5 Agosto 2016

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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Perché la gente si droga

Perché la gente si drogaLev Tolstòj

Mondadori

Prezzo – 11,00

Pagine – 608


Raccolta degli scritti più significativi dell’enorme produzione non narrativa di Tosltòj, straordinari per l’attualità degli argomenti e la modernità dell’approccio. Risalenti agli anni 1890- 1910, si tratta di saggi, articoli, lettere aperte, appelli al popolo, ai governi, all’umanità, che diffusero con grande clamore in tutto il mondo quella che potremmo chiamare “l’eresia cristianotolstoiana “: una visione del mondo e dell’uomo in nome della quale il grande scrittore perora la causa della renitenza al servizio militare, teorizza la disobbedienza civile, attacca le maggiori confessioni religiose, il sistema di produzione capitalistico, le istituzioni governative e ogni forma di sfruttamento coloniale. Tra il fastidio e l’aperta ostilità degli ambienti accademici ortodossi, Tolstòj vuole la fondazione di un mondo nuovo, il regno del Dio-amore e dell’uomo autentico, mosso da un’esigenza di verità, nel senso più semplice e urgente del termine: ciò che occorre a ciascun individuo per comprendere il senso della propria vita e per viverla nel modo migliore.

 

Omero al faro

Omero al faroMimmo Rando

Rubbettino editore

Prezzo – 16,00

Pagine – 352


Romanzo giocoso, parodico, rapsodico, popolaresco, Omero al Faro è un viaggio dall’infanzia alla giovinezza, alla vecchiaia, alla morte. Ma è anche un viaggio interiore sino all’approssimarsi dell’anima. Tutto si svolge al Faro. Anche Troia ed Itaca sono il Faro. Anche le storie di Ulisse ed il suo viaggio lo sono. Il Faro diventa il luogo, scenario unico, centro del mondo, punto di partenza e di approdo. Omero, e in particolare Ulisse, sono il pretesto per una messa in scena corale, in chiave grottesca, talvolta da opera dei pupi, di una realtà volta a rappresentare il recente passato e il presente. Accanto a loro sfila una teoria di personaggi indimenticabili: zia Nina, vera ispiratrice dei poemi omerici; Fronziu e Milia, surreali protagonisti di spassose avventure; Donnacarmelina, scaltrissima commerciante; Pascaliufalignami, provetto cantastorie; le galline profetiche della ’zza Maria; i fieri ragazzini delle libere strade; Don Cicciu ’u bigliaddèri; Petru ’u giaddinaru; il macellaio Polifemo; suor Benedetta, ed altri ancora. Una scrittura densa di commistioni e richiami, la cui scansione temporale, propria delle narrazioni, è superata da improvvise infiorescenze animose. Un fantasioso ed esplosivo pastiche in una lingua che mescola e amalgama dialetto siciliano a idioma nazionale. La parola rocambolesca e dissacrante che, dopo aver cantato l’epopea della giovinezza, si stempera, alla fine, nel bisbiglio dei vecchi a cui rimangono solo le confidenze del mare.

