Alcune poste di bilancio hanno un elevato rischio fiscale
di Andrea BongiCi sono alcune voci del bilancio d’esercizio che hanno, intrinsecamente, un elevato grado di rischiosità fiscale. Si tratta di poste contabili che sono attenzionate in modo particolare nel corso di una verifica fiscale perché, spesso, al loro interno, si nascondono vere e proprie incompatibilità con la disciplina tributaria vigente.
In linea generale, le voci del bilancio d’esercizio per poter superare indenni una verifica fiscale, devono possedere i requisiti previsti dal TUIR ovvero la certezza, l’inerenza e la competenza che riguarda sia i costi che i ricavi.
Anche se caratterizzate dal possesso di tali requisiti, alcune poste di bilancio potrebbero incontrare quello che, sia in dottrina che in giurisprudenza, è stato definito come: «il potere dell’Amministrazione Finanziaria di riqualificare le poste di bilancio e di sindacare alcune scelte di impresa».
Da non dimenticare, sempre in relazione alle questioni preliminari di carattere generale, l’importanza che deve essere attribuita al c.d. principio di derivazione rafforzata in base al quale, in assenza di deroghe da parte della legislazione fiscale, l’adozione di pratiche in linea con i principi contabili rende inattaccabili le appostazioni di bilancio.
Si tratta, ovviamente, di situazioni limite particolarmente complesse che la giurisprudenza, anche di legittimità, ha spesso risolto a favore del Fisco.
In linea generale, anche la normativa relativa alle c.d. società di comodo di cui alla Legge n. 724/1994 è ancora in grado, seppur con toni più ridotti grazie alle recenti novità normative, di sconvolgere, almeno dal punto di vista del carico fiscale, alcune poste di bilancio.
Queste prime criticità di carattere generale saranno oggetto di specifica trattazione nel corso specialistico dal titolo: “Poste di bilancio a elevato rischio fiscale.
Oltre a tali questioni di carattere generale esistono, però, anche criticità di carattere fiscale relative a specifiche poste del bilancio.
Fra queste, un ruolo di primo piano è rivestito dai costi sostenuti dall’impresa in relazione a contratti di sponsorizzazione. Questa tipologia di costi è quasi sempre sottoposta a un esame approfondito da parte dei verificatori fiscali. Esame che, in molti casi, si risolve con una contestazione circa l’esatta natura del costo e la detraibilità dell’IVA sostenuta e deducibilità del relativo costo.
Questione delicata, e da esaminare con particolare attenzione, riguarda anche le plusvalenze in regime di PEX iscritte nel bilancio d’esercizio. La disciplina tributaria contenuta nell’art. 87, TUIR, è tutt’altro che semplice e prevede il verificarsi di tutta una serie di requisiti, anche di carattere temporale, per poter qualificare come acquisito il regime di esenzione specifico alle plusvalenze conseguite.
Anche i compensi attribuiti agli amministratori sono spesso oggetto di contestazione da parte del Fisco. Spesso è la carenza dei requisiti formali – mancanza o tardività della delibera di attribuzione del compenso – che fa sorgere contestazioni in ordine alla deducibilità del costo per la società. Altre volte è l’entità stessa del compenso attribuito agli amministratori che fa sorgere questioni fiscali di non poco conto.
Di tali questioni si è occupata, a più riprese, la giurisprudenza tributaria sia di merito che di legittimità.
Correlato al tema dei compensi agli amministratori, vi sono le problematiche di deducibilità fiscale dei premi assicurativi pagati dalla società per proteggere il proprio management e gli accantonamenti annuali stanziati in bilancio a titolo di trattamento di fine mandato (il famigerato TFM).
Anche su tali questioni assistiamo a continue prese di posizione della giurisprudenza tributaria, con la formazione di recenti orientamenti che vanno consolidandosi e che meritano di essere approfonditi e studiati.
Altra voce di bilancio a elevata sensibilità fiscale è costituita, senza alcun dubbio, dalle rimanenze di magazzino. Quando il peso specifico di tale voce è rilevante, l’attenzione dei verificatori fiscali può concentrarsi sulla gestione dell’intero ciclo delle rimanenze fino alla loro ricostruzione finalizzata all’emissione di un giudizio di attendibilità del dato contabile con le consistenze reali.
Gravi scostamenti nelle rimanenze di magazzino o l’assenza delle c.d. distinte inventariali, che l’impresa deve sempre avere a disposizione e consegnare agli organi verificatori in caso di esplicita richiesta, possono far dichiarare l’inattendibilità delle scritture contabili, ai sensi del D.P.R. n.570/1996, che legittima il ricorso alle metodologie di accertamento induttivo.
Anche i finanziamenti eseguiti dai soci sono voci di bilancio ad elevata sensibilità fiscale. Queste operazioni, molto frequenti nelle piccole realtà societarie e nei gruppi di imprese, possono creare problemi fiscali sia sul fronte delle imposte indirette – tipicamente il tributo di registro – e delle dirette.
La natura gratuita od onerosa del finanziamento, le formalità seguite nella fase di delibera e accettazione diventa cruciali per evitare contestazioni nel corso di una verifica fiscale.
Situazione analoga anche in relazione alle operazioni di svalutazione e perdita su crediti. In tale ambito sono, infatti, molteplici le prese di posizione dell’amministrazione finanziaria e della giurisprudenza tributaria, in relazione alla presenza dei requisiti di certezza e precisione che la normativa tributaria richiede ai fini della deducibilità di una perdita su crediti.
Anche in relazione ad alcune componenti delle immobilizzazioni immateriali appostate nell’attivo dello stato patrimoniale possono sorgere questioni di valutazione e conseguente deducibilità fiscale. Si pensi, tanto per fare qualche esempio, alle problematiche relative all’avviamento commerciale, alle manutenzioni straordinarie capitalizzate o alle spese di sviluppo.
Capitolo a parte per le fatture soggettivamente inesistenti. Qui le questioni che si presentano sono ovviamente molteplici e investono la detraibilità dell’IVA pagata dall’utilizzatore delle fatture stesse. In questo ambito molto rilevanti sono le prese di posizione della giurisprudenza comunitaria e il conseguente recepimento da parte delle corti di merito nazionali e della stessa Corte di cassazione.


