18 Novembre 2013

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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Draghi e Yellen forniscono i principali spunti di riflessione ai mercati

Wall Street sembra aver metabolizzato molto bene tutti i messaggi confortanti che sono emersi durante la settimana, con l’intervento davanti al Congresso di Janet Yellen che ha messo sostanzialmente in ombra i commenti invece più preoccupati dei responsabili della FED di Atlanta e di Chicago della passata settimana. L’inizio delle operazioni di tapering si sposta quindi in avanti nel tempo e i mercati, coadiuvati anche da alcune corporate news positive, sembrano gradire, con gli indici che, dopo una performance settimanale di circa due punti percentuali, si ritrovano ai massimi storici.

Settimana decisamente positiva in Asia, nonostante la mezza delusione ascrivibile a quanto emerso dalla riunione plenaria del Partito Comunista in Cina. Il Giappone in particolare ha fatto segnare una progressione notevole grazie all’indebolimento dello Yen, che ha fatto da propulsore a tutti i titoli legati all’esportazione e alla pubblicazione di una serie di trimestrali che, soprattutto nel comparto assicurativo/finanziario hanno battuto le stime degli analisti. Il Nikkei torna sopra il livello di 15.000, per la prima volta da Aprile.

Nikkei +7.66,% Cina +1.5%, HK +1.2% e Corea +1.10%. In tutta l’area del Pacifico è stata notevole la performance di tutte le aziende che producono componenti per Apple.

In Europa i movimenti degli indici azionari degli ultimi 5 giorni non hanno fornito spunti particolari, con escursioni molto più ridotte che nelle altre macro regioni. Le strategie della Banca Centrale Europea non sembrano avere avuto per il momento particolare impatto sui mercati, sui quali ha forse pesato l’attesa per i numeri macro e il Downgrade della Francia da parte di Moody’s. L’Eurostoxx 50 perde circa mezzo punto. Peggior mercato l’Italia, di nuovo preda di incertezze e nervosismo di carattere politico, che perde circa un punto e mezzo, anche a causa del peso delle banche, che hanno riportato peggio delle aspettative.

Il dollaro, dopo la netta accelerazione contro Euro subita dopo il taglio dei tassi da parte della BCE, ha ricominciato a indebolirsi, soprattutto a causa degli interventi molto “dovish”, ovvero orientati a una politica monetaria estremamente accomodante da parte del neo governatore della FED Janet Yellen.

In termini di livelli, il biglietto verde si è riportato ad 1.35 contro Euro, esattamente il valore che aveva prima della mossa a sorpresa di Mario Draghi.

Ottava positiva per il comparto fixed income. In USA i treasury hanno realizzato una performance dello 0.3% in usd, mentre i corporate dello 0,4% in usd.

In Europa, il comparto è stato influenzato dalla BCE creando volatilità nella settimana.

I governativi europei hanno registrato una performance positiva dello 0,4% in euro, con il btp sostanzialmente invariato rispetto alla chiusura di venerdi scorso. Bene anche il comparto dei corporate sia IG che HY.

A rimanere più indietro è il comparto dei bond emergenti con una performance negativa di 1,3% in euro.

 

Diverse opinioni in seno alla Fed. Delude il Plenum del Partito in Cina

Dopo la mossa a sorpresa della Banca Centrale Europea, correttamente anticipata solo da 3 analisti su 70 all’interno del Panel di Bloomberg, l’attenzione degli investitori è stata ancora una volta catalizzata dal tentativo di interpretare le prossime mosse della Federal Reserve soprattutto per quanto riguarda la data di inizio del Tapering, ovvero il processo di riduzione degli acquisti sui bonds da parte della Banca Centrale americana.

Nella giornata di Giovedì sono state le parole di Janet Yellen a revitalizzare i mercati. Il prossimo Presidente della FED ha affermato che lo stimolo esterno da parte della Federal Reserve sarà mantenuto fino a quando l’economia USA non avrà dato segni incontrovertibili di miglioramento. Lo Sviluppo economico, e soprattutto l’evoluzione del mercato del lavoro, secondo la Yellen sono al momento ben al di sotto del proprio potenziale e solo una forte ripresa potrà permettere una riduzione degli acquisti da parte della Banca Centrale americana. L’intervento, contenuto nel discorso inaugurale conferma quindi quanto era sostanzialmente già noto, ovvero l’approccio sostanzialmente “dovish” del nuovo Presidente.

