12 Marzo 2015

Il Direttore aggiorna la Commissione di Vigilanza su 730 e Fattura PA

di Maria Paola Cattani
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Questa settimana i lavori alla Camera sono serrati: si tenta il superamento del bicameralismo paritario e le Commissioni Bilancio e Finanze hanno all’esame, rispettivamente, le misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, la prima, e l’esenzione Imu e la proroga dei termini per la delega fiscale, la seconda. Eppure, si conferma tema caldo del periodo anche la razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, nell’ottica del contrasto all’evasione fiscale, perché ieri mattina si è tenuta anche, da parte della Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, l’audizione del Direttore dell’Agenzia delle entrate, che ha riferito alla sugli sviluppi e sulle prospettive delle due grandi “riforme” del Modello 730 precompilato e della Fatturazione elettronica.

Per quanto concerne la Dichiarazione precompilata, l’Agenzia nell’ultimo periodo ha fornito frequenti aggiornamenti, con Comunicati e Provvedimenti: il Provvedimento del 23 febbraio 2015 ha definito le modalità di accesso al modello 730 da parte del contribuente e degli altri soggetti autorizzati, con le relative modalità di protezione dei dati personali; il recente Comunicato del 6 marzo 2015, invece, ha fornito un’anteprima sull’ingente mole di dati oggetto di elaborazione ai fini della compilazione del Modello, che, come ricordato in un precedente articolo, sarà disponibile dal prossimo 15 aprile.

La dott.ssa Orlandi sottolinea nuovamente, nel corso dell’audizione, i due aspetti “rivoluzionari” del 730 precompilato: da un lato, lo sforzo da parte dell’Amministrazione, in un’ottica di “semplificazione fiscale”, di elaborare i dati raccolti dai vari operatori, al fine di risparmiare al contribuente l’onere dell’“autodichiarazione” dei redditi. Dall’altro lato, la ridefinizione del ruolo dei soggetti che prestano assistenza fiscale (CAF e professionisti), i quali vengono chiamati ad una ancora maggiore responsabilizzazione nella prestazione di servizi a valore aggiunto, sempre al fine di tutelare il cittadino circa la definitività del suo rapporto con il Fisco.

Dal punto di vista prettamente tecnico, il Direttore annuncia alla Commissione che il progetto è in “fase di avanzata realizzazione”, dal momento che l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha già fornito le proprie indicazioni, sulla base delle quali il citato Provvedimento n. 2015/25992 ha stabilito le modalità e le tempistiche per l’accesso al modello 730 precompilato. 

Viene quindi presentato a grandi linee alla Commissione quanto già esaminato diffusamente nel corso degli ultimi mesi dai documenti di prassi e dalla stampa di settore:

  • le modalità di accesso ai dati, diretta oppure delegata, per le quali è stato specificato che:
    • quale ulteriore semplificazione, per l’accesso diretto è stata prevista anche una seconda modalità di accesso, tramite l’INPS, in modo che coloro che siano già dotati di PIN INPS non siano costretti a richiederne un secondo all’Agenzia;
    • relativamente all’accesso delegato, sostituti d’imposta, Caf e professionisti potranno accedere alla dichiarazione fino al 10 novembre, al fine di permettere l’utilizzo dei dati per eventuali dichiarazioni rettificative o integrative;
  • quali saranno le informazioni disponibili, che riporteranno anche la distinzione di quali dati sono stati inseriti in dichiarazione e quali sono stati esclusi, nonché la fonte di provenienza;
  • i profili di protezione dei dati personali, per tutale i quali la Direttrice annuncia che saranno effettuati “specifici e tempestivi controlli da parte dell’Agenzia delle entrate, anche presso le sedi dei sostituti d’imposta e degli intermediari”, per verificare la corretta acquisizione delle deleghe, l’accesso alla dichiarazione precompilata e all’elenco delle informazioni relative alla stessa, mediante “controlli a campione sulle deleghe, anche durante il periodo della campagna dichiarativa”;
  • gli adempimenti di gestione ed invio della dichiarazione, il cui termine si ricorda è il 7 luglio 2015, con le differenti conseguenze in tema di controlli e sanzioni  in caso di invio diretto della dichiarazione o di invio tramite intermediari. A tal proposito, il Direttore precisa che “per evitare ricadute negative sui prezzi alla clientela (..) sono stati rimodulati i compensi che lo Stato riconosce per tali attività agli intermediari”, in modo che “l’attuazione delle disposizioni sul modello 730 precompilato non possa comportare un incremento degli oneri per i cittadini”. Tale decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 2015 e ha disposto la rimodulazione dei compensi in maniera variabile in funzione delle modifiche apportate. A titolo informativo, l’incremento maggiore, rispetto ai livelli previgenti, ammonta ad Euro 4,30.

Sotto il profilo del passaggio obbligatorio alla fatturazione elettronica, previsto per il 31 marzo 2015 per tutte le Amministrazioni pubbliche individuate dalla recente Circolare n. 1/DF/2015 che non rientravano nel primo insieme di P.A., per le quali l’obbligo è scattato il 6 giugno 2014, il Direttore dall’Agenzia riferisce alla Commissione alcuni indicatori, rappresentativi dell’efficienza del Sistema di Interscambio e del grado di implementazione nazionale della fatturazione elettronica.

In particolare, viene riferita la percentuale di scarto delle fatture inviate nel periodo di 9 mesi, decorrenti dal primo obbligo (6 giugno 2014- 28 febbraio 2015): la media di scarto si attesta intorno al 17,8%, tuttavia, sottolinea la Direttrice, con andamento discendente nel tempo, malgrado le importanti modifiche intervenute nell’ambito delle modalità di fatturazione nel corso del 2015, quali l’introduzione del meccanismo della scissione dei pagamenti e del nuovo regime fiscale agevolato (regime forfettario).

Vengono quindi individuate le Amministrazioni per le quali si registrano le più alte percentuali di scarto (il Ministero della Difesa, con il 29% di fatture rifiutate, ha inviato il maggior numero di esiti negativi) con la precisazione che per sostenere l’imminente aumento del numero dei documenti scambiati a seguito dell’ampliamento del numero dei soggetti obbligati da marzo, il Sistema di interscambio è stato potenziato. Ciò, per altro, dovrebbe avvenire senza decadimento della qualità dei servizi attualmente offerta, sotto il coordinamento ed il monitoraggio dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Infine, viene analizzata la criticità principale del Sistema di Interscambio: non opera l’archiviazione e la conservazione delle fatture elettroniche che veicola. A tal proposito si rileva che ad oggi, essendo la conservazione digitale delle fatture è un obbligo di legge, è lasciato ai singoli operatori economici l’onere di provvedere a tale adempimento. Il Direttore riferisce alla Commissione che l’Agenzia ha registrato “una veloce crescita dell’offerta dei servizi di conservazione dei documenti informatici ed una conseguente rapidità nel “livellamento” dei prezzi”. Ad ogni buon fine, ricorda anche che “oltre ai servizi gratuiti offerti dal MEF alle PMI iscritte alla piattaforma del mercato elettronico della PA, l’Agenzia per l’Italia digitale ha predisposto, in collaborazione con Infocamere, strumenti per la gestione completa (compilazione, firma, trasmissione e conservazione) di un massimo di 24 fatture all’anno da offrire gratuitamente alle imprese iscritte alle camere di commercio; la stessa AgId ha dichiarato di essere in procinto di fornire tali strumenti anche per i professionisti”.

Si resta in attesa di vedere cosa accadrà dal primo di aprile.