Morte di un ex tappezziere

Morte di un ex tappezziereFrancesco Recami

Sellerio

Prezzo – 14,00

Pagine – 320


Amedeo Consonni, il tappezziere pensionato protagonista di avventure rocambolesche e di investigazioni paradossali, è morto. Non di morte naturale, però. Ma come si è arrivati a quell’esito fatale? Occorre tornare un po’ indietro. Amedeo Consonni, il tappezziere pensionato protagonista di avventure rocambolesche e di investigazioni paradossali, è morto. Non di morte naturale, però. Ma come si è arrivati a quell’esito fatale? Occorre tornare un po’ indietro. Angela, la professoressa Mattioli vicina di casa e matura fidanzata del tappezziere, ufficialmente è andata a Bruxelles dalla figlia, ma è via anche per certi affari misteriosi. Un po’ immalinconito, Amedeo si trova ad affrontare la solitudine e prende una di quelle sbandate senili per una giovane barista, una bella ragazza dell’Est, che sembra in cerca di un padre o non è insensibile verso chi la tratta con antica cavalleria. Consonni si strugge d’amore. Intanto la vita della Casa di ringhiera procede nella micro malignità di tutti i giorni: il vecchio De Angelis tende le sue trappole al cagnetto che gli lorda la BMW e al suo padrone, l’ex alcolizzato e detossificato Claudio subisce le angherie della finta invalida signorina Mattei-Ferri, Donatella è incalzata da un corteggiatore, i peruviani del secondo piano diffondono chiasso festaiolo. Tutto come al solito. Questo piccolo teatro della crudele normalità è scombussolato dall’irrompere di due intrecci criminosi. La passione trascina Consonni in una storia infame di sfruttamento e traffici schiavistici di giovani donne, mentre un cospicuo panetto di droga, nascosto da due spacciatori di via Padova, viene scoperto da alcuni inquilini della ringhiera, proprio quelli che non avrebbero dovuto farlo. Ne segue l’entropico procedere, segnato da umorismo nero, dei gialli-non gialli di Francesco Recami, fino allo scioglimento finale del mistero. Con una sorpresa provvisoria ma definitiva. Quasi più che negli altri polizieschi anomali della Casa di ringhiera, questa avventura è dominata dall’equivoco, dal sospetto, dalla maldicenza, dal disagio. Un fatto normalmente innocente diventa misfatto colpevole agli occhi degli inquilini impiccioni, sempre pronti a considerarsi vittime di complotti orditi dal prossimo e altrettanto pronti a ordirne di propri. Dopodiché, di malinteso in errore la faccenda monta, e si trasforma in delitto come una profezia che si autodetermina. Alcuni dicono della condizione attuale del noir che «il confine tra il crimine e la vita quotidiana non esiste più». Per verificare la correttezza di tale affermazione potrebbero immergersi, anche solo per dieci minuti, nelle agghiaccianti vicende che hanno portato Amedeo Consonni dove si trova adesso.

 

Sull’ansa del fiume

Sull’ansa del fiumeV.S. Naipaul

Adelphi

Prezzo – 26,00

Pagine – 327


Attratto da un richiamo fatale nel cuore dell’Africa, il giovane Salim, indiano di fede musulmana, lascia la costa orientale del continente per rilevare da un amico di famiglia un eccentrico bazar in riva a un fiume punteggiato dalle «isole scure» dei giacinti e circondato da un paesaggio primordiale di foreste, torrenti nascosti e impervi, canali infestati da zanzare e solcati da chiatte, buganvillee rigogliose, tramonti velati di nuvole lungo le rapide. Qui cercherà di contribuire, con pochi sodali, all’evoluzione di una società travolta da recenti tumulti. E in un primo momento la comunità dell’«ansa del fiume» – così come l’intero paese – sembrerà avviarsi a un promettente progresso. Ma quello slancio innovatore, fagocitato dal Grande Uomo (nel quale non è difficile riconoscere il dittatore Mobutu), si convertirà presto in un futurismo grottesco (il «radioso avvenire»); e, unito alla feroce rabbia accumulata nel periodo coloniale e a un equivoco ritorno alla ‘nazione autentica’, susciterà un sistema di controllo paranoico e una catena di cieche rappresaglie – consegnando Salim a un destino di apolide senza patria e senza vera identità. Sull’ansa del fiume non è solo uno dei libri più fortunati di Naipaul e il suo più esplicito omaggio all’amato Conrad: ma è quello in cui il suo sguardo si concreta, più che in ogni altro, in una prosa iperrealista, ipnotica e allucinata.

 

Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile

Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutileNicola Gardini

Garzanti

Prezzo – 16,90

Pagine – 240


«Il latino è il più vistoso monumento alla civiltà della parola umana e alla fede nelle possibilità del linguaggio.» A che serve il latino? È la domanda che continuamente sentiamo rivolgerci dai molti per i quali la lingua di Cicerone altro non è che un’ingombrante rovina, da eliminare dai programmi scolastici. In questo libro personale e appassionato, Nicola Gardini risponde che il latino è – molto semplicemente – lo strumento espressivo che è servito e serve a fare di noi quelli che siamo. In latino, un pensatore rigoroso e tragicamente lucido come Lucrezio ha analizzato la materia del mondo; il poeta Properzio ha raccontato l’amore e il sentimento con una vertiginosa varietà di registri; Cesare ha affermato la capacità dell’uomo di modificare la realtà con la disciplina della ragione; in latino è stata composta un’opera come l’Eneide di Virgilio, senza la quale guarderemmo al mondo e alla nostra storia di uomini in modo diverso. Gardini ci trasmette un amore alimentato da una inesausta curiosità intellettuale, e ci incoraggia con affabilità a dialogare con una civiltà che non è mai terminata perché giunge fino a noi, e della quale siamo parte anche quando non lo sappiamo. Grazie a lui, anche senza alcuna conoscenza grammaticale potremo capire come questa lingua sia tuttora in grado di dare un senso alla nostra identità con la forza che solo le cose inutili sanno meravigliosamente esprimere.

Dottryna