23 Settembre 2022

La digitalizzazione come chiave per un nuovo business model

di Diego Barberi
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Ripensando all’evoluzione che la tecnologia ha vissuto negli ultimi 30 anni, ci accorgiamo di aver attraversato un susseguirsi di eventi che hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini, il nostro modo di lavorare e in generale le nostre vite.

I computer sono passati dall’essere degli ingombranti e costosissimi armadi, che solo poche società al mondo potevano permettersi, a dispositivi che tutti noi oggi ci portiamo addosso.

Il costante aumento di potenza di calcolo dei chip, unito all’abbattimento del costo unitario di quella potenza, del costo di archiviazione dei dati e di trasmissione dei dati, con il diffondersi capillare della rete, non solo ha reso i computer più accessibili a tutti dal punto di vista economico, ma soprattutto si sono praticamente azzerate le competenze tecniche necessarie per il loro utilizzo, quantomeno ad un livello base.

La crescente capacità computazionale si è tradotta nella possibilità di eseguire operazioni più complesse, software più articolati, interfacce uomo-macchina più immediate da apprendere. Il linguaggio con cui gli utenti interagiscono con i computer non è più attraverso 0 e 1, ma ora i dispositivi sono in grado di capire i comandi che impartiamo direttamente dalla nostra voce. È la semplicità di utilizzo che ha permesso, più di ogni altra cosa, il passaggio da un settore di nicchia alla diffusione su larga scala della tecnologia e farla diventare un elemento pervasivo delle nostre vite.

Assieme alla diffusione su larga scala della tecnologia è incrementato anche il ritmo con cui il mercato propone tecnologie abilitanti: quelle particolari innovazioni tecnologiche che permettono di eseguire una mansione o ottenere un determinato risultato in modi molto più facili, economici e replicabili rispetto al passato.

Queste tecnologie abilitanti hanno avuto un ruolo estremamente importante nella trasformazione digitale delle imprese e degli studi professionali. Connessioni a banda ultra-larga, firme elettroniche, cloud, Business Intelligence, solo per citare alcune delle tecnologie che oggi sono a disposizione di tutti noi, e che nella maggior parte dei casi sono già state anche adottate, ma senza incidere veramente sul modello di business adottato.

In ogni settore, c’è sempre un modello di business dominante che nel corso del tempo tende ad emergere e risultare più vincente degli altri.

Ci sono poi continui tentativi di creare nuovi modelli di business. È dimostrato come nella maggior parte dei casi questi tentativi falliscono, ma occasionalmente si riesce a ribaltare il modello dominante, soprattutto se si sfrutta una nuova tecnologia.

Se in un determinato settore entrano nuovi soggetti che utilizzano il nuovo modello di business, oppure se i concorrenti già presenti sul mercato lo adottano, significa che il settore ha subito una trasformazione.

È innegabile che oggi tantissimi settori stiano subendo trasformazioni proprio per via dell’innovazione digitale. Bisogna sempre ricordare, tuttavia, che molto spesso non sono i bisogni del mercato a cambiare, ma il modo in cui le aziende soddisfano i bisogni del mercato.

Capita sovente che si associ la trasformazione di un determinato settore con l’introduzione di una nuova tecnologia. Ma nonostante il fatto che le nuove tecnologie siano uno dei maggiori fattori di cambiamento, da sole non sono mai riuscite a rivoluzionare un intero settore. Quello che riesce a compiere la vera rivoluzione è proporre un modello di business completamente nuovo, grazie all’adozione di una nuova tecnologia abilitante.

Quando si parla di digitalizzazione di studi professionali, oggi diventa limitativo pensare solamente di eliminare la carta trasformandola in PDF o trovare un modo pratico per visualizzare le fatture elettroniche da XML ad un formato leggibile. Non bisogna limitarsi a comprare degli strumenti, ma per fare davvero una trasformazione digitale bisogna prendere questi strumenti e avvolgerli in un nuovo modello di business. Le aziende avranno sempre bisogno di consulenza fiscale, della tenuta della contabilità, di gestione dei dichiarativi, queste esigenze di mercato non cambieranno. Così come nel corso del tempo non è cambiata la domanda di musica, eppure, non esistono praticamente più i negozi di dischi. Non è cambiata la necessità di viaggiare, ma oggi molti utilizzano portali su internet invece di agenzie di viaggio, e l’elenco potrebbe continuare per moltissimi settori.

Comunicare con i clienti in modo diverso, raccogliere dati in modo diverso, rendere disponibile il nostro lavoro in modo diverso da come noi e i nostri clienti sono sempre stati abituati.

Sono tutte possibilità che abbiamo a portata di mano e che la tecnologia oggi può supportarci a realizzare, quello che assolutamente non dobbiamo fare è pensare che si possa continuare a lavorare come si è sempre fatto.

Il rischio è quello di diventare un’altra voce nella lunga lista di modelli di business divenuti ormai obsoleti.