18 Aprile 2014

Presentato il Disegno di Legge Delega del progetto Job Act

di Luca Vannoni
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Facendo seguito, nel percorso di riforma, al DL 34/2014, relativo al contratto a termine e l’apprendistato, il Governo ha presentato pochi giorni fa il disegno di legge delega di riforma complessiva del mercato del lavoro: dalla sue definitiva approvazione, gli interventi delegati dovranno essere attuati entro 6 mesi da parte del Governo mediante D.Lgs.

Il provvedimento si sviluppa lungo 5 direttrici principali:

  1. gli ammortizzatori sociali,
  2. i servizi per il lavoro e le politiche attive,
  3. semplificazione delle procedure e degli adempimenti,
  4. riordino delle forme contrattuali
  5. e tutela della maternità.

Il percorso parlamentare potrà ovviamente modificare e ricalibrare il contenuto della delega; ad ogni modo è interessante valutare quali sono gli istituti che si intende modificare, alla luce delle problematiche che si stanno evidenziando nella fase attuale.

Riguardo agli ammortizzatori sociali, si prevede una ridefinizione complessiva degli strumenti e istituti coinvolti. Dall’impossibilità di autorizzare integrazioni salariali in caso di cessazione dell’attività o di un ramo di essa (particolarmente scivoloso sembra essere quest’ultimo concetto stante le difficoltà definitorie), alla necessità di esaurire le possibili riduzioni d’orario contrattuali per poter accedere alla cassa integrazione, alla revisione dell’ambito di applicazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria e dei Fondi di solidarietà bilaterali.

Significativo è il caso dei Fondi di Solidarietà bilaterali, introdotti dalla Riforma Fornero, e delle casse in deroga, con i primi destinati a sostituire le seconde, nell’intento di aumentare le coperture previdenziali derivanti dalle possibili crisi di impresa. Il disegno ha mostrato sin da subito le sue debolezze strutturali, con pochissimi Fondi di Solidarietà istituiti, da cui si è proceduto con una serie di proroghe fino a rendere totalmente nebuloso il momento in cui tale passaggio si verificherà. E parallelamente, le casse in deroga mostrano tutte le loro difficoltà nell’essere rifinanziate.

Non è immune dalle intenzioni riformatrici l’ultimo arrivato tra gli ammortizzatori sociali, l’ASPI, di cui è prevista, tra le diverse misure, l’estensione anche alle collaborazioni coordinate e continuative, l’incremento della durata massima per i lavoratori con carriere contributive rilevanti.

Inoltre, saranno oggetto di modifica i servizi per il lavoro e le politiche attive, non solo da un punto di vista amministrativo, con una razionalizzazione di uffici ed enti, ma anche sostanziale, mediante un riordino degli incentivi presenti attualmente per le assunzioni e le forme di autoimpiego e autoimprenditorialità.

Particolarmente interessanti sono i progetti in ordine agli adempimenti amministrativi connessi all’instaurazione e alla gestione dei rapporti di lavoro, con l’impegno di dimezzarne il numero e semplificarne la procedura. Viene prevista un ulteriore intervento in materia sanzionatoria, volta a ridurre la sanzionabilità di errori esclusivamente formali.

Il riordino tra le forme contrattuali, sicuramente tra gli interventi più attesi, trova nel disegno di legge delega una disciplina ancora in fase embrionale e poco significativa. Il fulcro è, ad ogni modo, rappresentato dalla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali, che possa prevedere l’introduzione di ulteriori tipologie contrattali espressamente volte a favorire l’inserimento lavorativo.

L’unica tipologia contrattuale citata espressamente è rappresentata dal lavoro accessorio, di cui si prevede l’estensione alle attività lavorative discontinue e occasionali, in tutti i settori produttivi, attraverso l’elevazione dei limiti di reddito attualmente previsti. Se l’obiettivo è il riordino, appare singolare che il lavoro accessorio, nella riforma prevista, sconfini in un territorio tipico del lavoro intermittente: possibile indizio dell’accorpamento delle due tipologie contrattuali (oppure, molto più semplicemente, un riordino non proprio rigoroso…).

Infine, il Disegno di Legge delega prende in considerazione la maternità, con una revisione delle tutele e degli strumenti di conciliazione tra attività lavorativa e responsabilità genitoriali o familiari.