22 Febbraio 2014

E’ già tempo di bilanci – parte terza

di Viviana Grippo
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Eccoci giunti alla rilevazione dei ratei di fine anno[1].

La scrittura contabile è la seguente (gli importi sono di pura fantasia ma normalmente essi vengono estrapolati da appositi conteggi forniti dal consulente del lavoro):

Ove l’azienda volesse in corso d’anno, mese per mese rilevare i ratei dei costi indiretti relativi alle ferie, ai permessi e alle mensilità aggiuntive, dovrà a fine mese rilevare sia i ratei maturati residui del mese sia quelli maturati in mese precedenti che sono stati utilizzati durante il mese stesso.

Completiamo, poi, la nostra disamina in tema di retribuzioni occupandoci delle rilevazioni del Fondo Tesoreria Inps (aziende con più di 50 dipendenti).

Il Fondo Tesoreria dell’Inps è stato introdotto con la Finanziaria 2006. Il fondo raccoglie i versamenti, facoltativi o obbligatori, del Tfr dei dipendenti ma, a differenza dei Fondi pensioni, l’azienda rimane il soggetto che eroga il Tfr al dipendente. L’azienda versa mensilmente al Fondo Tesoreria l’accantonamento Tfr e, al momento dell’erogazione del Tfr al dipendente paga al dipendente l’importo lordo recuperando contestualmente dall’Inps l’importo precedentemente versato inserendolo come credito nella liquidazione del DM10 (ricostruzione da invio Uniemens individuali).

Nella sostanza è una sorta di deposito che viene restituito all’azienda quando questa corrisponde il Tfr al dipendente.

Alla fine di ogni esercizio l’azienda provvede normalmente all’accantonamento rilevando il costo con contropartita il classico Fondo Tfr. Il Fondo Tfr, maturato nell’anno precedente, viene sempre rivalutato, nel caso del Fondo Tfr accantonato presso il Fondo Tesoreria la rivalutazione è a carico del Fondo Tesoreria.

L’azienda provvederà comunque al calcolo ed ad incrementare il Fondo Tfr con contropartita il credito verso il Fondo Tesoreria (in sostanza non si avrà un costo come nella rivalutazione di un qualsiasi fondo Tfr), infatti la rivalutazione è da un lato un debito verso il dipendente che viene inserito nel Fondo Tfr, dall’altro è un credito verso il Fondo Tesoreria in quanto di competenza di quest’ultimo.

Sulla rivalutazione dovrà essere versata una imposta sostitutiva. L’azienda potrà recuperare il versamento con l’utilizzo delle somme già versate o maturate presso il Fondo Tesoreria.

Partiamo da un prospetto paghe e rileviamo le retribuzioni.

 

 

Liquidiamo quindi i contributi e le altre voci.

A questo punto rileviamo gli accantonamenti destinati a fondi pensione e a Fondo Tesoreria Inps

Quindi si rileva il Fondo Tfr a fine esercizio (accantonamento virtuale in quanto si ipotizza che gli accantonamenti non andati a fondi pensione siano tutti versati al fondo tesoreria). L’accantonamento sarà normalmente pari ai versamenti effettuati durante l’anno

Il riepilogo riportato evidenzia alcune voci nuove, esaminiamole.

Nella sezione Liquidazione retribuzione la voce trattenute sindacali; trattasi di trattenute da effettuare sulla retribuzione del dipendente a seguito dell’adesione dello stesso ad una sigla sindacale. Viene trattata come ogni altra trattenuta creando un debito nei confronti del sindacato. Nella voce Liquidazioni contributi e varie troviamo Contributi Est c/ditta. Sono i versamenti che l’azienda deve effettuare, in relazione alla categoria di appartenenza, per i fondi di assistenza. In questo caso trattasi del Fondo Est dedicato al settore del terziario. L’onere è a carico dell’azienda e pertanto da origine ad un costo che può essere assimilato ai contributi vari ed al debito nei confronti dell’ente di assistenza.

Alla sezione accantonamento Tfr troviamo la quota Fondo Tesoreria. Come indicato all’inizio della scheda trattasi del versamento al Fondo della quota di accantonamento mensile per i dipendenti. Dal momento che la gestione del Tfr rimane in capo all’azienda si ritiene di suggerire una rilevazione a credito evidenziando in tal modo il credito nei confronti del Fondo Tesoreria per le quote di Tfr versate. A fine esercizio la rilevazione dell’accantonamento si limiterà alla quota non versata ai fondi pensione durante l’anno (in quanto i Fondi Pensioni presuppongono una gestione autonoma del rapporto e la quota di accantonamento Tfr a loro versata è stata già inserita a costo durante i mesi.

