4 Settembre 2020

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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L’arte di non essere governati

James C. Scott

Einaudi

Prezzo – 34,00

Pagine – 486


L’appassionante storia millenaria delle popolazioni di un’immensa regione del Sud-est asiatico, della loro lotta per l’autodeterminazione e delle loro strategie di rifiuto del potere statale. Un’odissea capace di eludere i confini geografici tradizionali e demolire i nostri luoghi comuni piú persistenti: cosa significa la parola «civiltà»? quando, invece che di progresso, essa diventa sinonimo di oppressione? cosa imparare dai popoli che vollero evitare il controllo dello Stato scegliendo di restare apolidi? quale la vera natura delle relazioni tra Stati, territori e popolazioni? Il capolavoro del grande antropologo americano, un modello di controstoria globale.

 

Allucinazioni

Oliver Sacks

Adelphi

Prezzo – 14,00

Pagine – 325


Vediamo con gli occhi, ma vediamo anche con il cervello. E vedere con il cervello è ciò che spes¬so chiamiamo immaginazione. Abbiamo familia¬rità con i paesaggi della nostra immaginazione, i nostri “paesaggi interiori”. Ci abbiamo convissu¬to per tutta la vita. Ma esistono anche le allucina¬zioni, e le allucinazioni sono un’altra cosa. Non sembrano essere una nostra creazione, né sotto¬stare al nostro controllo. Sembrano arrivare dall’esterno e imitare la percezione … Quello che vedi e che senti è lì fuori, fa paura, ti guardi intorno e non sai da dove viene».

 

Va tutto bene, signor Field

Katharine Kilalea

Fazi

Prezzo – 18,00

Pagine – 162


Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda. È un uomo in decadenza e svuotato, ma attraverso le sue riflessioni, e facendo un bilancio di ciò che non va bene nella sua vita, comincia a “fare qualcosa”: mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach, la vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso. Finché, ormai stanco di essere triste, capisce finalmente di dover riprendere a vivere… che sia nella realtà o nel suo mondo onirico non importa.

 

Roma giungla

Gino Saladini e Christian Lucidi

Marsilio

Prezzo – 17,00

Pagine – 304


Sandro Sparta, un agente della Dcsa con problemi cardiaci, viene incaricato di condurre un’indagine preliminare a Civitavecchia, il porto di Roma, dove è stato commissario di polizia vent’anni prima. Lo scalo sta subendo l’infiltrazione della ’ndrangheta, che vuole farlo diventare centrale nella rete del traffico internazionale di stupefacenti: la cocaina prodotta in Colombia nei territori del Clan del Golfo arriva in Nigeria, e da là giunge in Italia. Intanto Henry Boezie – uno scultore nigeriano residente a Civitavecchia, che in realtà è il capo del nucleo romano della confraternita criminale dei Black Axe – cerca la complicità di Filippo ’u Bellu, un anziano ’ndranghetista che vuole una rivincita. I due tessono nell’ombra le fila di un piano estremamente ambizioso e arrischiato per conquistare la supremazia nel mercato della droga e della prostituzione romano. Legato ai culti esoterici africani e al vudù, Boezie convive con Alaba, una conturbante ex prostituta, cartomante e divinatrice, dalla cui magia si ritiene protetto. Tra omicidi, ricatti e tradimenti, Sandro Sparta scoprirà di essersi infilato in una partita molto più grande, complessa e pericolosa di quanto potesse immaginare. Una partita che è solo alle battute iniziali.

 

Tewje il lattaio

Sholem Aleichem

Bollati Boringhieri

Prezzo – 15,00

Pagine – 192


Tewje der Milchiker fu pubblicato originariamente nel 1894. Con la sua scrittura rapida e ironica, il libro godette di un immenso successo e valse al suo autore l’appellativo di «Mark Twain ebreo». Attraverso i dialoghi e le citazioni bibliche sconclusionate che Tewje riversa a getto continuo, prende qui direttamente forma la vita della Shtetl, anche se quel mondo è già in sentore di declino. Devono ancora arrivare i peggiori pogrom, e ancora neppure si profila all’orizzonte la spazzata finale nazista, che cancellerà per sempre un’intera cultura, ma la modernità ha già iniziato a incrinare la vita degli ebrei dell’est. Aleichem percepisce la decadenza e la esemplifica profeticamente e magistralmente nei destini delle cinque figlie di Tewje, che rappresentano cinque destini diversi di quel mondo. La prima, Zeitel, rappresenta la fragile continuità, Hodel, la seconda, si sposa per amore con lo studente Pfefferl, del quale segue il destino quando verrà imprigionato come attivista comunista dalla polizia zarista; in questo matrimonio risuona l’eco della rivoluzione, alla quale molti ebrei si consacreranno. Chave scappa con Kvedike, un goi, un non ebreo; in un drammatico incontro con suo padre chiederà il suo perdono, ma non lo avrà: la via della conversione è imperdonabile, per Tewje come per Sholem Aleichem. Sprinze si innamora di Aronshik, industriale ebreo integrato nel sistema dei gentili, ma la famiglia rifiuta di mescolarsi con il misero mondo di Tewje e Sprinze si ucciderà gettandosi nel fiume; lo scontro tra i poveri ebrei della Shtetl e la nascente borghesia ebraica di città è tutto in quel suicidio. Beilke, infine, sposa senza amarlo il ricco imprenditore edile Pedozour, solo per ottenere il denaro necessario al vecchio e stanco Tewje per pagare il biglietto del vapore che da Odessa lo condurrà in Terra Santa, in un moto di sionismo a sua volta profetico.