3 Dicembre 2014

Intervista a Fabio Landuzzi, condirettore della rivista Bilancio, Vigilanza e Controlli

di Euroconference Centro Studi Tributari
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Dottore, ci può anticipare quali saranno le linee di programmazione delle pubblicazioni della Rivista nel corso del nuovo anno?

In linea generale, dato l’indice di gradimento che la Rivista ha raccolto, è nostra intenzione proseguire in continuità con la linea editoriale che ha caratterizzato questa pubblicazione a partire dalla sua nascita. Affronteremo quindi i temi di volta in volta selezionati in materia di vigilanza, di revisione e di diritto societario cercando di associare alla necessaria trattazione tecnica un approccio pragmatico e operativo, in modo che gli articoli pubblicati possano risultare di immediata e diretta utilità sia nell’aggiornamento costante dei professionisti e sia nella applicazione ai casi concreti dei lettori delle idee o delle soluzioni proposte dagli autori. Con riguardo agli argomenti di diritto societario, sarà tratto spunto dalle novità normative, dalla produzione giurisprudenziale più recente e dall’evoluzione della dottrina con particolare riferimento alle vicende relative agli organi societari, alle operazioni sul capitale e sulla finanza delle imprese, nonché ai principali contratti ed atti che trovano applicazione nella gestione dell’impresa sociale.

 

Un argomento molto sensibile ai professionisti è quello del ruolo e della formazione del collegio sindacale che è indubbio come sia stato oggetto suo malgrado di vicende travagliate in modo particolare nelle società a responsabilità limitata. Quali prospettive vede per il futuro del collegio sindacale?

Il passato recente ha visto il susseguirsi di modifiche normative poco sistematiche che hanno prodotto un assetto normativo che figura ancora oggi confuso e incerto, soprattutto nel caso delle società a responsabilità limitata per le quali, a prescindere dalle dimensioni anche considerevoli dell’impresa, si possono incontrare realtà non assoggettate ad una qualche forma di controllo di legittimità. Peraltro, quella che ormai sembra essere una tendenza quasi irreversibile della regolamentazione dei controlli, vede una tendenziale compressione della figura del Collegio sindacale, soprattutto nelle realtà di più ridotte dimensioni, a favore dell’affidamento della vigilanza su base pseudo-volontaria agli Organismi istituiti ai sensi del D.Lgs. 231/2001, e l’affidamento della revisione legale dei conti a soggetti sempre più altamente specializzati e quindi veri e propri “professionisti della revisione”. In un periodo di crisi economica aumenta il numero di aziende che sono oggetto di piani di risanamento o procedure concorsuali; si avverte l’esigenza di maggiori controlli volti a prevenire fenomeni irreversibili e supportare l’imprenditore in processi critici e complessi. Vi sono quindi ancora oggi ragioni per valutare positivamente il ruolo del Collegio sindacale nelle società? E’ così. Si avverte la necessità di un intervento normativo che ridisegni in modo sistematico la figura dei controlli societari, adattandoli alle dimensioni ed alle complessità delle imprese; trovo legittima l’istanza delle imprese di ridurre il peso dei controlli e dei costi gravanti su di esse quando si tratta di realtà di dimensioni minori, o con rischi meno accentuati, ma nel contempo è errato ridurre o eliminare i controlli sulle imprese di grandi dimensioni o ad alto rischio. L’obiettivo di un Legislatore attento e preparato non può essere solo quello di ridurre i costi sulle imprese, bensì quello di rendere il sistema più efficiente concentrando i controlli laddove occorrono e ammodernandone gli strumenti e le modalità di esecuzione.

 

Un altro tema di attualità è quello delle responsabilità degli organi sociali di imprese in dissesto o che sono state oggetto di vicende straordinariamente gravi.

E’ vero, tanto che la Rivista da tempo dedica un po’ di spazio ai temi della responsabilità civile e penale degli organi sociali coinvolgendo professionisti che possano dare un contributo utile ad informare i lettori. Anche su questo fronte, vi sarebbe la necessità di un intervento del Legislatore che delimiti il perimetro delle responsabilità degli organi di controllo nelle società, in modo che possa esservi un maggiore equilibrio fra i poteri che sono nella disponibilità di detti organi e le responsabilità, civili e penali, a cui i professionisti sono esposti.