In contabilità quindi avremo sia l’evidenza del Fondo Tfr (maturazione da parte del dipendente) che del credito verso il Fondo Tesoreria (viene aperto infatti in dare).

Si ritiene che stante la medesima natura dei due conti gli stessi debbano confluire nella medesima voce del Fondo Tfr per cui nel prospetto di bilancio si evidenzierà esclusivamente il saldo.

La rivalutazione non è un costo per l’azienda in quanto le somme sono nella disponibilità del Fondo Tesoreria. Compete comunque all’azienda il versamento dell’imposta sostitutiva (vedi voce Accantonamento Tfr per il funzionamento dell’imposta sostitutiva). La rilevazione serve ad evidenziare il maturato del dipendente e, in contemporanea l’incremento del credito verso il Fondo Tesoreria.

L’imposta versata potrà essere recuperata dall’azienda, come detto, evidenziando nel prospetto DM10 (la comunicazione all’Inps delle poste che danno origine al debito/credito nei confronti dell’ente) un credito che verrà assimilato all’utilizzo del Fondo Tesoreria.

Rileviamo la rivalutazione del Fondo Tesoreria dell’anno precedente (le cifre sono ipotetiche)

Quando si utilizza il Fondo Tesoreria per recuperare l’imposta versata occorrerà stornare il Fondo Tesoreria in avere per evidenziare l’utilizzo del credito.

Per esempio, e solo per far comprendere il meccanismo, ipotizziamo il modello F24 con un debito verso l’Inps derivante da contributi (trattenuti e di competenza della azienda) per 1.000,00 €, il pagamento dell’imposta sostitutiva di 80.00 e l’utilizzo del Fondo Tesoreria per l’imposta stessa, all’interno del modello F24 vi sarà un unico debito di 920,00 per l’Inps (saldo del modello DM10 che comprende sia le voci a debito che a credito), ma il mastrino contabile Inps c/contributi presenterà un debito di 1.000,00 in quanto derivante dalle scritture ordinarie relative alla buste paga.

La scrittura dovrà essere a seguente:

Ipotizziamo ora la liquidazione di un dipendente in forza all’azienda da oltre 10 anni. Parte del suo Tfr sarà ancora presso l’azienda e parte presso il Fondo Tesoreria (qualora non avesse optato per i Fondi Pensione). La rilevazione della liquidazione avverrà come se fosse un Fondo Tfr normale, con la particolarità che, per la parte del Fondo Tfr maturato in capo all’azienda ed ancora in azienda prima dei versamenti effettuati al Fondo Tesoreria, si dovrà calcolare comunque la rivalutazione.

La scrittura della liquidazione Tfr dipendente X Y e rivalutazione su Fondo Tfr in azienda dovrà essere la seguente:

All’interno del Fondo Tfr vi sarà una parte già versata al Fondo Tesoreria e pertanto in sede di DM10 sarà indicato un credito. La rilevazione dell’utilizzo movimenterà in avere il conto Fondo Tesoreria (allo stesso modo della scrittura relativa al versamento dell’imposta sostitutiva sopra descritta). Per cui a fronte del rigo DM10 del modello F24 si avrà una doppia rilevazione. Una relativa al debito Inps derivante dalla buste paga ed una relativa all’utilizzo del credito vantato nei confronti del Fondo Tesoreria. In sostanza occorrerà evidenziare in dare il pagamento del debito verso l’Inps rilevato nel conto Inps c/contributi, ed in avere l’utilizzo del credito del conto Fondo Tesoreria.


[1] Il termine è usato impropriamente in quanto nella realtà quello che si rileva a fine anno, con lo scopo si dirà in seguito, è un debito nei confronti del lavoratore per salari e stipendi dovuti e per ferie e permessi. Non si tratta quindi di una ripartizione di un costo effettuata sulla base del tempo, come nel caso di rilevazione di ratei su interessi o mutui, non si rileva quindi la competenza di un costo a cavallo d’anno, ma si registra un debito maturato nel corso dell’esercizio in chiusura.

Scopo della registrazione è quindi quello di iscrivere in conto economico il giusto costo aziendale del personale valorizzando, quale contropartita, il debito (rateo) nel passivo di stato patrimoniale alla voce D14 .