Adeguati assetti, IRS 18, rendicontazione di sostenibilità e Balanced Scorecard: strumenti per la governance aziendale
di Paola BarisoneL’evoluzione della normativa in tema di adeguati assetti organizzativi, la crescente rilevanza della rendicontazione di sostenibilità e l’adozione di strumenti manageriali integrati, come la Balanced Scorecard, stanno profondamente trasformando la governance delle imprese italiane, soprattutto delle PMI. L’IRS 18 del Consiglio Nazionale dei Commercialisti (“Balanced Scorecard e misurazione delle performance ESG e di sostenibilità”) offre importanti linee guida per la progettazione e l’implementazione di sistemi integrati di controllo e reporting, evidenziando come la sostenibilità non sia più solo un adempimento normativo, ma un vero driver strategico per la creazione di valore.
Introduzione
Nel contesto attuale, caratterizzato da crescente attenzione verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, le organizzazioni — pubbliche e private — adottano strumenti sempre più avanzati per misurare, valutare e comunicare le proprie performance. Tra questi, assumono un ruolo centrale l’indicatore IRS 18, la rendicontazione di sostenibilità e la Balanced Scorecard. Sebbene nati in contesti differenti, questi strumenti possono integrarsi tra loro e contribuire a una gestione strategica più coerente e trasparente, da integrare nella costruzione di adeguati assetti organizzativi amministrativi e contabili.
1. Adeguati assetti, nuovo perimetro degli obblighi organizzativi e informativi anche ai fini della sostenibilità ambientale
La Riforma operata dal Codice della Crisi e l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 14/2019 e le successive modifiche, ha apportato importanti modifiche all’art. 2086, c.c., imponendo all’imprenditore organizzato in forma societaria di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili “adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa”, atti anche a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e la perdita della continuità aziendale.
Fra gli indicatori di adeguatezza, primaria importante viene individuata nella capacità dell’impresa di predisporre strumenti di pianificazione, controllo e reporting anche extra-contabile.
La normativa europea (Direttiva CSRD 2022/2464/UE) recepita nel nostro ordinamento dal D.Lgs. n.125/2024 ha rafforzato la valenza strategica della sostenibilità ambientale, richiedendo una lettura degli “adeguati assetti” che includa policy, processi e strumenti per la rendicontazione e il presidio dei fattori ESG (Environmental, Social, Governance).
Pertanto, un’azienda che aggiorna le proprie procedure di controllo interne per monitorare anche i rischi climatici (ambiente), il benessere dei dipendenti (sociale) e l’etica aziendale (governance) risponde sia ai requisiti normativi sugli adeguati assetti, sia alla domanda del mercato per un’impresa sostenibile.
2. Rendicontazione di Sostenibilità: obblighi e opportunità
La rendicontazione di sostenibilità, obbligatoria per le grandi imprese e progressivamente estesa alle PMI anche su base volontaria (cfr. ESRS VSME e i modelli volontari di EFRAG), rappresenta uno strumento di trasparenza sui temi ESG.
Il riferimento normativo è contenuto:
- nella Direttiva CSRD e nel D.Lgs. n. 125/2024, che ha recepito in Italia la normativa europea individuando gli obblighi e le modalità con cui redigere la “rendicontazione di sostenibilità”;
- European Sustainability Reporting Standards (ESRS): gli standard tecnici EFRAG (anche con versioni semplificate per le PMI – “VSME”);
- principi e linee guida professionali: tra cui IRS 14 (“Rendicontazione di sostenibilità volontaria per PMI e microimprese”).
La rendicontazione di sostenibilità deve essere integrata alla strategia e ai rischi aziendali, e collegata agli adeguati assetti e alla governance, basata sul principio di “doppia rilevanza” (impatto dell’impresa sul contesto ESG e viceversa).
Non solo, ma una microimpresa che volontariamente redige un report di sostenibilità secondo il modello VSME può ottenere migliori condizioni di credito grazie alla trasparenza sugli indicatori chiave (emissioni CO₂, formazione, diversity).
3. La Balanced Scorecard come architrave per l’integrazione dei KPI ESG
La Balanced Scorecard (BSC), sviluppata da Kaplan e Norton, è uno strumento di pianificazione e controllo che consente di collegare gli obiettivi strategici dell’impresa a indicatori di performance organizzati su 4 prospettive:
- economico-finanziaria : misura risultati economici;
- clienti: valutazione fidelizzazione e soddisfazione;
- processi interni: individua processi critici per la creazione di valore;
- apprendimento e innovazione (capitale umano, conoscenza, cultura): analizza le capacità e competenze dell’organizzazione.
La BSC favorisce una visione equilibrata delle performance, andando oltre i soli indicatori economici e includendo aspetti qualitativi e di sviluppo organizzativo.
La sua funzione originaria e fondamentale è quella di mappa per tradurre la strategia in azione, indirizzata a individuare e definire obiettivi strategici lungo le 4 prospettive sopra indicate, collegandoli in una catena causale logica, allineando unità organizzative, risorse e iniziative alla vision aziendale, e individuando altresì concretamente le iniziative in grado di migliorare le performance.
In tale contesto, l’integrazione della valutazione qualitativa dell’andamento aziendale con indicatori ambientali (emissioni, consumi, rinnovabili), dimensioni sociali (inclusione, sicurezza, impatto sul territorio), e aspetti di governance (etica, trasparenza, gestione del rischio), è funzionale a una migliore misurazione dell’andamento aziendale.
