14 Aprile 2014

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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a cura della Direzione Investment Solutions – Banca Esperia S.p.A.

Mercati negativi. Notevole presa di profitto per i titoli “Growth”

I mercati americani hanno vissuto una settimana decisamente negativa dopo la pubblicazione del Labor Report. In particolare la contrazione ha colpito i tecnologici, come sempre in configurazioni di mercato simili, anticipati da una netta decelerazione del Biotech. Nonostante una serie di minute relative all’ultima riunione del FOMC, che mostrano un atteggiamento della FED meno rigido del previsto, le prese di profitto hanno poi influenzato anche gli indici legati all’economia più tradizionale.

Dow -2.43 %, S&P -2.95%, Nasdaq -4.15%.

I mercati asiatici hanno visto il Giappone sprofondare sotto il peso dello Yen e la Cina in positivo. Neutrale il comportamento dell’indice australiano, che segue le oscillazioni dei metalli preziosi e dei metalli industriali.

Nikkei -7.33%, Hang Seng +2.2%, Sidney +0.11% , Shanghai +4.25%.

Europa in netto calo, nonostante la sorpresa e l’euforia inizialmente generata dall’intervento di Draghi giovedì scorso e di tutta l’enfasi sul Quantitative Easing. I mercati correggono, in scia a quanto visto a Wall Street, con l’Eurostoxx in calo di ben 3.3 punti e Milano peggior performer dell’area, ma che mantiene a circa +13% il proprio guadagno da inizio anno.

I mercati obbligazionari hanno risentito positivamente da quanto espresso da Draghi e da Janet Yellen, con una diminuzione di circa 10 punti base del rendimento del decennale USA e di circa 5 bp per il bund. Lo spread tra BTP e Bund si è mantenuto nel range tra 160 e 170 basis point, con l’allargamento del differenziale più evidente nella giornata di venerdì.

Il Dollaro è tornato a essere molto debole contro Euro e in cinque sedute ha perso più di due figure, passando da 1.3690 a 1.39. Il biglietto verde si indebolisce anche contro Yen, con la valuta nipponica ora vicina a 101.

Le minute del FOMC non bastano a mantenere i mercati in territorio positivo

La settimana appena trascorsa si è dimostrata, come tutte le settimane successive all’appuntamento con i numeri del mercato del lavoro, piuttosto povera di dati, anche se qualche riflessione è stata sicuramente innescata dalla lettura delle minute relative all’ultimo FOMC, dove è emerso un atteggiamento più accomodante del previsto da parte della Federal Reserve.

Da quanto emerso da una conference call resa poi pubblica dal Comitato, l’approccio (definito come “open ended”) comporta che – se anche disoccupazione ed inflazione sembrano puntare verso livelli normali – i tassi potrebbero essere mantenuti a livelli storicamente bassi, visto che lo stato dell’economia e la sua salute nel suo complesso non sembrano ancora completamente rigenerati, anche se il Labour Report di venerdì si è rivelato piuttosto solido.

A prevalere è stata, però, l’ondata di prese di profitto che, partita dal comparto Biotech (da sempre il più sensibile ai cambiamenti di mood di mercato e sotto stress a causa di alcuni cambiamenti normativi imposti dai regulators) ha poi investito tech, telecom e tutti gli altri settori legati all’economia più tradizionale. Secondo molti osservatori, con i mercati ai massimi storici, gli investitori si interrogano in merito alla sostenibilità delle valutazioni, soprattutto prima dell’inizio della Reporting Season che al momento ha visto Alcoa riportare meglio delle previsioni (con guidance in rialzo grazie soprattutto al comparto Automotive, dove sempre maggiori progettisti sostituiscono l’alluminio ad altri materiali) e JPMorgan riportare al di sotto delle attese, soprattutto a causa di risultati nettamente più bassi del previsto, sia nel Fixed Income Trading sia della parte di business legata al comparto Mortgage.

Sembra crescere a Wall Street il nervosismo in merito al flash trading, con una lunga serie di articoli denuncia e l’FBI in stato di massima attenzione.