In direzione opposta andavano invece le dichiarazioni del Presidente della FED di Atlanta, che ha affermato essere sua opinione che il processo di riduzione degli acquisti potrebbe iniziare addirittura a Dicembre, soprattutto dopo la pubblicazione dei dati relativi al mercato del lavoro che, mai come nell’ultimo periodo, sembra essere il dato principale che fa da cerniera a tutti i ragionamenti strategici della Banca Centrale Americana e dei FED Watchers, come vengono definiti gli analisti specializzati nella dissezione e nell’analisi di qualsiasi comunicazione provenga dalla Federal Reserve.

Si è conclusa la riunione plenaria del Partito Comunista a Pechino e la maggior parte degli osservatori era in attesa di importanti elementi che potessero aiutare a delineare le future strategie cinesi a sostegno della crescita economica. Così non è stato , in quanto il documento finale contiene, per la maggior parte retorica di partito, ma pochi numeri e programmi tangibili, oltre ad una serie di riferimenti al mercato e al suo ruolo decisivo, aggettivo che non era mai stato usato in precedenza. Viene però anche ribadito che il Partito (e lo Stato, che in Cina sono sinonimi…) mantiene l’autorità (e il controllo…)sulla struttura industriale. E’ evidente che un comunicato di questo tipo non ha soddisfatto gli osservatori e generato una serie di prese di profitto.

E’ però di Venerdì mattina l’indiscrezione trapelata da Pechino che suggerisce la possibilità che il Governo Cinese possa essere intenzionato a pubblicare un report sicuramente più dettagliato per quanto riguarda le decisioni prese durante il Plenum del Partito. Il quadro, fumoso, poco analitico e molto retorico che era emerso non era stato accolto con particolare entusiasmo.

Reporting Season: Ultimi nomi di rilievo attesi per le trimestrali.

Si è ormai quasi esaurito del tutto il contributo in termini di news da parte della Reporting Season. Pesante la discesa di Cisco,-11%, che ha pubblicato utili in linea ma guidance molto preoccupanti, soprattutto a causa del fatturato nei mercati emergenti, dove la debolezza potrebbe protrarsi per numerosi ulteriori trimestri, elemento comune che può essere ritrovato nelle note di commento alle trimestrali di Alcatel, IBM e altri nomi della tecnologia; il quadro negativo ha influenzato anche Oracle,-1.8 e Oclaro, -1.5% nella sessione di Giovedì sera. Deutsche Bank ha commentato in modo decisamente colorito ma efficace: “ci aspettavamo si risultati negativi per Cisco negli Emerging Markets, ma non così negativi”. In Europa Vivendi ed Eads hanno riportato meglio delle attese. In particolare il produttore di Airbus ha in questo momento un portafoglio di “backlog” che tra ordini a fermo e opzioni è ai massimi storici. RWE, E.ON, Deutsche Post in Germania e Unicredit e Intesa in Italia sono uscite sotto le attese.

 

Qualche elemento in più dal quadro Macro, sia in Usa sia in Europa.

I dati principali che verranno pubblicati la prossima settimana riguarderanno soprattutto il livello dell’inflazione, con CPI e PPI Index. Le Existing Home Sales rappresenteranno il principale spunto di riflessione per il comparto Real Estate mentre sembrano essere le Retail Sales il dato più importante per quanto riguarda il quadro macro negli Stati Uniti. In termini di notizie societarie sono attese le trimestrali di Home Depot, Deere, JC Penney.

C’e’ attesa in Europa per la pubblicazione dello ZEW dell’IFO Index e del GDP in Germania, degli indici PMI e della Consumer Confidence a livello aggregato Eurozona.

In Europa riporterà solo Thyssen Krupp.

 

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