Il cliente ideale esiste: strategie pratiche per trovarlo e fidelizzarlo
di Camilla Gastaldi – Consulente di BDM Associati SRL“Se tutti i miei clienti fossero come lui…”
Tutti, almeno una volta, lo abbiamo pensato.
Magari alla fine di una call particolarmente positiva, dopo un feedback costruttivo o davanti a un pagamento arrivato con sorprendente puntualità.
Una frase che può sembrare una battuta, detta con un sorriso, ma che nasconde una verità importante. Alcuni clienti rendono il lavoro più semplice, più stimolante, più redditizio. E quando questo succede, la differenza si vede – e si sente.
Il punto è che tendiamo a considerarli un’eccezione. Quasi fossero un caso fortuito, qualcosa che “capita” ogni tanto.
In realtà, non è così. Il cliente ideale non si trova, si costruisce.
Prima di tutto, però, è utile fermarsi a definire cosa intendiamo davvero per cliente ideale. Non parliamo di chi si limita a pagare puntualmente. Il cliente ideale è qualcuno che riconosce il valore del tuo lavoro, è aperto al dialogo, accetta un confronto anche su tematiche complesse, si dimostra disponibile ad ascoltare nuove proposte. È interessato a ricevere consulenze evolute, dà feedback (a volte anche critici, ma sempre costruttivi), non chiede continuamente sconti e, soprattutto, tende a parlare bene del tuo Studio.
Detto in altre parole, il cliente ideale è un cliente fidelizzato.
Non necessariamente il più “grande”, il più “storico” o quello che ti scrive più spesso. Ma quello che ha sviluppato con te una relazione di fiducia, che rispetta tempi e modalità, che coglie il senso delle iniziative che gli proponi e, quando può, contribuisce anche alla loro riuscita.
Ora potresti chiederti: ce l’ho un cliente così? E la risposta è molto probabilmente sì. Il punto è che, spesso, non viene riconosciuto o valorizzato. Oppure, peggio ancora, viene dato per scontato.
Il vero errore che commettono molti studi è cercare clienti nuovi all’esterno, sperando di intercettare figure simili a quelle che vorrebbero. Si progettano campagne di acquisizione contatti, si partecipa a eventi… Tutto legittimo e utile, per carità. Ma spesso si dimentica un fatto: mantenere e far crescere un cliente esistente costa fino a sette volte meno che acquisirne uno nuovo.
Ecco perché ha senso lavorare in modo più profondo sulla propria base clienti. Il primo passo, in questo senso, è imparare a osservarla con uno sguardo diverso. Capire chi ti porta davvero valore. Chi ha una visione simile alla tua. Non tutti i clienti sono uguali, ed è un bene così. Ma è proprio partendo da questa diversità che puoi cominciare a segmentare, personalizzare e costruire un rapporto più strategico.
Una strategia efficace, che può essere attivata da studi di tutte le dimensioni, è quella di mettere a punto un’attività strutturata di ascolto. Non parliamo di iniziative complesse o difficili da attuare. In molti studi con cui collaboriamo, abbiamo introdotto un sondaggio di soddisfazione da inviare ogni sei mesi alla clientela attiva. Lo strumento è facile da implementare, non richiede particolari risorse e, nella nostra esperienza, offre risultati molto concreti in tempi rapidi.
Il sondaggio permette non solo di capire se il cliente è soddisfatto del servizio ricevuto, ma soprattutto di intercettare bisogni futuri, individuare criticità latenti e proporre soluzioni in modo proattivo. È una finestra aperta su esigenze che, altrimenti, resterebbero inascoltate. In diversi casi, le risposte hanno portato gli studi a rivedere il modo di presentare i servizi, introducendo piccoli aggiustamenti che hanno generato effetti misurabili: un miglioramento nel tasso di rinnovo, una maggiore propensione a consigliare lo studio e un prolungamento concreto del ciclo di vita della relazione professionale.
E non è tutto. Anche solo il gesto di chiedere un’opinione cambia la prospettiva. I clienti si sentono coinvolti, valorizzati e più vicini allo Studio. La percezione si trasforma: da semplice fornitore di servizi a partner con cui costruire un percorso. È un cambiamento sottile ma fondamentale, che incide sulla qualità della relazione, sulla fiducia reciproca e sulla predisposizione a collaborare.
Ma c’è di più. I clienti fidelizzati, quelli con cui hai costruito nel tempo un rapporto solido, diventano anche il tuo miglior canale di acquisizione. Sono loro, più di qualunque inserzione online, a parlare bene del tuo lavoro, a consigliare il tuo nome ad altri imprenditori o professionisti, a presentarti nuove persone che già si fidano del loro giudizio. Il passaparola, in questo senso, è un moltiplicatore di fiducia. E non a caso è anche uno dei canali più efficaci per generare nuovi clienti qualificati.
Per questo motivo, costruire clienti ideali significa anche creare un sistema che favorisca il passaparola, lo incentivi, lo renda naturale. Non si tratta di chiedere “conosci qualcuno che…?”, ma di creare le condizioni relazionali affinché siano i tuoi stessi clienti, spontaneamente, a diventare ambasciatori dello Studio. Perché si fidano, perché si sono trovati bene, perché hanno visto e percepito un valore reale.
In conclusione, il cliente ideale non è un caso fortuito, né una figura teorica da inseguire senza mai raggiungerla. È il risultato di una relazione ben coltivata. Di un’attenzione costante. Di una strategia chiara. Ed è qualcosa che ogni Studio può costruire, con il tempo e con le giuste azioni.
La prossima volta che penserai “Se tutti i miei clienti fossero come lui…”, prova a chiederti: cosa ho fatto – o potrei fare – per far sì che lo diventino?
Perché forse, quel cliente ideale, non è così raro come credi.
Sta solo aspettando di essere riconosciuto.