La settimana per i mercati asiatici si è chiusa in modo decisamente negativo per il Giappone, che in prima battuta soffre dell’apprezzamento dello Yen contro USD (che ha danneggiato i corsi di tutti gli esportatori), ma anche della mancanza di novità eclatanti alla fine della riunione della BoJ, quando gli analisti si attendevano qualche comunicazione in merito a misure straordinarie, progettate per assorbire l’aumento dell’IVA scattato ad inizio Aprile. Tokyo però ha dovuto anche affrontare una serie di Specific Company News che hanno impattato in maniera negativa su molti settori: in particolare, la condanna subita da Takeda, che dovrà pagare oltre 7 Bn USD di danni punitivi per avere nascosto gli effetti collaterali estremamente cancerogeni di uno dei propri blockbuster per la cura del diabete, ha affossato il comparo Farmaceutico. Il mega richiamo di oltre 6 milioni di veicoli ha colpito duramente Toyota, che ha visto una sequenza di chiusure negative impressionanti, mentre i Telecom hanno subito la discesa di DoCoMo a causa delle nuove tariffe flat e dell’onda d’urto proveniente dal Nasdaq, che ha visto il forte ritracciamento di Tech e Telecom. Gli indici legati alla Cina hanno invece performato positivamente, con il Mainland di nuovo miglior indice di area. Gli investitori continuano a guardare con favore all’enorme programma di riforme impostato dal Partito e sono sicuramente meno preoccupati dai numeri che indicano un rallentamento dell’economia di Pechino. A questo proposito, è risultata molto interessante per i commentatori e gli analisti la proposta di armonizzazione e integrazione in una unica piattaforma, della borsa di Hong Kong e degli altri indici, Shenzen e Shanghai , con quest’ultimo che ha messo a segno l’eclatante risultato del +4.5% sulla settimana.

Dopo l’intervento di Draghi dopo il meeting BCE, dove si è cominciato a fare riferimento a mezzi non convenzionali per combattere la deflazione, i mercati europei hanno cominciato a macinare tutti i possibili scenari relativi all’applicazione del Quantitative Easing. In Germania sono addirittura circolati a mezzo stampa numeri, prontamente smentiti dalla Banca Centrale, riferibili a presunte simulazioni di QE per 1 trillion di assets. Durante la settimana l’euforia ha cominciato a scemare, anche a causa dell’intervento di alcuni autorevoli membri della BCE, che hanno smussato il quadro di un Quantitative Easing su larga scala, dichiarandosi più favorevoli verso “il sostegno ad assets privati , ABS in primis” e anche i mercati europei hanno ceduto al movimento di profit taking le cui origini, secondo molti osservatori, sono da ricercare nei timori in merito ad una stagione degli utili (primo trimestre 2014) probabilmente non eccelsa. Quello che sembra disturbare il mood degli investitori è il timore che uno scenario come quello relativo alla Crimea possa essere replicato dai Russi anche nelle regioni di Donetsk e della Transistria, dove proseguono le schermaglie tra Filorussi e Nazionalisti Ucraini. Il quadro finale peggiore potrebbe essere una frammentazione della parte orientale dell’Ucraina. Nel frattempo Putin aumenta per la seconda volta in un mese il prezzo del gas per Kiev.

Ottima l’accoglienza decretata dai mercati all’emissione del tesoro greco, 3 Bn Euro a 5 anni, cedola 4.75%: gli ordini sono stati per ben 20Bn .

Settimana densa di appuntamenti, Reporting Season a pieno regime.

La prossima settimana verranno resi noti il livello delle vendite al dettaglio, l’indice CPI , i dati relativi al comparto Real Estate, ovvero Housing Starts e Building Permits, i numeri relativia a Industrial Production e Capacity Utilization, il Philadelphia FED Index e i consueti Jobless Claims del Giovedì pomeriggio.

Dopo i risultati di Alcoa e di JP Morgan, la Reporting Season entra nel vivo, con le trimestrali di Citigroup, Coca Cola, JnJ, Intel, Yahoo!,IBM, BofA, Amex, Google, Morgan Stanley, Goldman Sachs e altri titoli di minor peso.

 

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