28 Giugno 2014

La rilevazione contabile di ratei, risconti, costi e ricavi anticipati

di Viviana Grippo
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Alla data odierna i bilanci approvati nei 120 giorni, entro cioè il 30 aprile, risulteranno essere tutti depositati. Per le società per le quali si è applicato, secondo le disposizioni di legge, il termine più ampio dei 180 giorni, il bilancio dovrà essere approvato entro il prossimo 30 giugno.

Sicuramente, anche in questo ultimo caso, il progetto di bilancio, redatto dall’organo amministrativo, risulterà essere depositato presso la sede legale a disposizione dei soci.

Nonostante la stagione dei bilanci si possa considerare conclusa, riteniamo comunque utile occuparci, in questo e nel contributo della prossima settimana, di quei casi in cui l’effetto economico delle operazioni e degli altri eventi posti in essere dall’impresa, non si manifestano nel medesimo periodo in cui si concretizzano effettivamente i relativi movimenti di numerario.

Normalmente a ridosso della data di chiusura dell’esercizio, alcuni incassi e pagamenti non avvengono nello stesso esercizio in cui l’impresa ha posto in essere le relative operazioni. In tali casi è necessario applicare uno dei principi contabili generali che devono essere rispettati nella redazione del bilancio di esercizio, il cosiddetto principio di competenza.

Corollario fondamentale del principio di competenza è il principio di correlazione dei costi e ricavi attraverso il quale si contrappongono ai ricavi dell’esercizio i relativi costi certi e presunti.

Tra le scritture necessarie ad applicare i principi di cui sopra esamineremo la rilevazione dei ratei e risconti e dei costi e ricavi anticipati.

Ratei e risconti

Secondo l’art. 2424 bis del codice civile nella voce ratei e risconti attivi si riportano:

“i proventi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi”;

mentre i ratei e risconti passivi sono invece rispettivamente “costi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi e proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi”.

Sempre secondo il codice, art. 2424, i ratei ed i risconti attivi vanno iscritti nella macroclasse D) dell’attivo patrimoniale, mentre i ratei ed i risconti passivi vanno iscritti nella macroclasse E) del passivo di stato patrimoniale.

Presupposto per l’esistenza del rateo o del risconto è che il costo o il provento si riferiscano a più esercizi, in tale caso la rilevazione dei ratei e dei risconti ha la funzione di imputare correttamente, i proventi ed oneri la cui competenza risulta essere anticipata o posticipata rispetto al momento in cui si verifica la manifestazione numeraria dell’operazione. Ma cosa distingue i ratei dai risconti?

In applicazione del principio della competenza, rispetto a costi o ricavi la cui manifestazione finanziaria non coincide con quella economica, si rileverà con il risconto il costo/ricavo da rinviare e con il rateo il costo o il ricavo da imputare.

Nel caso dei risconti essi avranno segno contrario rispetto al componente di reddito cui si riferiscono (il costo determina un risconto attivo, mentre un provento determina un risconto passivo), i ratei hanno lo stesso segno del componente di reddito cui si riferiscono.

Il parametro di riferimento per l’imputazione del rateo o risconto è, generalmente, quello temporale basato sull’individuazione del periodo di competenza e, successivamente, alla valorizzazione del costo/provento del periodo. Il periodo di competenza viene individuato computando i giorni che decorrono dalla data in cui hanno inizio gli effetti economici fino alla data di chiusura dell’esercizio, e da tale ultima data fino alla data in cui terminano gli effetti economici medesimi. L’importo del rateo/risconto viene quindi calcolato proporzionalmente al periodo di competenza.

Facciamo degli esempi.

La società Alfa Spa, con esercizio coincidente con l’anno solare, stipula un contratto di assicurazione, per un importo pari ad € 15.000,00 che decorre dal 1° marzo 2014 e termine 28 febbraio 2015. Il versamento del premio annuale avviene il 1° marzo 2014.

E’ chiaro quindi che parte del costo sostenuto nel 2014 è di competenza del 2015.

A fine 2014 sarà necessario effettuare le scritture di rettifica per la corretta imputazione del costo sia nel 2014 che nel 2015. In particolare dovremo stornare il costo imputato, a causa della manifestazione finanziaria, nel 2014 per spostarlo nel 2015 attraverso la rilevazione di un risconto attivo.

Di seguito i conteggi:

I risconti attivi esprimono quindi quote di costi rilevati integralmente nell’esercizio in corso e rappresentano la quota parte rinviata ad uno o più esercizi successivi.

Di contro i risconti passivi esprimono quote di proventi rilevati integralmente nell’esercizio in corso e rappresentano la quota parte rinviata ad uno o più esercizi successivi.

In altre parole, i risconti attivi sono costi sostenuti nell’esercizio, ma in parte di competenza del successivo, o dei successivi; i risconti passivi sono invece proventi percepiti nell’esercizio, ma in parte di competenza dei successivi.

Nella rilevazione contabile la contropartita dei risconti attivi e passivi sono rispettivamente il relativo conto di costo o di ricavo.

Procediamo con le scritture contabili relative all’esempio di cui sopra.

Si esegue la registrazione del pagamento del premio annuo al 1° marzo 2014:

 

Spese di assicurazione (CE) a Banca c/c (SP) 15.000,00

Si rilevano, al 31 dicembre 2014 i risconti attivi:

Risconti attivi (SP) a Spese di assicurazione (CE) 2.424,65

All’inizio dell’esercizio successivo si girocontano i risconti al costo imputando la corretta competenza:

Spese di assicurazione (CE) a Risconti attivi (SP) 2.424,65

Facciamo anche un esempio relativo ai risconti passivi.

La società Beta Srl, con esercizio coincidente con l’anno solare, riceve in pagamento un fitto attivo in relazione ad una locazione che decorre dal mese di aprile 2014 al mese di marzo 2015. I canoni, pari a euro 30.000,00, sono semestrali e anticipati.

In tal caso avremo:

Le scritture saranno le seguenti:

si esegue la registrazione dell’incasso del canone semestrale in data 1° ottobre 2014:

Banca c/c (SP) a Affitti attivi (CE) 30.000,00

 

si rilevano, al 31 dicembre 2014 i risconti passivi:

Affitti attivi (CE) a Risconti passivi (SP) 14.835,16

All’inizio dell’esercizio successivo si girocontano i risconti al ricavo imputando la corretta competenza:

Risconti passivi (SP) a Affitti attivi (CE) 14.835,16

 

Dei risconti attivi e dei costi e ricavi anticipati ci occuperemo nel prossimo contributo.