18 Aprile 2014

Seguendo le vie papali

di Chicco Rossi
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E anche Pasqua è arrivata e dentro l’uovo l’Agenzia delle Entrate ci ha fatto trovare una bella sorpresa: il posticipo dell’invio della comunicazione dei beni ai soci.

Ecco che allora dopo aver passato le festività in famiglia arriva un bel ponte da poter sfruttare per evadere dalla routine quotidiana.

Ricollegandoci a precedenti interventi e seguendo un filo conduttore che rappresenta una perfetta prosecuzione delle festività appena trascorse, perché non fare una gita Oltralpe con destinazione finale Avignone, antica sede papale? Vi innamorerete di questi posti così dolci ed eleganti e ci tornerete di sicuro, caso mai in estate quando c’è il tripudio del viola che inonda i campi coltivati a lavanda. Se siete impazienti potete andare sul sito www.routes-lavande.com dove vengono indicati i periodi di fioritura che logicamente variano in funzione della zona climatica di produzione.

Con l’occasione è possibile fare alcune soste intermedie nella charmant e glamour Costa Azzurra che offre alternative per tutti i gusti.

Per chi ama la bella vita c’è l’imbarazzo della scelta. Si può andare a Nizza, Cannes o nell’impareggiabile Saint Tropez (Chicco Rossi ricorda una bellissima Pasqua quando era ancora giovane e sbarazzino).

Ma le nostre destinazioni sono forse meno conosciute ma sicuramente più affascinanti.

Prima tappa intermedia dove sostare nel nostro viaggio verso Avignone è in uno degli splendidi villaggi perchés, chiamati così perché arroccati su colline o speroni di roccia a picco sul mare o nell’entroterra.

Tappa forzata è la conosciutissima Saint Paul de Vence dove rendere omaggio tra l’altro a Chagall che qui si stabilì nel 1949 e qui vi è sepolto. Altro abitante di Saint Paul de Vence è un certo Jacques Prévert.

Passeggiando tra le affascinanti e romantiche vie si incontrano gallerie d’arte, botteghe artigiane e piccolo ristoranti dove fermarsi per assaggiare obbligatoriamente la bouillabaisse, una splendida zuppa di pesce il cui nome deriva dall’occitano bolhabaissa (unione dei verbi bollire e cuocere a fuoco lento).

Infatti, la bouillabaisse è una zuppa di pesce stufata, composta da almeno quattro pesci, scorfano, triglia, grongo e gallinella a cui si possono aggiungere anche dentice, rombo, nasello, ma anche cozze e granchi, che viene accompagnata con la rouille, una salsa a base di olio di oliva, zafferano e peperoncino.

E come antipasto? Una bella fetta di pane su cui spalmare la anchoiade, salsa a base di acciughe (ottima anche da abbinare a un bel pinzimonio).

E da bere? Incredibile, beviamo un vino proveniente dalla Camargue (un giorno passeremo anche di lì con destinazione Les Porquerolles) ottenuto da vigneti che crescono nella sabbia, infatti il suo nome è Vin des sables. Un rosé interessante e senza pretese prodotto dallo Chateau de Saint André di colore rosa tendente al salmone al naso ovviamente si rilevano note di frutti rossi e in bocca si presenta con una buona rotondità e un buon equilibrio.

A questo punto la seconda tappa è la mecca per gli amanti dell’antiquariato: Isle sur la Surge, piccolo borgo contraddistinto da piccoli canali, ponticelli e ruote idrauliche. In questo paesino si può trovare di tutto (meno il tamburo napoleonico che Chicco Rossi insegue da anni) curiosando nella moltitudine di negozi di antiquariato, nei bachi all’aperto o nelle stesse case dei cittadini e perché no, se si passa a Pasqua nel mercato internazionale.

Si riparte con destinazione Oppéde de la Vieux, splendido paesino circondato da ciliegi e ulivi, abbandonato nel XVII secolo dagli abitanti che scesero a valle per coltivare i campi.

Ed ecco che arriviamo alla nostra meta finale: Avignone, che divenne sede papale a partire dal 1316 per scelta di Giovanni XXII che la trasferì da Carpentras. Furono 9 i papi che governarono i nostri spiriti da Avignone soggiornando nello splendido Palazzo dei Papi la cui magnificenza è dovuta a Clemente V che vi si trasferì e lo fece ingrandire e ampliare.

Ma Avignone è famosa anche per il ponte di Saint-Bénezet, che secondo la leggenda, fu edificato da un giovane pastore di nome Bénezet per ordine divino. Completato nel 1185, attualmente presenta solo quattro arcate e sembra un ponte italiano incompiuto.

A poca distanza da Avignone si può andare a visitare l’anfiteatro di Orange, testimonianza del dominio romano sulla Gallia.

Ma Avignone è sinonimo di Châteauneuf-du-Pape rosso papale di gran struttura.

Chicco Rossi ha degustato quello di M. Chapoutier il Croix de Bois abbinandolo al Daube (uno stufato cotto nel Cote du Rhone, altro vino rosso provenzale).

Dal colore rosso rubino, al naso si esaltano i sentori di more, lamponi, ciliegia susina e liquirizia. Al palato inconfondibile i sapori speziati e di cioccolata con una persistenza sorprendente.