12 Novembre 2018

Le aziende e la concorrenza fiscale in Svizzera

di Samuele Vorpe
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La Legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA), approvata il 28 settembre 2018 dalle Camere federali e contro la quale è stato lanciato dai contrari un referendum popolare – i quali dovranno raccogliere 50 000 firme entro 100 giorni dalla pubblicazione della legge nel Foglio federale –, andrà ad aumentare considerevolmente la concorrenza fiscale tra i 26 Cantoni della Svizzera per quanto attiene le persone giuridiche.

Infatti, l’abolizione degli statuti speciali cantonali – che permettono alle società holding, di domicilio e miste di essere tassate con un’aliquota complessiva ridotta tra il 7-12% –, spingerà molti Cantoni, competenti in materia di aliquote secondo l’articolo 129 cpv. 1 della Costituzione federale, a ridurre l’aliquota d’imposta sull’utile delle persone giuridiche al fine di evitare che queste si spostino altrove.

Oltre alla scomparsa dei privilegi fiscali per le società a statuto speciale, la riforma fiscale federale prevede, in particolare, l’introduzione di un Patent box – che dovrebbe permettere di ridurre fortemente l’imposizione dei proventi della proprietà intellettuale – e di una super deduzione per le spese di ricerca e sviluppo. Questi due strumenti troveranno applicazione in materia di imposte cantonali e comunali, ma non per l’imposta federale diretta.

A livello internazionale – UE, G20 e OCSE – non viene più accettata una disparità di trattamento tra redditi nazionali e esteri (ring fencing), come per contro avviene in Svizzera per le società holding, miste e di domicilio, le quali sui redditi di fonte estera beneficiano di notevoli agevolazioni in funzione dell’importanza dell’attività commerciale svolta sul territorio nazionale (cfr. articolo 28 cpv. 4 seconda frase della Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni, LAID).

Con la RFFA, referendum popolare permettendo, le società a statuto speciale dovranno pagare ordinariamente le imposte cantonali e comunali, come già avviene oggi ai fini dell’imposta federale diretta. Secondo quanto indicato nel messaggio del Consiglio federale, queste società contribuiscono a versare il 20% del gettito fiscale nel Canton Ticino. Questa percentuale corrisponde a quasi 100 mio. di fr.

Si rileva, però, che il peso di queste società sul gettito complessivo delle persone giuridiche varia molto da Cantone a Cantone. Vi sono Cantoni fortemente dipendenti come Basilea Città, dove le società a statuto speciale contribuiscono con 400 mio. di fr. (ca. 60%) al gettito complessivo; Zugo con 260 mio. di fr. (ca. 50%), Neuchâtel 250 mio. di fr. (ca. 60%) o Ginevra con 400 mio. di fr. (ca. 25%) e altri, invece, che sono toccati solo marginalmente, come Berna con 15 mio. di fr. (2%), Grigioni con 5 mio. (4%) e Vallese con 6 mio. di fr. (3%).

Da tali dati si evince che l’impatto della RFFA sarà differente nei 26 Cantoni. La Confederazione svizzera ha però tutto l’interesse nel mantenere sul territorio queste società, poiché le garantiscono un gettito fiscale rilevante, pari a 4,3 mia. di franchi, ovvero ca. il 50% del gettito dell’imposta federale sull’utile. Per questo motivo, in un’ottica di simmetria dei sacrifici finanziari tra Cantoni e Confederazione, la RFFA prevede un innalzamento della quota del gettito dell’imposta federale diretta a favore dei Cantoni al 21.2% (attualmente invece pari al 17%).

Questa maggiore entrata finanziaria permetterà ai Cantoni di ridurre le loro aliquote dell’imposta sull’utile, attenuando conseguentemente l’impatto che l’abolizione degli statuti speciali avrà sul carico fiscale di queste società ed evitare una possibile, quanto probabile, loro partenza verso Stati esteri (si pensi ad es. all’Irlanda che offre un tasso del 12.5%).

Nel confronto intercantonale, il Ticino al momento presenta una fiscalità riferita all’imposizione dell’utile delle persone giuridiche poco vantaggiosa; più precisamente, quest’ultimo si colloca al 18° posto con un’aliquota effettiva complessiva del 21% circa. Secondo alcune proiezioni, l’imposizione in Ticino, in seguito all’introduzione della riforma fiscale federale (RFFA) e alla conseguente riduzione dell’aliquota, potrebbe scendere nel corso dei prossimi anni, al 15-16% circa (a dipendenza del Comune di sede della società).

Se, invece, il legislatore ticinese optasse per il mantenimento della situazione attuale, scivolerebbe all’ultimo posto della classifica, in quanto tutti i Cantoni stanno portando avanti delle strategie di riduzione delle aliquote applicabili all’utile delle persone giuridiche.

In conclusione, nel corso del prossimo anno, si prospetta un’accesa concorrenza fiscale tra i Cantoni, conseguenza inevitabile dell’abolizione di quei regimi fiscali non più tollerati dalla Comunità internazionale.

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