4 Gennaio 2014

Operazioni Intra per gli enti no-profit

di Fabio Pauselli
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Nell’attuale contesto socio – economico è sempre più frequente il ricorso al mercato intracomunitario anche da parte degli enti no-profit, avendo previsto il Legislatore in questi casi una disciplina IVA e adempimenti ben più articolati rispetto a quelli in capo a società ed enti commerciali in genere. In particolare, per ciò che concerne gli acquisti intracomunitari è d’uopo effettuare una preventiva analisi soggettiva e oggettiva delle operazioni poste in essere. Da un punto di vista soggettivo occorre distinguere tra enti non commerciali che non sono soggetti passivi di imposta ed enti non commerciali soggetti passivi Iva. Da un punto di vista oggettivo, invece, occorre distinguere tra gli acquisti destinati alle attività istituzionali dell’ente (no-profit) e gli acquisti destinati allo svolgimento di un’attività commerciale (profit).

Per quanto concerne gli acquisti intracomunitari effettuati dagli enti non commerciali non soggetti passivi d’imposta, la norma (articolo 38, comma 5 del D.L. 331/1993) prevede un limite rappresentato dal volume di acquisti effettuati nel corso dell’anno solare precedente a quello in corso; in particolare gli acquisti Intra che non hanno superato il limite di euro 10.000 comportano per l’ente non commerciale il realizzo di un acquisto per il quale l’IVA non risulta dovuta in Italia (salvo opzione) bensì nel Paese del cedente, come se fossimo in presenza di un soggetto privato. Viceversa, nel caso di acquisti che hanno superato l’importo di euro 10.000, l’IVA dovrà essere applicata e versata in Italia.

Anche da un punto di vista operativo sussiste una differenziazione a seconda che l’ente non superi o meno il limite dei 10.000 euro. Infatti, nel caso di non superamento del plafond di euro 10.000 l’ente non commerciale, prima di porre in essere l’acquisto, dovrà presentare telematicamente all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione denominata INTRA 13 nella quale dichiarare l’ammontare dell’acquisto intracomunitario che intende eseguire, nonché l’ammontare di tutti gli acquisti intracomunitari effettuati nel corso dell’anno. Nel caso di superamento dei 10.000 euro, invece, l’ente non commerciale dovrà:

  1. richiedere l’attribuzione della partita IVA con iscrizione al VIES;
  2. integrare la fattura estera con IVA e annotarla in apposito registro entro il giorno 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura e con riferimento al mese precedente;
  3. versare mensilmente l’IVA dovuta sull’acquisto;
  4. presentare telematicamente all’Agenzia una dichiarazione denominata INTRA 12 relativa agli acquisti intracomunitari entro la fine del mese successivo a quello di registrazione degli acquisti;
  5. presentare il modello INTRASTAT (mod. Intra 2-bis).

Lo scenario sin qui analizzato cambia totalmente nel caso in cui a porre in essere gli acquisti intracomunitari sia un ente non commerciale soggetto passivo IVA; questo, infatti, è tenuto ad applicare l’imposta su ogni acquisto intraUE, indipendentemente dal superamento o meno del limite di 10.000 euro. In questo caso, al fine di individuare correttamente gli adempimenti operativi da porre in essere, diventa importante distinguere se l’acquisto si riferisce all’attività istituzionale oppure a quella commerciale dell’ente no profit.

In particolare, gli acquisti riferiti all’attività istituzionale prevedono per l’ente di:

  • integrare la fattura estera con IVA e annotarla in apposito registro entro il giorno 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura e con riferimento al mese precedente;
  • versare mensilmente l’IVA dovuta sull’acquisto;
  • presentare telematicamente all’Agenzia delle Entrate, entro la fine del mese successivo a quello di registrazione degli acquisti, il mod. INTRA 12.

Nel caso di acquisti riferiti all’attività commerciale, invece, dovranno rispettarsi i consueti adempimenti connessi con gli acquisti intraUE; si dovrà integrare la fattura estera e annotarla nel registro delle fatture emesse/corrispettivi e in quello degli acquisti, nonché presentare i modelli riepilogativi Intrastat (mod. Intra 2-bis).

Una particolarità, infine, per gli acquisti “promiscui”, ovvero quelli che sono destinati sia all’attività istituzionale sia a quella commerciale; questi dovranno essere imputati alle due sfere per la parte di competenza e, conseguentemente, sottostare ai rispettivi adempimenti.