5 Agosto 2016

Le agognate ferie dei commercialisti tra sospensioni e proroghe

di Massimo Conigliaro
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Sappiamo che la giustizia italiana è molto malata ed anche quella tributaria, nello specifico, non si sente tanto bene.

Uno dei malanni peggiori –  l’irragionevole durata del processo – ha fatto accorrere al suo capezzale un medico di riguardo (il legislatore) per somministrare un antidoto (la legge Pinto) volto a debellare il male.

Non è bastato.

Ecco che allora il medico premuroso è nuovamente intervenuto andando a ritoccare una legge del 1969, la n. 742, per modificare addirittura la sospensione feriale dei termini, riducendola di 15 giorni.

Come sappiamo dallo scorso anno i termini processuali vanno in ferie soltanto dal 1° al 31 agosto e non più sino al 15 settembre.

E, come è facile comprendere, in men che non si dica – ci sia consentita l’ironia – anche la giustizia vola!

Nel diluvio di provvedimenti legislativi del recente passato, il D.L. 132/2014, recante “misure urgenti di degiurisdizionalizzazione(giuro che è scritto così!) – ed altri  interventi  per la  definizione  dell’arretrato  in  materia  di   processo   civile”, convertito con modificazioni dalla L. 162/2014 (G.U. 10/11/2014, n. 261), ha modificato la sospensione feriale.  La stessa norma ha anche fissato in 30 giorni le ferie annuali dei magistrati nonché degli avvocati e procuratori di stato. Per un attimo ho anche temuto di leggere che trattandosi di modifica procedurale e non sostanziale la disposizione si applicasse retroattivamente. Non è così. Almeno le ferie già godute sono salve!

Certo è che – già che c’erano – potevano anche prevedere quelle dei commercialisti! Mi sarei accordato con soli 15 giorni, ma effettivi.

Ed invece, le nostre ferie rischiano di sparire. L’insopportabile proroga al 20 agosto (quest’anno 22) delle scadenze di versamento ci ha sempre costretto in studio sin quasi a ferragosto.

La ripresa dei termini processuali al 1° settembre ci toglie adesso quel minimo di respiro che avevamo nei primi giorni di riapertura degli studi, sperando ancora di fare qualche week-end di relax. Ed invece, già da ora dobbiamo scadenzare per bene ricorsi, appelli, istanze, memorie ed udienze di settembre. Altrimenti … termine spirato! E noi con lui.

In mezzo, qualche dichiarazione dei redditi (precompilata o meno) e dei sostituti d’imposta con i soliti termini di versamento e presentazione fluttuanti. Ovviamente con comunicazione di proroga a ridosso del giorno della scadenza: ogni tanto mi chiedo perché non fanno con un unico decreto la proroga anche per i prossimi anni, così risparmiano tempo!

In pratica le ferie estive del commercialista medio – calendario alla mano – saranno anche quest’anno di circa dieci giorni. Ma come accade sempre, se non ci rendiamo irreperibili anche in quei pochi giorni, qualcuno – finite le proprie tre settimane di ferie – ci costringerà ad una capatina in studio per qualche problema più o meno urgente. E noi, sentendoci quasi in colpa per avere pensato ad un po’ di riposo, alla fine cederemo.

Attiviamo quindi risponditori automatici alle e-mail e rendiamoci in qualche modo irraggiungibili al telefono (sul come fare potremmo chiedere ai nostri clienti, bravissimi a sparire al momento di pagare la parcella). Se possibile, facciamo una valigia e partiamo, mare o montagna che sia, Italia o estero se preferite.

Occorre staccare un po’ la spina.

Perderemo qualche cliente? Non so, magari lo educheremo al meglio. Anche perché, siamo sicuri che il nostro eventuale sacrificio agostano sarà compreso, apprezzato ed addirittura remunerato?

Meditate colleghi.

Buone ferie a tutti.

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