11 Novembre 2013

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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Mercati in attesa di conferme

Tutti i mercati hanno vissuto le ultime cinque sessioni all’insegna dell’attesa, con gli analisti concentrati sulle possibili decisioni o, perlomeno, sui commenti che sarebbero emersi dal meeting della Banca Centrale Europea, che vengono poi delineati nel paragrafo successivo. Wall Street ha mostrato una dinamica a due velocità, nonostante l’attesa per il dato del Labour Report, con il Dow leggermente positivo, +0.31%, grazie ai titoli industriali e il Nasdaq, -1.67%, che ha subito le oscillazioni classiche da Reporting Season dei titoli legati alla tecnologia.

Anche l’Asia, penalizzata dal Giappone, chiuso ad inizio settimana per festività, ha vissuto nell’attesa delle decisioni delle Banche Centrali, con il rafforzamento dello Yen che ha influito negativamente sui corsi dei titoli legati all’esportazione, già sotto i riflettori a causa dei risultati trimestrali, che hanno mostrato una dinamica piuttosto variegata. Nikkei -1.68,% Cina -2%, HK -2.2% e Corea -2.67%, rallentata soprattutto dalle trimestrali legate al comparto della Consumer Electronics.

In Europa i movimenti degli indici azionari degli ultimi 5 giorni hanno mostrato una dinamica alterna e contraddistinta da una certa volatilità “intra-day”, alimentata soprattutto dalla pubblicazione di una serie di dati, come gli indici PMI e la produzione industriale. L’indice MSCI Europe mostra una performance positiva per circa mezzo punto percentuale.

Il dollaro aveva già cominciato a rafforzarsi la scorsa settimana dal livello pari ad 1.38 contro Euro, soprattutto grazie al flusso di notizie che sembrano confermare una ripresa, per quanto moderata, dell’economia americana. Ha poi accelerato bruscamente nella giornata di Giovedì dopo il taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, fino ad arrivare ad 1.329, per poi stabilizzarsi verso il livello di 1.34.

L’obbligazionario ha visto una serie di flussi di ritorno orientati ai governativi europei, con l’Italia in progressione, grazie a una migliore situazione politica. Ottima l’accoglienza per il l’ultimo BTP Italia, che ha raccolto molto meglio delle attese.

 

FED, ECB e i dati del Labour Report

La settimana appena trascorsa ha mostrato come il comportamento degli operatori sia stato sostanzialmente orientato alla poca attività a causa delle attese in merito ai meeting di ECB, di BoE e della pubblicazione del Labour Report negli Stati Uniti. Quest’ultimo dato presenta una serie di valenze importanti: in primo luogo è al momento il dato di riferimento che la Federal Reserve utilizzerà per orientare le proprie strategie. In secondo luogo, poiché fara riferimento al mese di Ottobre, conterrà indicazioni rilevanti anche per cominciare a definire quale sia stato l’impatto dello ShutDown sull’economia americana. Le affermazioni e i meeting delle banche centrali continuano ad essere quindi il principale motore delle dinamiche di mercato influenzando i corsi azionari ed obbligazionari: in settimana alcuni esponenti della FED hanno espresso pareri orientati a una sostanziale prudenza: la ripresa è ancora fragile, la creazione di posti di lavoro non è ancora ottimale, l’inflazione è bassa e di conseguenza la Federal Reserve può permettersi di proseguire le proprie strategie di acquisto. Durante una conferenza a Sidney Fisher, uno dei responsabili della FED, ha però affermato che il trend relativo all’immobiliare americano sembra rafforzarsi, segnale piuttosto positivo per l’economia, e che, di conseguenza, i policy maker dovranno prima o poi ritornare a focalizzarsi su una politica monetaria più tradizionale basata sui tassi di interesse e ha riportato sotto i riflettori il concetto dei costi che il Quantitative Easing genera per il bilancio della Banca Centrale americana. Gli ha fatto eco il capo della Fed di Boston Rosengren, che si attende un miglioramento ulteriore dei dati e che effettivamente afferma che i costi che derivano dalla strategia di acquisto e sostegno da parte della Federal Reserve, debbano essere tenuti sotto controllo. In effetti gli analisti pensano che sia l’ISM di Ottobre sia il PMI di Chicago della scorsa settimana siano i primi elementi di una serie di dati che potrebbero indicare un trend positivo per l’economia americana.

In Europa sono state pubblicate le nuove previsioni macro che abbassano, seppur di poco, le stime di crescita ma alzano quelle relative alla disoccupazione. In presenza di un dato relativo all’inflazione europea, pubblicato la settimana scorsa, risultato decisamente inferiore alle attese , si sono intensificate le attese per il meeting della BCE di Giovedì. Draghi ha poi sorpreso i mercati con un taglio di 25 bp., previsto solo da 3 analisti sui 70 intervistati da Bloomberg. Proprio il basso tasso di inflazione, e non il livello del cambio , sembra essere stata la motivazione che ha convinto il Comitato ad agire. Draghi ha peraltro negato rischi di deflazione ed ha illustrato come una economia continentale , contraddistinta da deficit bassi e current account alto, non è di fatto confrontabile con il Giappone. Alcuni analisti sono però preoccupati dalla fretta con cui la manovra è stata impostata e fanno notare che le banche centrali sembrano in effetti essere preoccupate per la fragilità della ripresa e, soprattutto, per la limitata reattività dei prezzi di beni e servizi alle politiche monetarie espansive in essere.

 

Pochi gli spunti di carattere societario

Si è ormai quasi esaurito il contributo in termini di news da parte della Reporting Season: questa settimana ha riportato Time Warner, che ha presentato numeri migliori delle attese grazie a un incremento del fatturato relativo alla pubblicità e una serie di programmi che hanno incontrato il favore dell’Audience e che sono stati venduti con notevole profitto a società di streaming come Netflix e Amazon. The Good Wife, Dexter e Under the Dome sono stati i principali driver di crescita per la controllata CBS. HBO si sta rivelando, con produzioni come “Games of Thrones”, una macchina da soldi senza precedenti.

Chevron ha invece deluso con un set di dati inferiori alle aspettative.

In Europa Siemens ha pubblicato risultati migliori di quanto previsto, analogamente ad Arcelor Mittal. Muniche Re e Swiss RE hanno beneficiato di un semestre privo di grandi disastri naturali e hanno mostrato utili migliori di quanto previsto dagli analisti. Nonostante i dati pesanti in termini di immatricolazioni nell’Eurozona, BMW, così come Daimler aveva fatto la scorsa settimana, ha stupito gli analisti con utili per azione migliori del previsto, ha confermato i target per l’anno in corso ma ha mostrato fatturato leggermente sotto le attese. Ha inoltre affermato che la grande spinta verso i veicoli ibridi assorbirà investimenti notevoli e potrebbe così avere un effetto di compressione sui margini in futuro.

 

Pochi dati macro e anche la Reporting Season 3Q sta per finire

Come di consueto, la settimana che segue la pubblicazione del Labour Report negli USA è in genere piuttosto povera di dati macro. Non fa eccezione il periodo dall’11 al 15 Novembre, che vede, oltre al tradizionale dato dei Jobless Claims, L’Empire Manufacturing Index e i dati relativi a Industrial Production & Capacity Utilization. Si sta esaurendo il numero delle aziende per quanto riguarda la presentazione delle trimestrali: riporteranno in settimana solo Cisco, Macy’s, Wal-Mart e Applied Material.

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