21 Ottobre 2025

Ricambio generazionale dei commercialisti a rischio: le sfide e le strategie per il futuro della professione

di Flaminia Liberati di MpO & Partners
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Lo scorso 9 giugno la Fondazione Nazionale dei Dottori Commercialisti ha pubblicato il rapporto annuale 2025, offrendo un quadro aggiornato sull’andamento in termini di iscritti all’Albo e dati reddituali registrati nel 2024. Un documento ampio e ricco di spunti, che molti hanno già avuto modo di consultare. In questo articolo, però, scegliamo di soffermarci su un aspetto in particolare — forse il più delicato e strutturale per il futuro della professione: la crescente disaffezione dei giovani verso la carriera da dottore commercialista.

Il rapporto 2025 segnala un calo degli iscritti all’Albo, accompagnato da un calo degli iscritti alle casse di previdenza (CNPADC e CNPR). Nel corso dell’ultimo anno, il numero di professionisti iscritti all’Albo è complessivamente diminuito di 472 unità, -0,4% rispetto all’anno precedente. È il primo anno dal 2007 che la variazione ha segno negativo, frutto di un decremento di 796 iscritti nella sezione A (-0,7%), un incremento di 171 iscritti nella sezione B degli esperti contabili (+7,6%) e di 153 nell’elenco speciale (+4.7%). Tuttavia, nel corso del 2024 si sono registrate 1.958 iscrizioni all’Albo, superando perfino il dato dell’anno precedente (1.864), dunque Il calo di iscritti è da attribuire essenzialmente ad un incremento delle cancellazioni.

L’aspetto che suscita maggiore preoccupazione è però, come sopra anticipato, il calo del numero dei praticanti. Le iscrizioni al registro del tirocinio hanno subito un calo del 5,7% rispetto al 2023 e del 20% rispetto al 2018. Ancora più allarmante è il dato (riportato anche dal Sole24Ore) sul numero di tirocinanti che  arrivano effettivamente a sostenere l’Esame di Stato:  in 18 anni sono diminuiti del 63,5%, segno che solo un terzo prosegue e conclude il percorso di abilitazione.

È il risultato di un settore che appare sempre meno attrattivo: l’elevato costo e la lunga durata del percorso formativo, uniti ad una fase iniziale poco remunerativa, scoraggiano molti giovani dall’intraprendere questa carriera. A rendere il contesto ancora meno competitivo contribuisce la concorrenza del mondo aziendale, capace di offrire percorsi più strutturati, dimensioni organizzative maggiori e opportunità di crescita più rapide. Si tratta di un segnale particolarmente critico, perché preannuncia una crescente difficoltà nel ricambio generazionale e la sostenibilità stessa della professione nei prossimi anni.

Eppure, questa disaffezione appare paradossale se si osservano i dati reddituali complessivi della categoria. Prendendo in esame i dati recentemente rilasciati da parte dell’Osservatorio sulle Entrate Fiscali 2025 sui redditi medi lordi dichiarati nel 2024 (relativi all’anno 2023) dalle diverse categorie professionali, i commercialisti si collocano nella fascia medio-alta delle professioni: con un reddito medio annuo di…

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