenta della democrazia dei partiti e al diffondersi, alle più diverse latitudini della politica mondiale, di una risposta modulata sulle corde dell’antipolitica. Sono proprio i partiti politici, tradizionale pilastro delle democrazie elettive, ad essere entrati violentemente e simultaneamente in crisi negli ultimi decenni. È questa crisi – di rappresentanza, di spirito militante, di prospettiva politica – ad aver aperto la strada ai populismi. Tutta una serie di errori e inefficienze che non erano inevitabili e che meritano un’adeguata riflessione critica: in particolare quelli della sinistra, il cui affanno, le cui divisioni interne, la «quasi inerzia» rappresentano un motivo di forte preoccupazione e di allarme. Senza un ripristino, nell’idea e nella pratica, della funzione dei partiti, senza una vita nuova che sappia rianimarli, questa crisi della rappresentanza – ammonisce Salvadori – è destinata a perpetuarsi.

 

Il grande incendio

Jonathan Israel

Einaudi

Prezzo – 38,00

Pagine – 880


In che modo le idee espresse dalla Rivoluzione americana ispirarono le rivoluzioni in tutta Europa e nel mondo atlantico tra fine Settecento e Ottocento? Un saggio che ricolloca la storia intellettuale della fondazione degli Stati Uniti nel suo contesto globale: il crogiuolo da cui nacque la modernità democratica.

 

Arenaria

Paolo Teobaldi

Edizioni e/o

Prezzo – 16,00

Pagine –  160


Una lingua tenera e sorprendente che mai diventa virtuosismo, ma è sempre al servizio della bellezza dei luoghi e delle persone, del racconto di una Storia vista dalla parte degli ultimi. Un finissimo umorismo con venature nere ma sempre gentili.  Un monte d’arenaria (che poi non è neanche un monte: 200 m slm il punto più alto): la prima altura che s’incontra scendendo dalla pianura padana, 60 km prima del monte Conero, lungo la costa adriatica. Con un versante, detto le Rive, che guarda verso nord-est, esposto ai venti di maestro, bora, greco e levante; l’altro, verso sud-ovest, benedetto dal sole e dalla storia. Un mondo piccolo, di pochi chilometri quadrati (l’Adriatico da una parte, i fondali dell’Appennino dall’altro) coltivato a mezzadria, pieno di personaggi, carico d’amore, di rabbia e d’ingiustizia. Nessuna indulgenza per come si stava bene una volta, per il pane fatto in casa: neanche per le lucciole. Storie da ridere per non piangere, da tramandare da padre in figlio: nella fattispecie un lascito da nonno a nipote, nella speranza che le parole sommerse siano ancora comprensibili.

 

Badenheim 1939

Aharon Appelfeld

Guanda

Prezzo – 10,00

Pagine- 144


È la primavera del 1939 e la località di Badenheim, in Austria, si affolla di villeggianti. Ma questa non sarà una vacanza come tutte le altre. Mentre gli ospiti si radunano per assistere alle attrazioni offerte dall’impresario Pappenheim, si moltiplicano le premonizioni inquietanti, che però tutti sembrano ignorare. Quando agli ebrei viene imposto di registrarsi presso un misterioso Dipartimento sanitario, molti si risentono, alcuni protestano, ma nessuno riconosce la minaccia. Certo, un senso di catastrofe imminente assedia Badenheim, ma finché il pericolo resta senza un nome e il nemico senza un volto è ancora possibile dar retta alle parole consolatorie di Pappenheim. Alla fine la piccola comunità forzata si avvierà docilmente verso la stazione. E nessuno, neanche davanti ai treni diretti in Polonia, sembra comprendere a fondo quale abisso stia per spalancarsi.

 

Viaggio a Norimberga

Hermann Hesse

Adelphi

Prezzo – 12,00

Pagine – 110


Nel 1925 Hermann Hesse decide di lasciare l’eremo in cui si è ritirato in Svizzera e di accogliere l’invito a tenere una serie di pubbliche letture in Germania: proprio lui che riconosce di essere «restio ai viaggi e alle frequentazioni umane», lui che trova la prospettiva di esibirsi in pubblico «talvolta spaventosa». Ne nasce così un viaggio, «in sé insignificante e fortuito», che nell’arco di due mesi lo porterà dal Canton Ticino alla Baviera. E non sarà, come ci si potrebbe aspettare, il tradizionale itinerario illuminante e foriero di saggezza, bensì quello tortuoso e spesso accidentato, intrinsecamente comico, del più idiosincratico dei viaggiatori, tra reminiscenze infantili ma anche ansie tormentose, tra momenti di trasognata contemplazione ma anche di rabbiosa insofferenza (per i telefoni nelle stanze d’albergo, per le auto nelle strade di Norimberga, ma soprattutto per i riti della società letteraria). E da questa peculiare combinazione di elementi Hesse, con suprema autoironia, è riuscito a trarre, come nel caso della Cura, uno squarcio esilarante della vita dello scrittore quando incontra il suo pubblico.

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