5 Dicembre 2025

Scegliere il costo giusto per la decisione giusta

di Stefano Fontana
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La scheda di FISCOPRATICO

I rischi derivanti dall’uso scorretto delle configurazioni di costo

In ogni impresa le decisioni si basano sui numeri. Ma solamente avere i numeri non basta: serve sapere quali guardare.

Uno degli errori più frequenti nella gestione aziendale è utilizzare un costo sbagliato per prendere una decisione; ma non nel senso che ci possono essere errori di calcolo: un dato contabile può essere corretto in sé, ma inappropriato per la decisione in questione.

Infatti, il costo è un concetto molto insidioso, perché non esiste un “costo vero”, ma esistono diverse configurazioni di costo, tutte “giuste”, ma utili in un contesto diverso: ed è un errore abbastanza frequente quello di usare il costo sbagliato in relazione alla decisione che si deve prendere.

L’esempio più classico è l’uso del costo pieno (full cost) per decidere di rifiutare una commessa straordinaria, che invece, magari, avrebbe ripagato tutti i suoi costi variabili e avrebbe contribuito alla copertura dei costi fissi: se il prezzo offerto è 70 e il costo pieno è 90, si potrebbe erroneamente decidere di rifiutare l’ordine; ma se, magari, i costi variabili del prodotto sono solo 50 euro, ogni pezzo avrebbe generato un margine di contribuzione di 20 euro, utile comunque a coprire parte dei costi fissi.

All’opposto, un’impresa che fissa sempre i prezzi al di sotto del full cost potrebbe sembrare competitiva, ma nel lungo periodo non riuscirà a coprire i costi di struttura, compromettendo la propria sostenibilità economica.

Ogni configurazione di costo risponde a domande diverse.

  • il costo variabile è utile per analizzare la convenienza di un ordine, la composizione del mix produttivo o il punto di pareggio;
  • il costo diretto aiuta a capire se un prodotto o una linea di prodotti contribuisce realmente ai costi comuni;
  • il costo industriale serve per controllare l’efficienza del reparto produttivo e valorizzare il magazzino;
  • il costo operativo mostra la redditività della gestione caratteristica;
  • Il costo complessivo, infine, misura la sostenibilità strategica dell’impresa nel suo insieme.

Confondere questi livelli significa confondere anche le decisioni.

Il grosso rischio, quindi, non è di sbagliare i calcoli, ma quello di usare un costo giusto per la decisione sbagliata.

Le conseguenze possono essere rilevanti: prodotti solo apparentemente “non redditizi” eliminati dal portafoglio, margini sottostimati, errate scelte make or buy, prezzi incoerenti con i costi effettivi, prezzi fuori mercato, fino a scelte di investimento errate.

Un costo calcolato correttamente, ma usato nel contesto sbagliato, è come una bussola inaffidabile: indica una direzione, ma non quella giusta.

In generale, è consigliabile che vengano calcolati tutti questi costi: la panoramica completa aiuta la comprensione di dove e come l’azienda consuma le proprie risorse e facilita le decisioni.

L’abilità del management non sta, quindi, nel calcolare i costi, ma nello scegliere quale costo utilizzare in relazione al tipo di decisione.

Solo imparando a utilizzare la configurazione di costo più appropriata si può trasformare il dato contabile in informazione decisionale, evitando errori di valutazione che, nel tempo, possono costare molto più di quanto si pensi.