15 Settembre 2016

Professionisti e LinkedIn: la deontologia professionale

di Stefano Maffei
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Siamo giunti all’ultimo numero della mia rubrica con i consigli per il profilo Linkedin. Se il vostro profilo è ancora in uno stato confusionale non avete speranze, e l’unica cosa che vi resta è contattare EFLIT per una consulenza ad hoc. Come ho scritto da mesi, se avete un profilo LinkedIn deve essere in ordine: è una semplice questione di professionalità, oltre che un investimento sulla vostra online identity.

Il consiglio di oggi riguarda i rapporti tra LinkedIn e deontologia professionale. 

Le informazioni che pubblicate sul vostro profilo LinkedIn soggiacciono alle regole deontologiche e, ovviamente, al dovere di corretta informazione. In breve, quello che scrivete deve essere vero. Per gli avvocati, la normativa di riferimento è l’art. 35 mentre per i commercialisti è art. 44 (ammettiamolo: un ripassino del codice deontologico di tanto in tanto può servire). Scrivere sul profilo LinkedIn “sono il miglior commercialista della città” oppure “fornisco servizi legali gratuiti per i primi dieci clienti” è ovviamente scorretto, ma non credo che vi passerà mai per la testa. 

Altri sono invece i problemi più concreti.

In primo luogo, se siete avvocati è scorretto menzionare il nome di un cliente. Per i commercialisti, il divieto opera solo se il cliente non ha prestato il proprio consenso.

In secondo luogo, indicare competenze/skills in settori di interesse è assolutamente lecito e non rischiate sanzioni disciplinari. Tuttavia, le frasi “Specializzato in…” e “Esperto in…” sarebbero, secondo alcuni, problematiche – specialmente per gli avvocati – in assenza di un effettivo riconoscimento della competenza medesima. Poco male: se conoscete bene una certa materia, indipendentemente dalle certificazioni ufficiali, potete senz’altro indicarlo sul profilo, esattamente come fareste sul vostro curriculum vitae.

Se intendete scrivere raccomandazioni per un collega su LinkedIn, fatelo soltanto sulla base di una effettiva conoscenza (e non in vista di uno scambio di favori reciproci).

L’ultimo consiglio è quello di aggiungere un breve disclaimer nella sezione “suggerimenti su come contattarvi”. Il mio – ideale per gli avvocati – recita più meno così (ed è in inglese).

You are more than welcome to contact me via email

Please note that contacting me does not create or constitute a lawyer-client relationship. Please do not include any confidential information in your communications. The information on my LinkedIn profile is not, nor is it intended to be, legal advice. You should contact a local lawyer in your own Country or wherever you think you may have a claim to be brought before the courts.

 

Dalla settimana prossima riprenderò la mia consueta rubrica di business English, sempre il giovedi. Ricordate che questi sono gli ultimi giorni per iscriversi alla visita di studio a Londra (incontri con avvocati, osservazione di processi con giuria, accesso a carcere e Corte suprema) che si terrà dal 26 al 30 ottobre con EFLIT. Fatelo in pochi istanti dal sito www.eflit.it.

English for business, tax & accounting – 3^ edizione