21 Novembre 2025

Valorizzare la sostenibilità ambientale: il secondo bando “Made Green in Italy”

di Giovanna Greco
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La scheda di FISCOPRATICO

Quali strumenti hanno le imprese italiane per valorizzare la sostenibilità dei propri prodotti?

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato il nuovo bando denominato “Secondo Bando per l’accesso al contributo, in regime di de minimis, di progetti per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti, ai fini dell’adesione allo schema Made Green in Italy”.

Questo intervento si inserisce nel quadro dello schema volontario “Made Green in Italy”, istituito con il D.M. n. 56 del 21.3.2018 (“Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato «Made Green in Italy»”). L’obiettivo è promuovere la misurazione, la certificazione e la comunicazione delle prestazioni ambientali dei prodotti «Made in Italy», offrendo alle imprese strumenti concreti di valorizzazione ambientale e competitiva.

Il bando costituisce un importante strumento per le imprese italiane che intendono valorizzare le proprie produzioni “Made in Italy” anche sotto il profilo ambientale. L’adesione allo schema Made Green in Italy, insieme alla valutazione dell’impronta ambientale, può rappresentare un elemento distintivo competitivo sui mercati, contribuendo a rafforzare il posizionamento ambientale dell’azienda.

Il bando mira a incentivare i produttori italiani dei beni e servizi “Made in Italy” a intraprendere un percorso di calcolo dell’impronta ambientale dei propri prodotti, ai fini dell’adesione allo schema Made Green in Italy.

In particolare, i principali obiettivi sono:

  • favorire l’adozione della metodologia PEF (Product Environmental Footprint) per la valutazione del ciclo di vita del prodotto, in linea con le raccomandazioni europee;
  • migliorare la competitività ambientale dei prodotti italiani, attribuendo loro una dichiarazione di impronta ambientale e, in caso di prestazioni adeguate, il logo “Made Green in Italy”;
  • promuovere trasparenza e comunicazione ambientale, incentivando imprese a rendicontare le proprie prestazioni lungo il ciclo di vita dei prodotti;
  • far emergere buone pratiche aziendali e favorire la diffusione del paradigma della green production anche in PMI e filiere.

Possono accedere al contributo le imprese che soddisfano i seguenti requisiti:

  • produttori di beni o servizi classificabili come “Made in Italy”, ai sensi dell’art. 60 del Regolamento (UE) n. 952/2013;
  • le imprese devono fare riferimento a prodotti per i quali è pubblicata e risulta valida, alla data della domanda, una Regola di Categoria di Prodotto (RCP) dello schema Made Green in Italy;
  • non essere soggetti che negli ultimi 2 anni sono stati destinatari di provvedimenti di revoca di agevolazioni (salvo rinunce) o non abbiano restituito agevolazioni ricevute per cui sia stata disposta la restituzione;
  • ogni soggetto può presentare una sola istanza, che può riguardare uno o più prodotti ammissibili.

Questo modello selettivo garantisce che, solo aziende con prodotti già inquadrati nello schema volontario possano accedere al sostegno, favorendo una reale progressione verso la certificazione ambientale.

I progetti ammissibili riguardano specificamente la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti, destinata all’adesione allo schema Made Green in Italy. Le principali tipologie di spese ammissibili sono:

  • attività di consulenza per lo studio dell’impronta ambientale del prodotto (PEF);
  • spese per la verifica indipendente da parte di ente terzo accreditato, richiesta dallo schema per il rilascio del logo;
  • acquisto di strumentazioni, licenze software, accesso a banche dati e servizi specificamente funzionali all’attività di calcolo dell’impronta ambientale;
  • eventuali spese direttamente connesse al progetto, secondo l’avviso di bando.

Non sono ammesse spese generali, imposte, atti notarili, costi legati al personale non direttamente riconducibili al progetto.

I progetti devono essere avviati dopo la presentazione della domanda e realizzati secondo i termini indicati nel bando.

È importante considerare questo bando come porta d’ingresso verso un percorso più articolato: dall’analisi PEF, all’ottenimento del logo Made Green in Italy, fino all’uso pubblico di tale qualificazione come strumento di marketing ambientale.

La dotazione finanziaria complessiva del bando ammonta a 114.000,00 euro per l’annualità 2026.

Ogni proposta progettuale ammessa potrà beneficiare di un contributo a fondo perduto, in regime “de minimis”, fino a un massimo di 7.750,00 euro.

La procedura è a sportello, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle istanze, fino a esaurimento delle risorse.

La misura consente alle imprese di sostenere i primi costi relativi alla valutazione dell’impronta ambientale, abbassando la barriera d’ingresso verso la certificazione ambientale dello schema Made Green in Italy.

Le domande devono essere presentate esclusivamente via PEC all’indirizzo indicato nel bando (programmicertificazione@pec.mase.gov.it) nel periodo che va dalle ore 08:00 del 28 ottobre 2025 alle ore 20:00 del 28 novembre 2025.

Nella mail PEC dovrà comparire come oggetto: “Secondo Bando per l’accesso al contributo di progetti ai fini dell’adesione allo Schema ‘Made Green in Italy’”.

La valutazione segue la logica “a sportello”: la domanda è ammessa se completa e conforme; l’erogazione avverrà entro 60 giorni dalla richiesta di pagamento, a condizione che il progetto sia realizzato e la rendicontazione sia conforme.

Per consulenti, esperti di finanza agevolata e imprese, è importante considerare questo bando come porta d’ingresso verso un percorso più articolato: dall’analisi PEF, all’ottenimento del logo Made Green in Italy, fino all’uso pubblico di tale qualificazione come strumento di marketing ambientale.