Le particolarità degli “adeguati assetti” nelle società cooperative
di Alberto RocchiCome ormai sottolineato da più parti, nella valutazione dell’adeguatezza degli assetti delle società, in mancanza di indicazioni esaustive provenienti dalla normativa, occorre rifarsi a prassi e procedure che, faticosamente, si sta tentando di standardizzare onde avere un quadro di riferimento sufficientemente chiaro e oggettivo. Sotto questo profilo, vanno sottolineati gli sforzi compiuti dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti che è intervenuta in materia con il documento “Assetti organizzativi, amministrativi e contabili: check-list operative” del Luglio 2023 di grande chiarezza.
Quando la valutazione di adeguatezza si applica al mondo cooperativo, diventa ancora più difficile trovare punti di riferimento, in quanto la particolarità di questo tipo societario sottrae in buona parte validità alle indicazioni di carattere generalista, anche quelle consolidate. Lo scopo mutualistico, quale elemento caratterizzante il modello cooperativistico, imprime alla gestione aziendale diversa finalità, alterando il tradizionale orientamento “al profitto” tipico delle società lucrative. Occorre coniugare le esigenze di economicità della gestione con le aspettative di performance mutualistica attesa dalla base sociale, nel cui risultato si sostanzia quel “vantaggio mutualistico” in cui risiede la motivazione della partecipazione alla compagine societaria.
È da accogliere con estremo interesse, pertanto, il documento, omologo a quello citato del luglio 2023 (e datato 10 ottobre 2024), con il quale la medesima Fondazione Nazionale ha inteso focalizzarsi sulle cooperative individuando apposite check-list operative aventi contenuto più specifico per il tipo societario preso in considerazione. Si ritiene che i 2 documenti vadano utilizzati congiuntamente o, per meglio dire, che le check-list delle cooperative si vadano ad aggiungere a quelle studiate per le imprese lucrative. Parlare infatti di “mission” aziendale o di modello di business (come nella lista di controllo suggerita per le società profit pure), non è certamente sufficiente nel sistema aziendale cooperativo, anche se è pur sempre importante. Infatti, l’attività economica esercitata attraverso la forma cooperativa, pur mantenendo le caratteristiche proprie di un’iniziativa imprenditoriale, ha bisogno di strumenti di autovalutazione aggiuntivi rispetto a quelli ordinari. È certamente importante parlare di obiettivi, piano strategico, individuazione dei rischi in quanto l’azienda opera sul mercato come le altre. Tuttavia, quando si passa alla misurazione delle performance, entrano in gioco gli scopi mutualistici che assorbono gran parte delle energie del management.
Ecco che nella check-list specifica delle cooperative, trovano spazio valutazioni del modello di business che tengano conto del “concreto perseguimento dello scopo mutualistico” nonché delle “modalità di attribuzione del vantaggio mutualistico”. Questi elementi devono emergere dalle strategie aziendali della cooperativa e devono essere riepilogati nella relazione ex art. 2545, c.c.. Passando agli assetti organizzativi, la struttura deve essere in grado di trasferire ai soci “un’informazione compiuta e accessibile sull’andamento del patrimonio indivisibile”. Un altro punto fondamentale è il monitoraggio della base sociale e la corretta formazione delle decisioni sull’ammissione e l’esclusione dei soci.
Anche qui è necessario avere una struttura che sia in grado di soddisfare in modo efficiente e tempestivo queste esigenze gestionali. E molte altre questioni complesse, che variano di grado a seconda delle dimensioni della società, discendono dalla base sociale: il conteggio dei voti in assemblea, l’esame degli aventi diritto, la distinzione tra soci finanziatori e soci cooperatori, la corretta formazione dell’organo amministrativo, ecc.. Infine, ma non certo da ultimo, le questioni contabili. Occorre che il sistema contabile abbia qualcosa in più rispetto a quanto sarebbe sufficiente in un’impresa non cooperativa. Esso deve essere in grado di fornire i dati sugli scambi mutualistici e non solo in relazione agli scambi con i terzi ma anche in funzione della quantificazione del vantaggio mutualistico, vero indicatore gestionale della cooperativa. Inoltre, nel caso in cui le gestioni mutualistiche siano più di una, occorre dare conto delle risultanze di ogni singola gestione con dati chiari e di immediata comprensione.
Ricordiamo che le check-list dovranno essere utilizzate anche dagli Organi di controllo interno delle cooperative, in particolare dal Collegio Sindacale, al fine di adempiere a uno dei compiti che la Legge pone a loro carico. Sarebbe utile sensibilizzare sin da ora i vertici amministrativi delle cooperative su queste tematiche, in modo che nel bilancio dell’anno 2025 si possa dire che i suggerimenti siano stati recepiti. In particolare, che venga allegata al bilancio una esaustiva informativa non finanziaria come prescritto dall’art. 2545, c.c..


