30 Novembre 2015

Oggi si recita a soggetto

di Michele D’Agnolo
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Nel corso degli ultimi dodici anni, ho tentato con ogni mezzo di introdurre nelle menti dei professionisti, obnubilati dagli adempimenti e da un lavoro sempre più stressante ed alienante la necessità del cambiamento. La tecnologia, la disponibilità delle informazioni, la globalizzazione, l’educazione di massa stanno cambiando profondamente scenari e protagonisti. Da qui la necessità di cambiare organizzazione e comunicazione dello studio, di innovare servizi e metodologie.

Ma mi sono scontrato subito con il più insidioso dei nemici, la forza dell’abitudine.

Personalmente ho provato a portare questo messaggio di cambiamento, duro ma anche carico di speranza con ogni mezzo possibile a mia disposizione. Ho scritto e cercato di pubblicare libri, articoli, saggi. Ho partecipato in veste di relatore a dibattiti e convegni. Mi sono fatto intervistare da radio e televisioni. Ho prestato il volto a webinar e videolezioni.

Sono andato a trovare, a mie spese, ogni professionista che ne avesse bisogno per un primo colloquio. Ho cercato di mostrare a tutti le mie ferite ancora lacere e sanguinanti per evitare ad altri gli stessi danni morali e fisici che lo svolgere una professione decadente ha cagionato a me, imbarbarendomi.

Ho poi lungamente pensato che forse sorridendo alcuni messaggi sarebbero arrivati prima e meglio e così è nato uno stile espositivo orientato alla battuta e al reciproco divertimento, che è culminato nella redazione dei brevi articoli di questa rubrica. Che ha avuto e sta avendo grande successo.

Ma in molti anni di attività di ricerca e divulgazione, non ho mai pensato, nemmeno lontanamente, di ricorrere alla narrazione come elemento di riflessione collettiva. Eppure una storia, un esempio valgono molto di più di mille teorie, e si ricordano meglio. Devo ammetterlo, una simile metodologia è probabilmente troppo avanti anche per me. E, d’altra parte, chi lo ha detto che per imparare qualcosa bisogna per forza annoiarsi. Ascoltando un presuntuoso che dall’alto della cattedra ti dice che stai sbagliando tutto. Qui ci vuole edutainment allo stato puro.

Ci hanno pensato, per fortuna, i nostri amici e colleghi della Commissione per l’Organizzazione dello Studio Professionale dell’ODCEC di Roma, che hanno organizzato nientemeno che uno spettacolo teatrale per mettere i colleghi davanti ai vizi e alle virtù delle nostre piccole botteghe degli errori.

Lo spettacolo, che significativamente si intitola “Partita Doppia” è in scena a Roma al Teatro Greco, nel pomeriggio del 10 dicembre. Sottotitolo “Dall’organizzazione contabile alla dis-organizzazione di studio”.

Frutto della mente vulcanica di Pierpaolo Palmieri, collega che da qualche anno dirige la Commissione ed attore dilettante, lo spettacolo vede come soggettisti, sceneggiatori, i colleghi e gli altri professionisti fiancheggiatori che a vario titolo partecipano alle attività della commissione. Un opportunità di vedere al lavoro un pool affiatato di giovani attori e registi professionisti.

Non assisteremo quindi al classico convegno sull’organizzazione dello studio ma ad una vera e propria rappresentazione teatrale con attori professionisti.

Si parlerà in chiave brillante dei nostri piccoli e grandi problemi di studio, seguendo i dettami del Teatro-impresa.

La storia è quella di un professore di finanza aziendale che ha insegnato in una prestigiosa Università Anglosassone e che a fine carriera, in procinto di ricevere un prestigioso premio, ricorda i suoi inizi quando era praticante presso uno studio commerciale.

Il professore ricorda alcuni episodi avvenuti nel suo breve periodo di tirocinio.

Tutto ruota intorno alla classica verifica in studio da parte di un funzionario dell’agenzia delle entrate che, creando un po’ di scompiglio, mette a nudo quelle che sono le carenze nella gestione di uno studio professionale. Nel descrivere qualche giornata di vita dello studio commerciale si affronteranno i classici temi con cui quotidianamente siamo abituati a confrontarci: rapporti con i clienti, con i nostri collaboratori, con la famiglia, con i nostri colleghi ecc. passando per l’F24Elide e le lunghe inutili file in tribunale e in agenzia delle entrate. Tutte problematiche, ci ricorda Pierpaolo Palmieri, legate anche all’ambivalenza della nostra figura: Rappresentiamo il Cliente o lo Stato?

Già, anche la nostra vita privata risulta compressa e compromessa da una professione che sovente ci toglie troppo tempo ed energie.

Terminato lo spettacolo, si discuterà di quanto appena visto attraverso una tavola rotonda. Il parterre di esperti è di prim’ordine e non mancheranno certo gli stimoli per il miglioramento delle nostre strutture e, speriamo, anche delle nostre esistenze.

L’appuntamento è per Giovedì 10 dicembre 2015, dalle ore 14,30 alle ore 19,00 al Teatro Greco di Roma, in Via R. Leoncavallo, 10/16. Per informazioni è attiva la linea 06 8608047. Aderite numerosi.