L’IRS 18 del CNDCEC, realizzato dalla Commissione Reporting di Sostenibilità fornisce indicazioni pratiche per arricchire la BSC con i KPI ESG, integrando così la dimensione della sostenibilità nei sistemi di controllo direzionale.
4. Sinergia tra assetti, sostenibilità e BSC
L’implementazione nella costruzione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili di strumenti di valutazione qualitativa delle performance aziendali aggiornati anche in tema di sostenibilità aziendale consente di monitorare tempestivamente la performance ESG e identificarne le criticità, adempiendo agli obblighi ex art. 2086, c.c., in linea con il D.Lgs. n. 14/2019).
Non solo, ma le informazioni raccolte per la BSC (indicatori ambientali, sociali e di governance) alimentano la reportistica obbligatoria e volontaria promuovendo una cultura aziendale centrata su valori condivisi.
Quanto precede rende dunque chiaro come la BSC e la rendicontazione di sostenibilità, in particolare il sistema di gestione presupposto da CSRD/ESRS, siano strumenti, che ben si possono integrare nella comune prassi aziendale essendo accomunati da diversi e importanti elementi come evidenziati di seguito:
- elemento strategico e forward looking: la BSC nasce per tradurre la visione strategica in obiettivi operativi misurabili, abilitando una gestione orientata al medio-lungo periodo. Analogamente, CSRD e ESRS impongono una rendicontazione “forward-looking”, includendo obiettivi di sostenibilità, piani di transizione e impatti futuri su modello di business e catena del valore;
- approccio integrato e multidimensionale alle performance: la BSC struttura la performance su più prospettive: finanziaria, clienti, processi interni, apprendimento e capitale umano. La logica degli ESRS è analoga: impone una visione olistica e interdipendente dei fattori ESG, favorendo la gestione integrata dei rischi e delle opportunità. Sebbene il suo scopo non sia direttamente volto a favorire la generazione di profitto, mediante la materialità finanziaria ne costituisce parte integrante e funzionale allo scopo;
- centralità della misurazione tramite KPI: la BSC si fonda su KPI chiari, comparabili e controllabili, che guidano il monitoraggio delle performance strategiche. Gli ESRS impongono l’uso di indicatori quantitativi standardizzati per ciascun tema materiale (emissioni, inclusione, governance ) rafforzando il controllo direzionale;
- causalità tra obbiettivi, rischi, politiche e risultati: la BSC propone una mappa strategica che connette obiettivi, leve operative, output e risultati attesi. L’architettura degli ESRS richiede che le imprese documentino le connessioni logiche tra governance, strategia, gestione dei rischi, politiche e target ESG, secondo un approccio di coerenza interna del tutto simile alla BSC;
- accountability organizzativa e trasparenza: la BSC attribuisce responsabilità operative ai vari livelli dell’organizzazione e favorisce il monitoraggio continuo. La CSRD introduce l’obbligo di rendicontazione esterna e di assurance, spingendo le imprese verso un sistema di accountability interna trasparente e verificabile, che la BSC è in grado di sostenere.
5. Esempio pratico di integrazione tra BSC e ESRS
Ad esempio, un miglioramento nel KPI ESRS “riduzione delle emissioni di CO2” (Processi Interni) può portare a una riduzione dei costi energetici (finanziaria) e a un miglioramento della reputazione (cliente) nel medio-lungo termine, il tutto in perfetta logica BSC.
6. Criticità dell’integrazione tra adeguati assetti – rendicontazione ESG e BSC
Il percorso di integrazione tra policy sugli assetti, rendicontazione ESG e BSC, tuttavia, non è priva di difficoltà operative, in quanto occorre primariamente superare la logica del mero adempimento a favore di un effettivo presidio dei rischi e delle opportunità per la crescita aziendale.
Risulta pertanto determinante la qualità e la tracciabilità dei dati ESG che debbono essere coniugati soprattutto nelle PMI, con l’implementazione di strumenti e competenze nuove e strutturate.
Difatti, la formazione del personale e dei professionisti dell’impresa, anche attraverso percorsi abilitanti per il revisore della sostenibilità (crediti formativi), si rivela essenziale per garantire qualità e affidabilità delle informazioni.
7. Conclusioni
La presenza di assetti organizzativi amministrativi e contabili adeguati, di una rendicontazione ESG e la Balanced Scorecard rafforzano l’informativa e consentono, tramite il ruolo centrale del commercialista, di rispondere pienamente sia alle esigenze di conformità, sia alle aspettative di mercato e degli stakeholder.
Pertanto, l’utilizzo congiunto di IRS 18, rendicontazione di sostenibilità e Balanced Scorecard permette alle imprese di:
- migliorare la governance interna;
- rafforzare la credibilità verso gli stakeholder;
- monitorare l’impatto sociale e ambientale;
- comunicare valore in modo chiaro, misurabile e verificabile.
Conseguentemente, al fine della costruzione di adeguati assetti organizzativi amministrativi e contabili l’informativa deve essere impostata alla:
- verifica dell’adeguatezza degli assetti organizzativi, includendo policy e sistemi ESG;
- avvio (anche volontario) della rendicontazione di sostenibilità secondo gli standard ESRS/VSME;
- progettazione di una Balanced Scorecard integrata con KPI ESG;
- formazione continua e presidio dei nuovi obblighi in tema di revisione della rendicontazione di sostenibilità.


