15 Marzo 2014

L’Agenzia fa il punto sui risultati della mediazione

di Massimo Conigliaro
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Onestamente avevamo un percezione diversa. Girando l’Italia in lungo ed in largo con il Master Breve, ascoltando i colleghi di diverse città, la sensazione era che la mediazione tributaria non avesse avuto un grande appeal tra i contribuenti. I dati dell’Agenzia delle Entrate dicono il contrario e non possiamo che prenderne favorevolmente atto. La scommessa legislativa su questo nuovo strumento per le liti di valore fino a 20 mila euro e l’impegno dell’Amministrazione Finanziaria – che ha fissato obiettivi assai sfidanti per gli uffici periferici – hanno portato un contribuente su due a chiudere la partita con il fisco già nella fase di pre-contenzioso amministrativo. Con un comunicato stampa diramato ieri, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso i dati del primo anno e mezzo di applicazione della norma.

Nel periodo 2 aprile 2012 – 2 ottobre 2013 sono state “attivate” 125 mila mediazioni e se ne sono chiuse positivamente quasi 72 mila, con una percentuale di definizione del 57%. E nel 97% dei casi ciò è avvenuto nei 90 giorni previsti dalla procedura, riducendo così in modo significativo il contenzioso tributario.

La diminuzione considerevole del contenzioso – si legge nel comunicato stampa – si registra soprattutto sulle liti fino ai 20 mila euro cioè quelle interessate dalla mediazione. Nei primi nove mesi del 2013, infatti, le mini controversie scendono del 25% rispetto allo stesso periodo del 2012, passando da 59mila a 44.229. Si attesta intorno a 31 mila il numero di ricorsi di importo superiore ai 20 mila euro, segnando una lieve variazione dello 0,5% tra il periodo di riferimento del 2013 e lo stesso periodo del 2012. Questo dato rimarca indirettamente proprio l’efficacia della mediazione.

Segnala, inoltre, l’Agenzia delle Entrate che il tasso di “litigiosità” si è in generale ridotto con una diminuzione del 39% dei ricorsi presentati in commissione tributaria negli ultimi due anni, passando dai 159.392 del 2011 a meno di 100 mila nel 2013. Non sappiamo però se il numero degli accertamenti è diminuito, essendo mancati i 35 mila preventivati per il nuovo redditometro. Cresce altresì la percentuale delle controversie vinte dall’Amministrazione Finanziaria, che ha ragione nel 65% dei casi (che diventa il 75% se si considera l’indice di vittoria per valore).

Non conosciamo i dettagli dei numeri sintetizzati nel comunicato stampa, ma indubbiamente si tratta di dati significativi.

Si impongono comunque alcune riflessioni, soprattutto in tema di mediazione tributaria.

Abbiamo sempre sostenuto – in ciò in buona compagnia – che l’introduzione dell’art. 17-bis nel D. Lgs. 546/92 con la previsione del reclamo quale condizione di procedibilità per i ricorsi tributari, avesse dei limiti, tra i quali la mancanza della figura del mediatore, soggetto terzo rispetto alle parti (circostanza ancora oggi al vaglio della Corte Costituzionale). Si era altresì sostenuto che, in questo modo, la mediazione rischiava di essere una sorta di “doppione” dell’accertamento con adesione, atteso che le dinamiche del contraddittorio e le valutazioni di convenienza delle parti non potevano essere diverse da quelle degli altri strumenti deflattivi, compresa la conciliazione giudiziale.

Infine – circostanza tutt’altro che trascurabile – per fare pace occorre avere la disponibilità di entrambe le parti e non sempre uffici impositori e contribuenti hanno mostrato di averne a sufficienza. Con la mediazione tributaria sembra cambiato il trend: lo strumento ha portato anche ad un cambiamento culturale così repentino? Pare di sì. La domanda però sorge spontanea: possibile che prima non potesse accadere anche con l’accertamento con adesione? Dov’è la differenza? E perché non transigere in giudizio?

Il comunicato stampa si conclude con il dato delle conciliazioni giudiziali che nel 2013 sono state 4.720. Non ci viene detto il dato in percentuale sul totale delle liti, ma è facile desumerlo avendo prima precisato che le liti nel 2013 sono state circa 100 mila. Siamo dunque al di sotto del 5%. E la conciliazione ha le stesse chance di riduzione d’imposta e la medesima percentuale di riduzione delle sanzioni. Perché qui la pace con il fisco non ha funzionato?