Intelligenza artificiale e fisco: cronaca di una rivoluzione silenziosa
di Andrea BongiL’utilizzo delle tecniche più avanzate di intelligenza artificiale da parte dell’Amministrazione finanziaria costituisce una vera e propria rivoluzione silenziosa. Si tratta, infatti, di tecniche e metodologie che non impattano direttamente sul contribuente, perché come ha recentemente affermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, «… l’intelligenza artificiale viene utilizzata esclusivamente in fase preistruttoria, cioè per individuare i contribuenti da sottoporre a controllo».
Dal punto di vista normativo, le fonti di attivazione delle analisi del rischio informatizzate sui dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari, risalgono al 2019.
Nello specifico è la Legge di bilancio 2020 (Legge n. 160/2019) a individuare le attività di analisi di rischio basate sull’archivio dei rapporti finanziari, la cui disciplina è contenuta nell’art. 7, comma 6, D.P.R. n. 605/1973. A tale fonte istitutiva primaria delle analisi di rischio, ha fatto poi seguito il D.M. 28 giugno 2022, in attuazione dell’art. 1, comma 683, Legge n. 160/2019, relativo, appunto, al trattamento dei dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari, di cui al comma 682 del medesimo art. 1 (in Gazz. Uff. n. 152 del 1° luglio 2022).
Le analisi informatizzate di rischio sui dati dell’archivio dei rapporti finanziari rappresentano, dunque, il punto di partenza di questa rivoluzione silenziosa che il Fisco sta portando avanti in maniera sempre più spedita.
Oltre a tale banca dati strategica, per le attività di contrasto all’evasione fiscale e alle frodi l’Amministrazione finanziaria può contare ora su un altro bacino, quasi sterminato, di informazioni altamente delicate e sensibili, da utilizzare sia per le attività di contrasto che di compliance fiscale: l’archivio dati fattura integrati.
Per il termine “dati fattura integrati” si intendono i dati, estrapolati dai file fattura, riferiti alla natura, qualità e quantità delle operazioni. Grazie al provvedimento del Garante della privacy n. 454 del 22 dicembre 2021, questi dati sono trattati solo per le fatture emesse verso altri operatori economici, escludendo quelle emesse da soggetti che operano nel settore legale.
Oltre a questa sterminata banca dati, il Fisco dispone ora anche di nuovi strumenti normativi messi in atti a seguito della recente Riforma fiscale.
Il riferimento è all’art. 2, D.Lgs. n. 13/2024, la cui rubrica è appunto “Definizione delle analisi di rischio” che disciplina tali attività informatizzate a carattere generale.
Le attività di analisi di rischio vengono definite da tale disposizione normativa come un vero e proprio processo, composto da 1 o più fasi, che, al fine di massimizzare l’efficacia delle attività di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale, alla frode fiscale e all’abuso del diritto in materia tributaria, nonché di quelle volte a stimolare l’adempimento spontaneo, tramite modelli e tecniche di analisi deterministica ovvero probabilistica, nel rispetto della normativa in materia di trattamento di dati personali utilizza, anche attraverso la loro interconnessione, le informazioni presenti nelle basi dati dell’Amministrazione finanziaria, ovvero pubblicamente disponibili, per associare, coerentemente a uno o più criteri selettivi, ovvero a uno o più indicatori di rischio desunti o derivati, la probabilità di accadimento a un determinato rischio fiscale, effettuando, ove possibile, anche una previsione sulle conseguenze che possono generarsi dal suo determinarsi.
Nel corso specialistico di Euroconference dal titolo “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E FISCO” ci occuperemo proprio di analizzare queste tematiche sia dal punto di vista normativo, sia dal punto di vista delle tutele dei contribuenti.
La rivoluzione silenziosa in atto non è infatti esente da rischi per i contribuenti. che diventano sempre più elevati quando oggetto di trattamenti informatizzati sono dati a elevata sensibilità, non solo fiscale.
Recentemente sono giunte agli onori delle cronache vicende relative ad accessi massivi e non autorizzati aventi a oggetto proprio l’archivio dei rapporti finanziari, attraverso le quali, migliaia di contribuenti hanno visto cadere in mani poco raccomandabili informazioni altamente sensibili che li riguardano.
Proprio queste vicende giudiziarie hanno costretto l’Amministrazione a implementare le misure di protezione dei dati contenuti nell’anagrafe tributaria per limitare al massimo il rischio di nuove e ulteriori intrusioni indesiderate.
Dalle varie relazioni fornite dai vertici dell’Amministrazione finanziaria, emergono tutta una serie di attività svolte sui dati dell’anagrafe tributaria e le tecniche informatiche utilizzate.
Si tratta di attività di estremo interesse e rilievo, che evidenziano come si arriva alla creazione di liste selettive di contribuenti da sottoporre ad attività di accertamento, o di stimolo all’adempimento (la c.d. compliance), partendo da precostituiti indicatori di rischio fiscale.
Nel corso del seminario avremo modo di esaminare queste attività, con riferimento ai singoli processi di selezione già messi in atto dall’amministrazione finanziaria.
Nella parte conclusiva del corso esamineremo anche le indicazioni fornite, su questa delicatissima materia, dal Garante della privacy e le misure che l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto di accogliere sulla base proprio delle raccomandazioni della suddetta Autorità.
Concluderà il corso specialistico una disamina dei primi spunti che la giurisprudenza, interna ed eurounitaria, ha già fornito in relazione alla legittimità dei procedimenti amministrativi basati, in tutto o in parte, sull’intelligenza artificiale.


