27 Gennaio 2022

L’azienda media company con il brand journalism

di Michela Trada - Esperta in Brand Journalism e strategie editoriali
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Il brand journalism è quella tecnica comunicativa che utilizza gli stili giornalistici per raccontare una marca, un brand, al pari di una notizia. Oggi è proprio l’azienda stessa a fare notizia e a diventare una media company a tutti gli effetti ovvero un’editrice di sé stessa; come scritto nell’omonimo articolo di dicembre su queste pagine, noi siamo i media di noi stessi in quanto ora più che mai abbiamo la possibilità di comunicare e comunicarci senza intermediari “semplicemente” attraverso i nostri canali web proprietari. 

Da bravi editori, di conseguenza, dovremo essere in grado di informare i nostri lettori proprio come i giornalisti fanno attraverso i giornali; siamo noi ad essere e, allo stesso tempo, fare notizia ed è per questo motivo che dobbiamo imparare a trasmettere le nostre informazioni nel miglior modo possibile. 

 

Che cosa chiedono le persone ai brand

Secondo l’indagine 2021 di Edelman, nota società di consulenza in comunicazione e relazioni pubbliche, la fiducia nei brand si rivela un elemento sempre più strategico per le decisioni d’acquisto. L’88% degli intervistati da Edelman ritiene, infatti, che fidarsi di una marca sia un fattore determinante nelle decisioni d’acquisto, ancor più della brand reputation. Coerentemente con questo dato, il 68% degli intervistati sostiene che la fiducia nei brand oggi sia più importante rispetto al passato, dato che sale al 75% nel caso di consumatori con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Non solo. I dati del sondaggio di Havas Group realizzato nei mesi scorsi evidenziano come solo il 34% dei consumatori pensi che le aziende siano trasparenti sui propri impegni e promesse; solamente il 47% dei marchi viene ritenuto affidabile (dato che scende al 39% nel Nord America e del 24% nell’Asia orientale) mentre il 73% degli intervistati a livello globale ritiene che i brand debbano agire ora per il bene della società e del pianeta. Ecco perché oggi non basta più offrire e produrre contenuti “a 360°” ma occorre creare articoli significativi ovvero in grado di influenzare le decisioni prese da uno stakeholder, un consumatore, un utente. Il brand journalism ci permette non solo di realizzare contenuti significativi, ma anche informativi elevando quindi anche la nostra brand reputation.

 

Chi può fare brand journalism

Come scritto in questo articolo per LeRosa, il brand journalism è una tecnica comunicativa ad appannaggio giornalistico e, di conseguenza, il brand journalist deve essere un giornalista a tutti gli effetti. Non importa che il giornalista sia iscritto all’albo dei Pubblicisti o dei Professionisti: è la deontologia che ha sposato ad essere garanzia per le imprese e le aziende che scelgono i suoi servizi. Tuttavia, le caratteristiche del brand journalism possono essere assimilate dai brand al fine di comunicare mission, vision e valori aziendali

Attraverso questa tecnica comunicativa, infatti, l’impresa mira a creare valore aggiunto, a certificare la propria storia, a creare un dialogo permanente con i propri utenti, lettori e consumer al fine di coinvolgerli e legarli a sé nel tempo. 

Riassumiamo di seguito i sei criteri del brand journalism che differenziano questa tecnica comunicativa da content marketing e storytelling:

  1. Focalizzazione sul pubblico: quando si scrive in brand journalism occorre pensare in terza persona chiedendosi sempre per quale motivo stiamo realizzando quel determinato e a chi porterà beneficio.
  2. Voce reale: Le storie che raccontiamo devono essere sempre pertinenti alla realtà, esattamente come un giornalista fa con la narrazione dei fatti. 
  3. Essere credibili: i fatti descritti attraverso il brand journalism non sono fantastici, ma si fondano sulla quotidianità; per questo motivo è bene inserire nei contenuti redatti dei report e delle statistiche che possano avvalorare ulteriormente tesi e parole riportante nero su bianco.
  4. Essere semplici: per essere autorevoli e competenti non è necessario usare tecnicismi ma un linguaggio in grado di raggiungere (ed essere per loro comprensibile) più pubblici possibile. 
  5. Pensare visivamente: ogni storia nella nostra mente è visiva e così deve essere anche su carta; è bene sempre scrivere in modalità filmica, come se si stesse osservando quell’evento di cui si fa menzione al cinema. 

Sbrandizzazione del contenuto: nella nostra narrazione in brand journalism, la marca sparisce lasciando spazio ai suoi valori più profondi. Il brand sarà quindi presente in modo sottointeso, per quello che, da sempre, riesce a trasmettere al suo pubblico di riferimento.

LeRosa Michela Trada